Non sono semplici temporali autunnali, ma piogge torrenziali, fiumi esondati, alberi caduti, ponti crollati, strade squarciate. E ancora mareggiate e bufere di vento. Trenta morti in una settimana per il maltempo che ha piegato l’Italia.
Non sono semplici temporali autunnali, ma piogge torrenziali, fiumi esondati, alberi caduti, ponti crollati, strade squarciate. E ancora mareggiate e bufere di vento. Trenta morti in una settimana per il maltempo che ha piegato l’Italia.
Dal profondo Sud fino al Nord: Sicilia, Calabria, Liguria, Lazio, Veneto e altre regioni del Belpaese sempre più unite da grandine e la conta dei danni.
“Troppi anni di incuria e malinteso ambientalismo da salotto che non ti fanno toccare l’albero nell’alveo ecco che l’alberello ti presenta il conto”, ha detto ministro dell’Interno Matteo Salvini in visita a una delle zone colpite.
C’è chi parla, quindi, di ‘ambientalismo da salotto’ e c’è chi, occupandosi da anni di ambiente, parla invece di land grabbing, dissesto idrogeologico, abusivismo edilizio con cementificazione nel letto delle fiumare o vicino agli argini dei fiumi.
Perché, vedete, parlare di tragedia annunciata, nel 2018, fa amaramente sorridere. Senza nulla togliere a chi in queste ore sta vivendo un dolore incolmabile, come quello della perdita di un proprio caro, non possiamo esimerci dal pensare che è la mano dell’uomo stessa a causare danni permanenti e non la natura, come si potrebbe pensare.
Il ragionamento è molto lineare: la natura si ribella a rifiuti a monte di fiumare, a cemento su cemento in aree dissestaste o non idonee alla costruzione. Ci si augura sempre che non succeda nulla, si continua a vivere in una bolla per poi essere ripiombati nella realtà, quando alle prime piogge torrenziali, la casa viene giù come un castello di sabbia.
“Il decreto Genova sulle richieste pendenti di condono sorvolerà ancora una volta su vincoli idrogeologici, sismici e paesaggistici”, dice Legambiente. E una volta che tutto ciò che è stato costruito in maniera abusiva in zone a rischio, verrà sanato, ci ritroveremo ancora una volta a fare la conta dei danni?
Il clima sta cambiando, al contrario di ciò che continuano a pensare i negazionisti. Gli oceani hanno assorbito negli ultimi anni il 60% del calore solare, gli habitat si stanno trasformando, la biodiversità è sempre più compromessa e sono milioni di cittadini che vivono o lavorano in aree a rischio frane o alluvioni.
“ll moltiplicarsi degli eventi metereologici estremi rappresenta una tendenza che i climatologi avevano previsto come effetto del riscaldamento globale. Non c’è altro tempo da perdere: è necessario varare il Piano di Adattamento al Cambiamento Climatico e, in quel quadro, predisporre al più presto un Piano nazionale per mettere in sicurezza il territorio”, dice il WWF.
Soprattutto perché, come spiega PEFC Italia, il maltempo ha provocato danni ingenti che sicuramente avranno un impatto sull’uomo: “in un giorno sono stati abbattuti tanti alberi quanti se ne abbattono in tutta Italia in un anno di attività selvicolturale, per una quantità di circa otto milioni di metri cubi di legno”.
Lo scenario sembra apocalittico per questo dare seguito all’accordo di Parigi oggi è più necessario che mai.
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