Pesca elettrica, vittoria: il Parlamento europeo vota per il divieto definitivo

Pesca elettrica bandita. Vittoria per tutte le Associazioni e i cittadini europei che si sono battuti perché questo assurdo metodo di pesca non venisse introdotto nuovamente nel nostro continente. Il Parlamento europeo si è pronunciato ieri 16 gennaio con 402 voti a favore e 232 voti contrari, approvando l’interdizione totale e definitiva della pesca elettrica in Europa

Pesca elettrica bandita. Vittoria per tutte le Associazioni e i cittadini europei che si sono battuti perché questo assurdo metodo di pesca non venisse introdotto nuovamente nel nostro continente. Il Parlamento europeo si è pronunciato ieri 16 gennaio con 402 voti a favore e 232 voti contrari, approvando l’interdizione totale e definitiva della tecnica in Europa.

La pesca elettrica equipaggia di elettrodi le reti a strascico, che, quando trascinate sul fondo marino, rilasciano così scariche elettriche nei sedimenti, provocando contrazioni muscolari ai pesci, spinti per questo dalla sabbia nelle reti da pesca.

Il tutto è molto comodo, relativamente economico e rapido. Peccato che sia completamente distruttivo per gli ecosistemi marini. Già la pesca a strascico lo è, come ampiamente (e tristemente) dimostrato dai danni che si registrano nei nostri mari a causa di questa pratica. L’”innovazione elettrica” provoca poi anche fratture, lividi e ustioni nelle specie ittiche. Un disastro ecologico finora, di fatto, autorizzato.

Pesca elettrica: una tecnica vietata ma poi “riemersa”

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La pesca elettrica è già vietata nella maggior parte delle nazioni dedite alla pesca, compresa la Cina. E anche l’Italia aveva detto NO (art. 31 Regolamento EC n.850/98), già nel 1998. Ma nel 2006 la Commissione europea propose l’introduzione di deroghe per consentire agli Stati membri di praticarla comunque, nonostante il divieto su tutti metodi di pesca distruttivi come la pesca con esplosivi, il veleno e la corrente elettrica.

Gli esperti scientifici avevano forse dato l’ok? Assolutamente no, peccato che tale parere fosse rimasto “nell’ombra”. Parliamo di un documento redatto da un panel di scienziati (23-esimo Report dello Scientific, Technical and Economic Committee for Fisheries, datato 6-10 novembre 2006), totalmente sfavorevole alla reintroduzione della pratica, che è stato ritrovato da Bloom, associazione che si batte per la difesa degli ecosistemi marini. Molto imbarazzante per la Commissione Europea.

Le pressioni delle lobby e la battaglia delle Associazioni

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La tecnica è fortemente voluta da diverse imprese della pesca industriale, soprattutto olandesi, in quanto consente di aumentare le catture, risparmiando così carburante. Molto conveniente dunque. Peccato lo sia solo a breve termine, verrebbe da aggiungere.

Tra l’altro a questa atrocità era stato assegnato lo status di “pesca sperimentale e innovativa”, e in questo modo diverse imprese del settore hanno potuto richiedere milioni di euro di contributi per dotare la propria flotta a strascico di elettrodi, accaparrandosi fondi pubblici potenzialmente utili per ben altro.

Per questo un gruppo di ONG e di associazioni di pescatori avevano scritto una lettera alla Commissione europea rivelando l’esistenza del documento che provava il parere scientifico totalmente negativo e che sollevava dubbi sulla moralità della proposta della Commissione di eliminare il divieto nel 2006. Avevano poi lanciato una petizione con richiesta agli europarlamentari di vietare definitivamente la pesca elettrica in Europa.

Una battaglia vinta

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Nonostante le pressioni delle lobby della pesca industriale, le associazioni, insieme ai pescatori artigianali a loro volta danneggiati da questa assurdità, hanno vinto. “É una formidabile vittoria per gli oceani, per la pesca artigianale e per l’Europaha dichiarato Claire Nouvian, fondatrice di BloomLa squadra di Bloom ha lavorato giorno e notte per settimane, per ottenere questo risultato. Siamo felici e sollevati che il Parlamento si opponga a una pratica di pesca distruttiva, autorizzata in Europa solo grazie a una collusione immorale tra lobby industriali e istituzioni”.

“L’esito del voto è rimasto incerto fino all’ultimo – scrive Bloom – Le imprese della pesca industriale olandese hanno inondato il Parlamento europeo di “fake news”, menzogne che sono state denunciate da diversi eurodeputati nel corso del dibattito in Plenaria, come Yannick Jadot e Younous Omarjee”.

Ma alla fine è prevalso il no, anche con discreto scarto (402 voti favorevoli e 232 voti contrari). Un successo incredibile.

Cosa fare ancora

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La vittoria di ieri è grande, ma è solo un passo. Bloom ricorda infatti che le misure sulla pesca elettrica fanno parte di una proposta di regolamento sulle ‘Misure tecniche’ per la pesca, che nella sua attuale formulazione è ancora disastrosa per gli oceani.

“Ad eccezione della pesca elettrica, la proposta di regolamento è inaccettabile allo stato attuale” ha riferito a questo proposito Björn Stockhausen dell’Associazione Seas At Risk. E in questo momento è impossibile prevedere i prossimi sviluppi di questo regolamento.

Per approfondimenti sulla pesca elettrica leggi anche:

Ma resta un’incredibile vittoria sulle lobby della pesca industriale, una pietra miliare per le battaglie future.

Roberta De Carolis

Foto: Bloom

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