L'educ-tour della seconda edizione della "Borsa Turismo Verde e Laghi" organizzata da Sviluppo Lazio in collaborazione con ATM è stata l'occasione per scoprire le meraviglie del Parco Nazionale del Circeo, uno scrigno unico di natura, storia e biodiversità.
Selvaggio, aspro, romantico. Pensate a come doveva essere, tanti anni fa, il paesaggio nel basso Lazio, quel territorio compreso tra Anzio e Terracina, a circa un centinaio di chilometri da Roma che, dal 1934, ospita il Parco Naturale del Circeo. Immaginate una palude vastissima, circa 11.000Ha, continui specchi d’acqua in cui si riflettevano gli esemplari di una foresta fittissima e rigogliosa, la “Selva di Terracina“, ancora oggi la più estesa foresta naturale di pianura in Italia, brulicante di animali selvatici, profumata da migliaia di piante diverse. Più ad ovest, scendendo verso la costa, una piccola distesa di laghi salmastri, le antiche Paludi Pontine, popolati da migliaia di specie di uccelli migratori e poi, proseguendo su quella rotta, enormi, ondeggianti dune di sabbia finissima, ricoperte dai mille colori della macchia mediterranea, che svelavavo a poco a poco, la meravigliosa bellezza del mare incontaminato.
E qui, guardando verso sud un’isola dal profilo come di donna distesa, il monte Circeo l’isola che intorno al mare infinito serena, l’ isola magica, mitica scelta da Omero come giusta dimora per gli occulti poteri della maga Circe: un’isola magica.
Siamo nei primi anni ’30: con la Bonifica Integrale delle Paludi Pontine voluta da Benito Mussolini si avviano i radicali interventi di prosciugamento ed appoderamento della zona che ne stravolgeranno per sempre il paesaggio. L’Amministrazione Forestale strappa 8.500Ha di quella selvaggia, antica serenità all’incalzante incedere del progresso rendendoli Parco Nazionale: il Parco Nazionale del Circeo. Oggi l’unico Parco italiano ed europeo ad estendersi completamente in pianura e in un ambiente marino, “riserva della biosfera” per l’Unesco e candidato al titolo di “Patrimonio dell’umanità“. Sono 5 gli habitat tutelati:
1) La foresta del Circeo
Conosciuta anche come la “Selva di Circe” è dal 1977 inserita nel programma “MAB” (Man and biosphere) dell’ Unesco poiché con i suoi 3.300Ha è un raro esempio di foresta planiziaria, di pianura, e crocevia, date le sue particolari caratteristiche ambientali, di specie vegetali appartenenti a realtà climatiche diverse: querce caducifoglie, alberi tipici delle aree marine come pini, lecci, cerri, frassini, farnie, allori, arbusti profumati della macchia mediterranea, corbezzoli e, nel sottobosco biancospino, prugnolo, erica, bacche e piccoli frutti. Si possono incontrare mammiferi tipici dell’area mediterranea come i cinghiali,i tassi, i ricci, le volpi, donnole rettili come il biacco, la vipera la natrice; testuggine di terra e palustre ed anfibi come il tritone, il rospo, la rana mentre il ricchissimo sottobosco, con specie che producono bacche e piccoli frutti come il corbezzolo, il biancospino, il pungitopo, il prugnolo o l’erica, attira una moltitudine di specie di uccelli canori. Caratteristiche sono le “lestre”, le zone in cui, un tempo, gli abitanti stagionali edificavano i loro precari villaggi e, soprattutto in autunno le “piscine”, aree paludose che si formano principalmente per l’accumulo di acqua piovana. Nella foresta esistono tre aree di Riserva Naturale Integrale: la Piscina delle Bagnature, la Piscina della Gattuccia e la Lestra della Coscia. Con i suoi sentieri e con i suoi percorsi, la “selva di Circe” è quasi totalmente visitabile, accessibile e praticabile anche da coloro che soffrono di handicap motori.
2) Il Promontorio del Circeo
Domina il paesaggio dell’intero Parco Nazionale, ed è un rilievo calcareo di circa 540 mt. risalente all’epoca Mesozoica che, dal punto di vista naturalistico si divide in due versanti estremamente diversi tra loro per condizioni climatiche: Il “Quarto freddo”, a Nord, è caratterizzato da un clima umido in cui prolificano lecci, frassini, la roverella, il carpino nero ed il farnetto, mentre il versante che si affaccia a Sud, il “Quarto Caldo”, ha un clima quasi paragonabile a quello delle isole e ospita una ricca vegetazione rupestre mediterranea composta da ginepro, mirto, lentisco, rosmarino, erica, finocchio marino, euforbia nonché dall’unica palma spontanea in Europa: la palma nana. La fauna, oltre che da cinghiali, tassi e faine, è rappresentata da numerose specie di uccelli tra cui il falco pellegrino ed il gheppio che scelgono questi luoghi incantati sia per nidificare, sia per riposare durante le migrazioni. Il Promontorio del Circeo rappresenta poi anche un’area di notevole interesse speleologico: alla sua base, infatti si aprono grotte di straordinaria bellezza testimoni delle variazioni climatiche e della presenza umana nelle passate ere geologiche sin dal Paleolitico. La grotta più conosciuta in tal senso è forse la Grotta Guattari al cui interno, nel 1939, fu rinvenuto un cranio risalente al Neanderthal.
3) La Duna Litoranea
Dai piedi del Promontorio, da Torre Paola fino a Capo Portiere, 22 kl più a sud, si estende invece l’affascinante Duna Litoranea, una fascia costiera caratterizzata da sabbie finissime e da un cordone dunale che raggiunge altezze fino a 27 metri. Il clima rovente, il terreno poco fertile non hanno scoraggiato la natura: “piante pioniere” con foglie piccole, o aghiformi come giglio marino, gramigna, camomilla marittima, carpobroto, unghia di strega, e, più all’interno ginepro coccolone e lentisco, sono riuscite ad adattarsi ed a vivere in questo luogo così inospitale, rafforzando, con le loro radici, la stabilità della duna ed offrendo un ambiente accogliente per altri organismi viventi e per le volpi, i tassi, i conigli, le lucertole, i coleotteri, le cornacchie ed i gabbiani che vi abitano. Per proteggere la delicata struttura delle dune dalla massiccia presenza umana, soprattutto in estate, sono state predisposte delle passerelle in legno che consentono l’accesso alla spiaggia senza che il calpestio continuo possa apportarne danni.
4) Zone Umide
Rientrando nell’interno, a ridosso delle dune, si sviluppano invece le cosiddette Zone Umide, ovvero ciò che resta delle antiche Paludi Pontine: la successione di quattro Laghi Costieri (Lago di Caprolace, Lago di Paola o di Sabaudia, Lago dei Monaci e Lago di Fogliano), di zone stagionalmente allagate e di prati-pascoli interclusi, vanno a formare un complesso territoriale dichiarato “Zona Umida di Interesse Internazionale” ai sensi della Convenzione di Ramsar del 1971. I laghi sono in realtà stagni costieri dalle acque salmastre e poco profonde il cui ricambio continuo è assicurato da una serie di canali che comunicano col mare. Impreziosita dalla presenza di salicornie, inule e tamerici, questa zona offre ospitalità a migliaia di specie di uccelli acquatici e, tra i suoi canali d’acqua dolce, si può ancora vedere la testuggine palustre, una specie che purtroppo in Italia è a rischio d’estinzione. In queste zone ritroviamo anche due siti di notevole interesse storico ed archeologico. Sulle sponde orientali del lago di Sabaudia ritroviamo la famosa Villa di Domiziano (I sec. d.c.), il più grande ed affascinante complesso monumentale dell’intero comprensorio del Circeo mentre a Nord, sulle rive del lago omonimo, il particolarissimo Borgo di Fogliano.
In questa zona, dove sono state rinvenute numerose testimonianze della presenza dell’uomo a partire della preistoria, la potente famiglia Castani, con la protezione di Papa Bonifacio VII, dà vita, sul finire dell’800 ad uno splendido giardino esotico in modo da ricreare una piccola porzione d’Africa, ovviamente in stile coloniale. Abbandonato negli anni ’20 e, a causa della mancata manutenzione, la natura ha iniziato un processo spontaneo creando una situazione unica nel suo genere: oggi, accanto a piante tipiche della macchia mediterranea come il leccio, la palma nana e l’alloro convivono palme, eucaliptus, bambu e araucarie.
5) Isola di Zannone
Appendice insulare del Parco è, dal 1979, l’isola di Zannone, una piccoli oasi di circa 100Ha appartenente all’ Arcipelago delle Isole Ponziane che, grazie alla scarsissima presenza antropica, si è mantenuta nei secoli pressoché incontaminata. Punto fondamentale per l’avifauna migratoria, quest’isola rigogliosa offre spettacoli naturali in ogni stagione.
Gli amanti della pesca o della raccolta funghi saranno invece felici di sapere che il Parco, ciclicamente e secondo ferree regolamentazioni, apre le sue porte a questi tipi di attività. Per tutte le informazioni rimandiamo all’ Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Fogliano a Sabaudia, tel. 0773-511385, e-mail pn.circeo@parks.it, mentre, per partecipare ai laboratori, o prender parte a visite guidate il numero è 0773/549038, e-mail: info@parcocirceo.it. Ricordate, se voleste pernottare, di dare un’occhiata alla presenza di ecoalberghi nella zona o quanto meno di B&B, anche una piccola scelta come questa, se partecipata, può contribuire ad orientare futuri investimenti per strutture ricettive verso modalità eco-compatibili, scoraggiando la creazione o la promozione di nuovi orribili eco-mostri che purtroppo, con la loro cementizia arroganza, deturpano oggi uno dei paesaggi più sublimi d’Italia. Conoscere il proprio territorio vuol dire amarlo, ed amarlo, proteggerlo. Più visitatori avrà il Parco, più alta sarà l’attenzione nel mantenere lo status quo delle cose e più facile sarà prevenire o denunciare abusi (vedi www.fai.informazione.it “Il parco del Circeo in mano alla camorra”). Perché le coscienze, se unite per il bene comune, possono fare molto più rumore di una qualsiasi scavatrice.