Greenme è al 61esimo posto della Top 100 dell'informazione online, confermandosi l'unico giornale che si occupa di ambiente
Quando nel marzo del 2009, Mario Notaro e Simona Falasca, oggi editore e direttore di greenMe, sognavano una testata giornalistica su tematiche ambientaliste, che potessero anche influenzare positivamente lo stile di vita dei lettori, a crederci probabilmente erano solo loro e una manciata di lettori.
Oggi greenMe è al 61esimo posto nella TOP 100 dell’Informazione online, un risultato che a qualcuno potrebbe non sembrare il massimo al rendimento, se non fosse che è l’unico, tra i 100, ad occuparsi di ambiente e senza altri aggregati editoriali aggiunti.
Di strada, in questi anni, se n’è fatta tanta. Ci siamo incontrati, scontrati, siamo caduti, ci siamo rialzati, siamo cresciuti. E questa storia che, nel nostro piccolo, stiamo scrivendo è un quattro mani con voi, lettori che ci leggete, ci sostenete, ci inviate consigli e a volte, sì, ci bacchettate pure. E se è vero che una classifica rimane una classifica, è anche vero che questi piccoli riconoscimenti sono una spinta a garantirvi sempre più un’informazione leale, indipendente e gratuita su temi scomodi di cui si parla troppo poco e che spaventano (o non interessano abbastanza) i media mainstream.
Abbiamo iniziato a parlare di sostenibilità ambientale, allevamenti intensivi, inquinamento, crisi climatica, plastica e tanto altro, quando parole come Co2, pesticidi, microplastiche, greenwashing, sembravano un mondo lontano, che non riguardasse la vita di ogni giorno. Noi ci abbiamo creduto dall’inizio, consapevoli che l’ambiente prima o poi sarebbe entrato nelle case di tutti. E che ognuno di voi avrebbe sposato petizioni, raccolte firme e si sarebbe speso per migliorare qualcosa.
Per questo, da una piccola mansarda, siamo passati a una vera e propria redazione composta da giornalisti, grafici, commerciali, social media manager, videomaker, stagisti. Una squadra che si alterna, si rinnova. Una redazione al femminile, fatta di donne. Fatta di mamme, spesso assunte durante il periodo di maternità, quando molte altre realtà, non solo editoriali, in queste situazioni, hanno invece trovato l’occasione di dare il benservito.
Una redazione che lo smart working lo conosce bene, anche senza la pandemia. Così come il lavorare allattando o cullando neonati. E che nel 2020, nell’anno più difficile della storia recente, è entrata anche nella TOP 15 dei media italiani più condivisi sui social, superando anche giornali e testate nazionali più note.
Una redazione flessibile, in cui si respira la bellezza del venirsi incontro, aiutarsi, sostenersi moralmente e non solo, che ha imparato a non piegarsi alle logiche del profitto, della pubblicità, degli algoritmi di Google, ai bugs e agli haters.
Una redazione che ha avuto e ha il sostegno del proprio editore e direttore. Professionisti, ma soprattutto persone che ci hanno insegnato che la tenacia, il sacrificio, la forza di volontà alla fine premiano sempre. E che hanno avuto sempre il coraggio di dire no alle collaborazioni e sponsorizzazioni con grandi marchi “lavati e vestiti” col green. Perché l’etica, la morale e la salute per greenMe sono sempre state una priorità da difendere con le unghie e con i denti.
E oggi questa nostra storia è anche la vostra. Grazie.
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