In fuga dalla guerra: al freddo, ma salvi. Viaggio dentro il campo profughi di Przemysl

Migliaia di cittadini ucraini stanno raggiungendo in Polonia per mettere in salvo la vita. Il Paese si sta attrezzando con campi profughi.

Gli abbracci, le valige, i volti segnati dalla stanchezza della fuga: ecco le immagini che arrivano dai campi profughi di Przemysl, in Polonia, città a pochi chilometri dal confine ucraino. Qui, una stazione ferroviaria e diversi parcheggi sono diventati centri di assistenza per i cittadini ucraini in cerca di protezione. Anche a Medyka è stato attrezzato un centro di accoglienza ed è prevista la stessa organizzazione in diverse città.

Migliaia di volontari polacchi si stanno attivando e lavorano senza sosta per far fronte all’emergenza, raccogliendo e distribuendo cibo, vestiti e beni di prima necessità, che vengono poi donati i a seconda delle esigenze; le coperte sono un bene prezioso: le temperature sono scese sotto gli zero gradi.

I campi profughi solo un punto di passaggio, dove vengono distribuiti beni di prima necessità e pasti caldi. Nessuno vuole fermarsi a lungo, bisogna guardare avanti: c’è chi attende il resto della famiglia e chi prende un treno per raggiungere amici e parenti altrove, sempre più lontano, sempre più lontani dalla guerra.

Da giovedì 24 febbraio, giorno in cui Putin ha dichiarato aperto il conflitto, sono migliaia le persone che dall’Ucraina hanno raggiunto la Polonia. Il Paese ha immediatamente aperto le frontiere ai profughi, come dichiarato dal ministro degli interni polacco Pawel Szefernaker. Tuttavia, arrivati al confine non è facile entrare: l’attesa in automobile per attraversare la dogana può durare fino a 15 ore.

Ad arrivare in Polonia sono specialmente donne e bambini, considerati tutti rifugiati di guerra. Dal momento che in Ucraina è in vigore la legge marziale, che prevede l’obbligo di leva militare per gli uomini con un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, in molti arrivano qui solo per accompagnare le loro famiglie, ma sono costretti poi a tornare indietro dalla guardia di frontiera ucraina. Al momento, almeno 100mila ucraini hanno già varcato i confini spostandosi nei Paesi vicini come Polonia, Moldova, Slovacchia e anche Russia.

Darek Janczykd è un cittadino polacco che è tornato in patria con la compagna ucraina e la madre:

Sono venuto con la mia fidanzata per sua madre. Lei (la madre) è disabile. Suo padre è dovuto rimanere a casa.

Non tutti hanno la possibilità di viaggiare in macchina: in molti sono stati costretti a prendere un treno e proseguire il viaggio a piedi:

Sono andata da Kiev a Leopoli in treno. Poi ho preso un taci e alla fine ho camminato per 50 km.

ha raccontato Nesrine Elmajd, anche lei scappata dai bombardamenti della capitale.

Quattro milioni di persone potrebbero fuggire dall’Ucraina se l’offensiva militare della Russia dovesse continuare a intensificarsi e le Nazioni Unite, come sottolineato dall’UNHCR – l’agenzia Onu per i rifugiati – sono pronte a fornire loro assistenza.

L’Italia si sta organizzando per far fronte all’emergenza. Il Dipartimento della Protezione Civile, attraverso il Meccanismo europeo, metterà a disposizione dell’Ucraina 200 tende da campo per una capacità di 1.000 posti letto. Le tende offerte dal nostro Paese, assieme agli aiuti umanitari degli altri membri UE, serviranno ad offrire assistenza alla popolazione in fuga dalla guerra.

Ecco l’elenco di alcune delle associazioni, ONG, realtà ucraine o internazionali che hanno attivato programmi di aiuto per chi è restato in Ucraina o per chi e profugo:

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