Alla fine le tante email di protesta delle associazioni animaliste e dei cittadini inglesi, ma anche italiani ha fatto sì che la Marshall Farm, proprietaria di Green Hill non trasferisse i suoi allevamenti bunker di beagle in Gran Bretagna.
Alla fine le tante email di protesta delle associazioni animaliste e dei cittadini inglesi, ma anche italiani ha fatto sì che la Marshall Farm, proprietaria di Green Hill non trasferisse i suoi allevamenti bunker di beagle in Gran Bretagna.
Come ricorderete, infatti, la multinazionale proprietaria del lager di Montichiari dove vengono allevati in condizioni pietose migliai di beagle destinati alla vivisezione, aveva dichiarato di voler aprire altri quattro capannoni nel Regno Unito, per un totale di 2000 cani vicino alla cittadina di Hull, nell’East Riding do Yorkshire. Giovedì scorso però, il Consiglio Comunale del paesino inglese ha deciso di rifiutare il permesso a Marshall Farm /B&K per costruire i 4 lager dove imprigionare i cani da vendere ai laboratori.
Merito, appunto, come fa sapere anche il Cordinamento Fermare Green Hill delle tante “proteste degli animalisti di tutto il mondo, ma anche all’opposizione che la National Anti Vivisection Alliance ha cercato e creato a livello locale, da parte degli stessi residenti”. E tante sono state anche le email di protesta giunte dall’Italia che i consiglieri stessi hanno più volte citato nelle loro interviste sui giornali locali, “facendo riferimento al caso di Montichiari in cui a Marshall è stata vietata l’espansione e la costruzione di nuovi capannoni” e la mozione presentata alla Regione Lombardia per fermare Green Hill.
Un successo di tutti che conferma come le petizioni e le proteste possono fermare anche una grande multinazionale come Marshall Farm che si vede ancora una volta ostacolare i suoi progetti di espansione in Europa e che, per fortuna, troverà sempre più ostacoli a far arrivare i suoi cani in Inghilterra. Con la speranza che le proteste facciano definitivamente chiudere presto anche Green Hill stessa. Noi continueremo a farci sentire e voi?
Simona Falasca