Ormai neanche questi numeri sconvolgono più: trecento, quattrocento, cinquecento. Mese dopo mese, settimana dopo settimana, ci si è assuefatti alle centinaia di persone disperse in mare, annegate, morte, di cui non interessa quasi a nessuno.
Ormai neanche questi numeri sconvolgono più: trecento, quattrocento, cinquecento. Mese dopo mese, settimana dopo settimana, ci si è assuefatti alle centinaia di persone disperse in mare, annegate, morte, di cui non interessa quasi a nessuno.
È di queste ore la notizia che i barconi che trasportavano oltre 400 migranti, la maggior parte somali che cercavano di raggiungere il territorio italiano dall’Egitto, si sono rovesciati sul Mediterraneo. Erano in fuga dalla Somalia, dall’Etiopia e dall’Eritrea, ammassati senza dignità su “imbarcazioni sfasciate”, secondo quanto riporta la Bbc Arabic.
Una strage che se confermata sarebbe l’ennesima sconfitta mondiale. Ancora prudenza da parte del ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, mentre secondo la stampa somala sarebbero solo trenta le persone finora tratte in salvo.
Foto: Marco Costantino
“C’ è bisogno di pensare a questi drammi”, dice il presidente Mattarella. Ma c’è bisogno di pensare a una seria gestione del problema immigrazione, solo quando ci sono le stragi, ribattiamo noi? “Altro sangue sulla coscienza dei politici finti buoni”, dice Matteo Salvini. Bisogna farne per forza una questione politica, ci chiediamo noi?
Nel frattempo, domenica sera altri 6 cadaveri sono stati recuperati nel Canale di Sicilia a 20 miglia dalle coste libiche, mentre 108 persone sono state per fortuna salvate. Nei giorni scorsi, vi avevamo mostrato le immagini dal porto di Reggio Calabria, dove i migranti dopo giorni in mare, avevano ancora la forza di sorridere e salutare i volontari pronti ad accoglierli.
Foto: Dominella Trunfio
Foto: Dominella Trunfio
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, negli ultimi giorni sono sbarcati in Italia quasi 6mila migranti.
Eppure, oltre ai battibecchi tra istituzioni, comparsate nei salotti televisivi, massimi sistemi da opinionisti improvvisati, cosa è stato fatto per evitare lo spopolamento di intere nazioni e migliorare la gestione dei flussi migratori?
È superficiale ridurre tutto a un “ognuno a casa propria”, come è impensabile che l’Italia possa assicurare un futuro migliore a una popolazione oltremisura. Non ci stancheremo mai di dirlo: è inutile commuoversi davanti alla foto di Aylan, il bambino siriano trovato senza vita sulla spiaggia, se poi si rimane indifferenti davanti alle richieste di aiuto di popolazioni che fuggono dalla fame e dalla guerra.
Foto: Marco Costantino
Foto: Marco Costantino
Siamo e continuiamo a essere anche noi un popolo di migranti, pur non fuggendo da nessuna guerra. E allora perché pensiamo che agli africani debba essere riservato un trattamento diverso? Forse perché questa situazione continua a essere solo un problema legato agli interessi economici, quelli di chi fornisce le armi in Siria e non solo, quelli di continua a spalleggiare gli scafisti attuando solo una repressione superficiale e quelli di chi vede negli immigrati solo braccia da sfruttare.
Dominella Trunfio
LEGGI anche:
COSA POSSIAMO FARE PER AIUTARE MIGRANTI E RIFUGIATI?
SOTTO IL VELO ANCORA UN SORRISO, LA FORZA E IL CORAGGIO DEI MIGRANTI SBARCATI A REGGIO (FOTO)