Quando #andràtuttobene? Non così presto. Il racconto da Hong Kong che ci mostra come sarà la vita dopo la quarantena

Come sarà la nostra vita dopo la quarantena? Ce lo svela il racconto della vita che oggi si vive a Hong Kong. Una testiomianza in esclusiva per greenMe

Chiusi in casa. Sì, ma per quanto tempo? E cosa accadrà dopo? Se lo sta chiedendo in questo momento ogni singolo italiano e la risposta, attualmente, è difficile da dare. Nessuno ha certezze. Mentre facciamo la conta dei morti e guardiamo le immagini dei mezzi militari trasportare le bare, iniziamo ad accettare l’idea, che tra poco sarà certezza, di una quarantena che certamente proseguirà.

Ma possiamo volgere lo sguardo all’altro capo del mondo per immaginare un futuro scenario per noi e per il nostro Paese dopo la quarantena. Pian piano riaprirà qualche attività, certo. Ma il mondo che conoscevamo non esisterà più ancora per molto tempo.  Lo dimostra la testimonianza, in esclusiva per greenMe, di una nostra connazionale che vive a Hong Kong, dove il lockout contro il coronavirus è in vigore da febbraio.

“Raccogliete le energie per lo step successivo, che è sicuramente un netto miglioramento, ma non è la fine”, ci racconta Chiara Degan, italiana emigrata ad Hong Kong con la famiglia quattro anni e mezzo fa, mamma di due bambini e fondatrice di una piccola attività artigianale di prodotti naturali per il corpo (Bubbles&Spells).

Quello che è accaduto a Hong Kong è l’esatta fotografia delle vicende italiane, con le dovute differenze. A dividerci c’è, oltre ai chilometri, circa un mese e mezzo di “scarto”: le scuole che chiudono, la corsa ai supermercati, la difficoltà a reperire mascherine, la cancellazione dei voli, l’home schooling, il fuggi fuggi generale. Ogni mondo è Paese, verrebbe da dire, con un’altra piccola differenza: Hong Kong non è mai stata dichiarata in lockdown come sta accadendo in Italia o Wuhan, qui si procede più con un isolamento volontario e preventivo.

Oggi Hong Kong ha imposto una quarantena di 14 giorni a tutti i viaggiatori in entrata e imposto l’uso di utilizzare braccialetti elettronici per controllarli. Le misure intraprese dalle autorità, e la risposta dei cittadini, hanno consentito di poter contare appena 193 casi e 4 decessi. Su una città di 7,5 milioni persone. Un po’ come è accaduto grazie al “modello” di Vo’ Euganeo.

Hong Kong, proprio come Vo’, oggi è in una bolla. Il resto del mondo… fuori.

“Vi chiederete perché dovete stare a casa, perché vi stanno togliendo la libertà di gestire il vostro tempo e i vostri spazi quando accanto a voi il numero di contagiati e morti continua a salire. Vi chiederete perché vi dovete mettere in fila per fare la spesa e non potete andare al cinema. Tutto questo non annichilisce la vostra libertà. La preserva. Avete una grande fortuna perché non state barcollando alla cieca. Avete chi ci è passato prima di voi. E sapete anche come finirà questa partita. Vincerete”.

Le parole di Chiara, che in tempi non sospetti aveva invitato i suoi conoscenti a stare in casa e munirsi di mascherine e gel disinfettante, suonano come un messaggio di speranza. Ma sono anche un monito.

“Il nemico è lo stesso ma il campo di gioco e le squadre sono diverse, quindi dovete trovare la vostra strategia. Io vedo tutto da lontanissimo e per quanto può contare ve lo dico: state facendo un ottimo lavoro. Siete un esempio per tutta Europa. Ad Hong Kong circolano i video delle nostre bellissime città vuote, dei medici e di tutto il personale sanitario che stanno facendo miracoli. Circolano i video di concerti alle finestre, di cartelloni colorati, di acque pulite e cieli tersi. Arrivano notizie di aziende nostrane che stanno producendo mascherine. Arrivano anche le notizie delle difficoltà da parte del personale sanitario e la carenza di materiale ospedaliero. Il senso di impotenza e smarrimento sono sentimenti reali e lo so quanto è difficile gestire tutto questo. Ma passerà.

coronavirus hong kong

@Chiara Degan

In Italia siamo in attesa del picco dei contagi, che avverrà tra circa una settimana. Ma come sarà la nostra vita dopo? Tra un mese o due? In molti parlano di un “ritorno alla normalità”. Ma cosa si intende per “normalità”? Se il riferimento è alla vita che fino a ora abbiamo condotto, beh, no. Non sarà così.

“Queste sono le settimane più difficili e mentirei se vi dicessi che finirà tutto presto. Ci vorrà ancora molto tempo ma le cose saranno più gestibili e si spera che la gente sarà più cosciente e incline a seguire le regole”, spiega ancora.

L’epidemia ha allentato la morsa in Cina, non ci sono più contagi domestici. Ma ora sono nati altri problemi.

“Anche se non abbiamo più casi di contagi tra residenti, abbiamo molti casi importati dall’estero, ossia persone che stanno rientrando da altre parti del mondo e che sono contagiate, – aggiunge Chiara. È questo il motivo per il quale dopo settimane di stabilità, il numero di contagiati è tornato a salire. Sono state prese misure contenitive drastiche: a ogni viaggiatore verrà imposta una quarantena preventiva obbligatoria. Verrà consegnato un braccialetto elettronico collegato al proprio telefono con un’App governativa di tracciamento. In questo modo si cercherà di controllare tutti i quarantenati e di intervenire tempestivamente in caso qualcuno mostri i sintomi di contagio. Queste misure verranno adottate per – almeno – i prossimi tre mesi e ci è già stato comunicato che le scuole non riapriranno ad aprile. Molto probabilmente non riapriranno più per quest’anno scolastico”.

coronavirus hong kong

coronavirus hong kong

@Chiara Degan

Come si vive in questa “nuova” realtà?

Noi continuiamo con questa nuova routine fatta di scuola on line, tempo passato a casa a giocare, lunghe passeggiate, corse sotto casa. Ho sospeso i miei allenamenti di Dragon boat e dubito fortemente riusciremo a gareggiare quest’anno. Lavoro solo on line e non partecipo più ai market dove vendo i miei prodotti, perdendo la maggior parte dei miei guadagni mensili. Biblioteche e qualche museo sono stati riaperti così come i centri sportivi dove comunque bisogna entrare muniti di mascherina e si è sottoposti al controllo della temperatura. Siamo tutti in attesa. In attesa che gli altri Paesi adottino le stesse misure contenitive, in attesa che i contagi diminuiscano fino a scomparire. In attesa che le persone prendano coscienza di far parte di una comunità e smettano di pensare solo a se stesse e al loro benessere personale“.

coronavirus hong kong

Il virus si può fermare e la catena dei contagi si romperà. Poi toccherà ricominciare e fare tesoro degli errori.

L’Italia adesso sta attraversando la bufera. Dopo ci verrà chiesto un ulteriore sforzo.

“È una battaglia che ci coinvolge tutti, ma ne usciremo. Segnati, stanchi, avviliti. Ma ne usciremo”.

#andràtuttobene

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