Greenpeace con la Sardegna alla Prestigiacomo: le Bocche di Bonifacio aspettano da un anno!

A un anno dall’Accordo per tutelare le Bocche di Bonifacio cosa è stato fatto? È questa la domanda che oggi Greenpeace, insieme a dieci comuni del Nord della Sardegna, al Presidente della Provincia Olbia-Tempio e all'Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Sannitu, pone ufficialmente al Ministro On. Prestigiacomo.

A un anno dall’Accordo per tutelare le Bocche di Bonifacio cosa è stato fatto? È questa la domanda che oggi Greenpeace, insieme a dieci comuni del Nord della Sardegna, al Presidente della Provincia Olbia-Tempio e all’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Sannitu, pone ufficialmente al Ministro .

Sono trascorsi dodici mesi dai festeggiamenti a Palau per l’impegno assunto dall’On. Prestigiacomo insieme al Ministro per l’Ecologia francese, Jean-Louis Borloo. Impegno che prevedeva una proposta per vietare il transito di navi con carichi pericolosi nelle Bocche, e la finalizzazione del processo di creazione di un Parco Marino internazionale delle stesse.

Solo un anno fa Giuseppe Onufrio, direttore Esecutivo di Greenpeace Italia, parlava di vittoria. Una vittoria per Greenpeace, per la Sardegna e per la Corsica.

Oggi, però, che situazione si presenta agli occhi di chi raggiunge le Bocche? Greenpeace parla di 130.000 tonnellate di merci pericolose che ogni anno continuano a transitare nello stretto, senza che nessuna misura di protezione sia stata messa in atto. Tutto questo, mentre le comunità locali sarde continuano a non ricevere alcuna informazione sull’avanzamento dei lavori del Ministero.

“Siamo stanchi di accordi che valgono solo sulla carta. – ha ricordato Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace e presente un anno fa alla firma dell’Accordo a Palau – Nel 1999 proprio Francia e Italia, insieme a Monaco, si impegnavano a proteggere tutto il Nord Tirreno, creandovi il Santuario dei Cetacei Pelagos. Eppure in tutti questi anni non sono stati in grado di mettervi in pratica una sola misura di tutela e gestione. Ci auguriamo che questo accordo non finisca per essere l’ennesimo specchietto per le allodole”.

Il 15 giugno 2010 Greenpeace chiedeva espressamente alle parti firmatarie di far seguire all’Accordo un piano preciso da presentare nel più breve tempo possibile all’Organizzazione Marittima Internazionale (OMI) una proposta per tutelare le Bocche dai traffici navali a rischio. L’organizzazione si aspettava che l’Italia facesse un salto di qualità nelle politiche di tutela del mare sia a livello nazionale che nell’ambito di processi internazionali come la Convenzione di Barcellona.

Le minacce ambientali, però, invece di diminuire aumentano. Come evidenziato nella stessa dichiarazione firmata da Italia e Francia, le Bocche di Bonifacio sono un’area di alta valenza ambientale, particolarmente vulnerabile ai rischi creati dalle attività antropiche.

Dopo il recente sversamento di idrocarburi a Porto Torres e dopo i non pochi episodi di naufragio avvenuti in passato nello stretto, quanto dovranno ancora attendere le comunità locali della Sardegna? Speriamo non dodici mesi.

Serena Bianchi

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