Harte rinuncia all’acquisto dell’isola di Budelli. Ecco perché

Michael Harte rinuncia a perfezionare l'acquisto dell'isola di Budelli, gioiello dell’arcipelago de La Maddalena, aggiudicata all’asta nel 2013 per 3 milioni di euro. Il magnate neozelandese avrebbe voluto trasformare la famosa spiaggia rosa in un museo a cielo aperto accessibile ai visitatori.

Michael Harte rinuncia a perfezionare l’acquisto dell’isola di Budelli, gioiello dell’arcipelago de La Maddalena, aggiudicata all’asta nel 2013 per 3 milioni di euro. Il magnate neozelandese avrebbe voluto trasformare la famosa spiaggia rosa in un museo a cielo aperto accessibile ai visitatori.

Ma dopo un periodo di riflessione Harte, tramite il suo legale, ha comunicato la sua decisione al sindaco Luca Montella, secondo il banchiere non ci sarebbero più “le condizioni necessarie o sufficienti per realizzare il piano di conservazione e ricerca ambientale auspicato, la cui utilità e pubblico interesse è stata riconosciuta anche dal Consiglio di Stato”.

L’incertezza sulla classificazione dell’isola, attualmente riserva integrale e il mancato ripristino della tutela parziale – si legge nella lettera recapitata al municipio – che conferma la persistente opposizione del Parco all’approccio alla conservazione di mister Harte fondato sullo schema della partnership pubblico-privato, per il quale era previsto l’affidamento della gestione a una fondazione con un comitato scientifico e una rappresentatività di istituzioni ed enti locali, rendono il piano difficilmente sostenibile. Hanno fatto venire meno la fiducia di mister Harte nella sua realizzabilità. Quindi non consentono di procedere all’acquisto dell’isola con la necessaria serenità.

Una decisione vista positivamente da una parte di ambientalisti e cittadini che avevano firmato la petizione #salvabudelli lanciata su Change.org, dall’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, sottoscritta da oltre 120mila persone che proprio sulla piattaforma ha commentato così la vicenda:

La rinuncia di Mr. Harte all’acquisto dell’isola di Budelli è una vittoria per tutti voi che avete sostenuto le mie petizioni, per i tanti ambientalisti, giuristi, parlamentari e istituzioni sarde che hanno tenuto ferma l’esigenza della tutela integrale di questo gioiello naturale.

Spero che adesso il Tribunale, dando seguito ad una norma di legge voluta dal Parlamento, voglia assegnare definitivamente al Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena la titolarità dell’isola per consentirne la tutela e una fruizione davvero compatibile con l’eccezionale valore naturalistico del sito. Basta con i cavilli e le dispute giuridiche, che durano da anni, si arrivi ad una saggia cooperazione tra le istituzioni.

Ma cos’è successo veramente? Perché questo tira e molla tra pubblico e privato per aggiudicarsi l’isola di Budelli?

Noi di greenMe.it avevamo seguito la vicenda dall’inizio, da quel lontano luglio 2013 in cui comunicavamo ai nostri lettori che la spiaggia più bella di tutta la Sardegna, conosciuta come spiaggia rosa – per via del suo colore cristallino dato dai gusci calcarei di Miniacina miniacea – era finita all’asta per 3 milioni di euro a seguito del fallimento della società milanese che l’aveva acquistata in precedenza.

Una decisione che aveva scatenato un acceso dibattito. Sin dall’inizio, infatti, era stato ipotizzato un intervento dello Stato per far vale il diritto di prelazione attraverso il ministero dell’Ambiente. Un’ipotesi avanzata dall’Ente Parco de La Maddalena ma anche, dalla Regione Sardegna come aveva spiegato il naturalista Tommaso Gamboni intervistato da Roberta Ragni.

Voce fuori dal coro quella di Legambiente che, fin dall’inizio, aveva espresso la propria contrarietà all’ipotesi di destinare risorse pubbliche all’acquisto di Budelli, temendo che l’acquisizione potesse coincidere con un’ammissione di inadeguatezza degli enti e degli strumenti che fino ad allora, avevano avuto il ruolo di salvaguardare l’isola come bene comune.

isola budelli 1

Secondo l’associazione ambientalista, lo Stato avrebbe forse potuto compiere una scelta diversa: spendere il denaro necessario per l’acquisizione di Budelli per mettere in sicurezza le zone della Sardegna colpite dalle alluvioni.

La querelle non si era arrestata neanche quando nell’ottobre 2013, il magnate Harte si era aggiudicato l’isola di Budelli per 3 milioni di euro. Lo Stato aveva ignorato il diritto di prelazione per i limiti di spesa imposti alla pubblica amministrazione dalla legge di Stabilità targata Monti.

Il banchiere immaginava la realizzazione di un centro per la ricerca scientifica, creando una partnership tra privato e pubblico, coinvolgendo docenti universitari ed esperti marini. Aveva quindi, allontanato l’idea di una speculazione ribadendo che i suoi progetti sarebbero stati compatibili con l’ambiente e il patrimonio.

Ipotesi a cui non avevano creduto dall’Ente Parco nonostante comunque sull’isolotto disabitato fosse vietata qualsiasi tipo di costruzione. Da lì una lunga battaglia legale con l’intervento del Consiglio di Stato, con le varie petizioni online per Budelli pubblica, con le contrapposizioni sia politiche che ambientaliste fra pro e contro.

La svolta alla vicenda Budelli

Nel 2014 il governo Letta aveva inserito nella Legge di Stabilità la spesa di 3 milioni di euro per riprendere l’isola, rivendicando nuovamente il suo diritto di prelazione con deroga ai limiti di spesa imposti da Monti.

Harte si era allora rivolto al Tar Sardegna (ricorso perso) e poi al Consiglio di Stato che lo scorso aprile invece aveva ribaltato il verdetto del Tar impugnando un vizio formale: il Parco nazionale Arcipelago della Maddalena non aveva ancora adottato il piano previsto dalla legge quadro sulle aree protette (n.394).

In ottobre, il Tribunale di Tempo Pausania aveva quindi dato esecuzione alla sentenza, impegnando il neozelandese a versare i 3 milioni di euro entro 60 giorni.

Ma in questi giorni Harte ha ritrattato e l’isola di Budelli è tornata a vivere nel limbo. Si dovrà adesso identificare il suo proprietario definitivo per chiudere questa vicenda una volta per tutte e capire quale sarà il futuro della meravigliosa spiaggia rosa.

Dominella Trunfio

Foto: Touring club

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