Insomma, le scuole italiane cadono a pezzi

Gli istituiti scolastici italiani sono in uno stato di degrado e abbandono. Secondo il nuovo report di Legambiente, "Ecosistema Scuola 2024", è urgente la manutenzione per 1 scuola su 3, con il Sud e le Isole in condizioni peggiori. Ritardi anche su digitalizzazione, trasporti e sostenibilità

Un’altra estate è passata, l’autunno è iniziato, e con lui il nuovo anno scolastico. Ma per milioni di studenti italiani, il ritorno tra i banchi ha il sapore amaro dell’incertezza e del degrado. Lo rivela il nuovo report di Legambiente, “Ecosistema Scuola 2024“.

Presentato il 30 settembre a Napoli, il documento, arrivato alla sua XXVI edizione, fotografa una realtà scolastica ben lontana dagli standard di sicurezza e innovazione che l’Italia dovrebbe garantire.

I dati raccolti da Legambiente ci raccontano che nel Paese una scuola su tre necessita di interventi di manutenzione urgenti. Al Sud e nelle Isole, la situazione è ancora più critica, con una scuola su due che versa in condizioni di degrado. E non si tratta solo di muri scrostati o intonaco cadente: parliamo di certificati di agibilità mancanti, impianti elettrici obsoleti, solai pericolanti. Una situazione che mette a rischio la sicurezza di studenti e personale scolastico, e che stride con le promesse di investimenti e riforme che da anni si susseguono senza mai tradursi in realtà.

Ma il degrado fisico è solo la punta dell’iceberg. Il report di Legambiente evidenzia ritardi significativi anche sul fronte della digitalizzazione e dei servizi. Poco più di una scuola su due dispone di reti cablate e Wi-Fi, mentre le mense scolastiche, seppur migliorate negli anni, continuano a essere un lusso per molti studenti del Sud e delle Isole. E che dire dei trasporti e degli impianti sportivi? Solo il 19,7% delle scuole può contare su un servizio di scuolabus, mentre le palestre aperte in orario extrascolastico sono una rarità al Sud. Ma analizziamo i dati nel dettaglio.

Un Paese a due velocità

Il report, che ha analizzato 7.024 edifici scolastici in 100 comuni capoluogo, rivela un’Italia divisa in due. Al Nord, la situazione è meno critica, con il 68,8% degli edifici in possesso del certificato di agibilità. Al Sud, invece, solo il 22,6% delle scuole può vantare la presenza di questo importante documento.

Digitalizzazione a singhiozzo e mense fantasma

Sul fronte della digitalizzazione, il report sottolinea che solo il 54% delle scuole dispone di reti cablate e Wi-Fi, essenziali per una didattica moderna e inclusiva. Le mense scolastiche, seppur in crescita, restano un miraggio per molti studenti del Sud e delle Isole, dove la percentuale di edifici con mensa si ferma al 54,3% e al 41,2% rispettivamente.

Trasporti, sport e sostenibilità: le grandi assenti

Il report di Legambiente evidenzia anche le carenze nei servizi di trasporto, con solo il 19,7% delle scuole che dispone di uno scuolabus. Le palestre, spesso chiuse o inagibili, limitano le opportunità di fare sport, soprattutto al Sud, dove solo il 30,3% degli istituti le tiene aperte in orario extrascolastico. E la sostenibilità? Solo il 20,9% degli edifici scolastici utilizza fonti di energia rinnovabile, un dato che dovrebbe far riflettere in un’epoca di crisi climatica.

Secondo Legambiente, senza un investimento adeguato sui Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), le scuole delle regioni più svantaggiate rischiano di rimanere indietro non solo in termini di infrastrutture, ma anche di servizi e opportunità educative.

Buoni esempi

Eppure, non mancano le buone notizie. Il report di Legambiente cita diversi esempi virtuosi di scuole che hanno saputo innovare e migliorare, investendo in efficientamento energetico, mobilità sostenibile e progetti educativi di qualità.

Aosta, Cesena e Trento sono le città capoluogo che dichiarano di avere tutti gli edifici scolastici in regola con certificato di agibilità, prevenzione incendi e accorgimenti per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Brindisi, Fermo e Parma, invece, si distinguono per avere tutti gli edifici scolastici serviti da scuolabus.

Cesena, Cosenza, Crotone, Lecco e Pordenone sono le città con la maggior presenza di scuole raggiunte dal pedibus. E sul fronte dell’efficientamento energetico, Brescia, Siena, Pordenone, Varese, Gorizia, Modena, Firenze, Rovigo e Bergamo sono le città che si sono distinte per aver realizzato interventi sul maggior numero di edifici.

Ma perché queste esperienze restano isolate? Cosa impedisce al sistema scolastico italiano di fare un salto di qualità?

Forse il problema non è solo la mancanza di fondi ma anche la mancanza di una visione a lungo termine. Secondo i dati emersi dal report, la scuola italiana ha bisogno di un piano di rigenerazione ambizioso e partecipato, che metta al centro la sicurezza, la sostenibilità e l’innovazione. Un piano che coinvolga non solo le istituzioni, ma anche studenti, famiglie e comunità locali, necessari per costruire una scuola davvero all’altezza delle sfide del futuro e del presente.

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