"Veni, vidi, bici", questo il motto con cui decine di migliaia di bici di ogni forma e colore hanno invaso lo scorso 28 Aprile via dei Fori Imperiali a Roma, dal Colosseo fino a Piazza Venezia. Tutti insieme, da ogni parte d'Italia, per chiedere più sicurezza sulle strade e più piste ciclabili con la prima emozionante, allegra, pacifica e civilissima bicifestazione #salvaiciclisti, che si è svolta in contemporanea con quella di Londra.
“Veni, vidi, bici“, questo il motto con cui decine di migliaia di bici di ogni forma e colore hanno invaso lo scorso 28 Aprile via dei Fori Imperiali a Roma, dal Colosseo fino a Piazza Venezia. Tutti insieme, da ogni parte d’Italia, per chiedere più sicurezza sulle strade e più piste ciclabili con la prima emozionante, allegra, pacifica e civilissima bicifestazione #salvaiciclisti, che si è svolta in contemporanea con quella di Londra.
“Alle migliaia di cittadini, a piedi e in bicicletta, arrivati da tutta Italia per chiedere un cambiamento della mobilità in una manifestazione bella e allegra: un grazie di cuore! –dice il movimento #salaviciclisti– Il 28 aprile 2012 segna una svolta storica per la mobilità leggera in Italia; il nostro viaggio comune inizia però oggi, perché adesso sappiamo che siamo tanti, ma resta tutto ancora da fare e inventare“. Così, dai Fori stracolmi di cittadini in bici, a piedi o con i pattini, si chiede a Roma e all’Italia di cambiare strada, di porre fine a una strage che miete centinaia di vittime.
Musica, giochi, intrattenimenti e comizi dei coordinamenti locali di #salvaiciclisti, ma anche un flash mob per ricordare i ciclisti uccisi sulle strade: i manifestanti si sono tutti messi a terra con la bicicletta, rialzandosi al grido di “basta: oggi l’Italia cambia strada“. Perché “la strage dei ciclisti – afferma Paolo Bellino aka Rotafixa, uno degli organizzatori della manifestazione nazionale Salvaciclisti – miete ogni anno 300 vittime circa in Italia. I dati ufficiali parlano di 2.556 ciclisti uccisi in dieci anni in Italia, il doppio del livello del Regno Unito, ma potrebbe essere una cifra sottostimata. Più verosimili sono 3.000 vittime in 10 anni“.
La manifestazione di sabato scorso è stata sostenuta anche da Legambiente, da sempre impegnata per una mobilità urbana più sostenibile: “#salvaiciclisti ha reso centrale un tema drammatico e trascurato, quello della sicurezza stradale all’interno delle aree urbane – spiega Alberto Fiorillo, responsabile nazionale Aree Urbane di Legambiente – ora sta ai sindaci e agli amministratori pubblici mettere in campo risposte adeguate alla straordinaria mobilitazione: servono più isole pedonali, serve una moderazione della velocità in tutte le aree residenziali dove non esistono ciclabili, bisogna far rispettare le regole del codice della strada, cancellando definitivamente la sosta selvaggia e l’eccesso di velocità. Si tratta di interventi che non tutelano solo i cosiddetti utenti deboli, ciclisti e pedoni, ma sono la precondizione per stimolare una mobilità più attenta alla sicurezza e alla qualità della vita“.
E non è un caso, infatti, la scelta dei Fori imperiali, un “palcoscenico archeologico” unico ma soffocato ogni giorno dal traffico, dove nell’ottobre del 2009 è morta Eva Bodhalova, la ciclista uccisa da un taxi mentre tornava a casa. L’area dei Fori è tagliata in due da un’arteria stradale sempre trafficata; i romani attendono da 32 anni il completamento del piano del sindaco Petroselli che nel 1980 prevedeva la completa chiusura al traffico della zona.
Anche per questo la bicifestazione di sabato “è stata solo l’inizio”, come preannuncia il movimento. Così, sull’ondata del largo consenso che sta raccogliendo la campagna -ne è un esempio la maglia indossata ieri sera sul palco del Concerto del primo Maggio dal cantante Caparezza, “la prima delle nostre incursioni mediatiche”, dice #salvaiciclisti – verranno svelate a breve le prossime mosse. I cicloblogger di #Salvaiciclisti hanno in primis stilato un documento, che verrà reso noto a breve, con le linee guida per raccogliere nuove adesioni e diffondersi sul territorio in modo capillare. Il primo passo sarà la creazione di gruppi locali e il rafforzamento di quelli già esistenti. La seconda mossa sarà la diffusione capillare del logo della campagna #Salvaiciclisti. Aspettando, allora, le prossime novità, ricordate di salire tutti in sella il 10 maggio per il Bike to Work Day, e di non perdere l’appuntamento di fine maggio con l’attesissima Ciemmona interplanetaria . All I wanna do is…Bicycle, bicycle, bicycle!
Roberta Ragni