A tre giorni dalla conclusione del G8 proviamo a capire quali gli sviluppi, i punti chiave, i grandi temi e gli accordi tra le grandi potenze e quelle emergenti in vista della conferenza sul clima a Copenaghen. Chiedendolo anche a Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
A tre giorni dalla conclusione del G8 proviamo a capire quali gli sviluppi, i punti chiave, i grandi temi e gli accordi tra le grandi potenze e quelle emergenti in vista della conferenza sul clima a Copenaghen.
Dal 22 al 24 aprile il Castello Maniace ha ospitato i Ministri dell’Ambiente dei paesi del G8 assieme a Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto, Repubblica Ceca (Presidenza di turno dell’Ue) e Danimarca.
I temi affrontati: biodiversità, cambiamento climatico e salute dei bambini, quest’ultimo espressamente richiesto da Usa e Giappone.
Due i documenti prodotti dall’incontro. Il Chair Summary (8 pagine sulla tre giorni di lavori) e la Carta di Siracusa.
Approvazione sulla Carta per la questione della biodiversità. Un documento di 24 azioni e 5 proposte che lancia lo slogan ‘Biodiversity is business’. Biodiversità non solo come limite ma anche come risorsa per lo sviluppo e per la lotta ai cambiamenti climatici. E proprio su questa lotta entrano in campo le eco-tecnologie, tecniche a basso contenuto di carbonio da promuovere anche nei Paesi emergenti e sottosviluppati.
Sul cambiamento climatico Italia, Australia e Enel siglano l‘accordo per lo stoccaggio della CO2. L’Enel sarà uno dei membri fondatori del Global Carbon Capture and Storage Institute australiano che studierà le tecnologie di cattura della CO2.
Altro accordo per il Bel Paese quello con il Sudafrica, firmato nell’ambito del G8 Ambiente per una cooperazione sull’efficienza energetica e riduzione di anidride carbonica.
E per il tema ‘salute dei bambini‘ le azioni identificate sono: eliminare il piombo dalla vernice e dalla benzina, collaborare a ricerche e studi sulla salute dei bambini e dell’ambiente inclusi gli impatti degli agenti chimici, dei metalli pesanti e dei cambiamenti climatici e migliorare la conoscenza costruendo capacità professionali.
Portavoce degli Stati Uniti Lisa Jackson, responsabile dell’agenzia di protezione americana. Jackson, in una dichiarazione aperta, ha parlato di energia pulita ed efficienza energetica come obiettivi da perseguire. Sul fronte nucleare l’ambasciatrice non ha ignorato il problema irrisolto dei rifiuti nucleari che ha definito “non ancora chiuso”.
Queste le uniche dichiarazioni, forse anche in vista della convocazione del Presidente Obama del Mef (Major economies forum) iniziato ieri.
Ed è proprio a Washington che l’America ha definito il suo ruolo. Il Segretario di Stato Hillary Clinton precisa la posizione degli Stati Uniti nel dibattito sul cambiamento climatico in atto. “We are back in the game“. Gli States guardano a Copenaghen per la stesura di un nuovo trattato internazionale che subentrerà al Protocollo di Kyoto includendo le economie in ascesa come India e Cina.
E i paesi emergenti si sono fatti sentire. Primo fra tutti il Brasile che ha proposto ai paesi industrializzati un taglio del 45% delle emissioni di gas serra al 2022.
Il Brasile destina all’ambiente il 18% del pacchetto anti-crisi contro l’8% dell’Europa. Carlos Minc, ministro brasiliano per lo sviluppo, presenta l’ambizioso progetto amazzonico di riduzione della deforestazione del 70% entro il 2017 e aggiunge che in Brasile è stata proposta una legge che destina il 10% dei profitti del mercato del petrolio a favore del fondo sul clima. I risultati: fino a 800 milioni di dollari l’anno disponibili per l’ambiente.
Minc ha anche avanzato la possibilità di uno stanziamento di 100 miliardi di dollari per i problemi climatici nei paesi in via di sviluppo. La proposta, che ha diviso il G8, è stata ridotta ad un’eventualità.
Per contro, nessuna percentuale o cifra per i Paesi del G8 a Siracusa ma 5 proposte salva natura: decidere i target a breve e medio termine, fissare gli obiettivi a lungo periodo, stabilire la compatibilità degli sforzi tra i Paesi, i finanziamenti e la governance internazionale per gestire gli investimenti.
Il G8 sull’ambiente di Siracusa “non ha assunto decisioni perché non poteva prendere decisioni” ha spiegato Stefania Prestigiacomo.
Sin dall’inizio era nota l’impossibilità di decidere l’erogazione di fondi da parte dei ministri ma questo non vietava la formulazione di proposte concrete. Un G8 ricco di buone intenzioni e proponimenti ma generico.
Il WWF approva la Carta sulla Biodiversità, unico risultato tangibile, e parlando di ‘green economy‘ afferma l’importanza di dare alle parole ‘eco’, ‘green’ e ‘verde’ un valore sostanziale. Di questo devono farsi garanti i ministri dell’Ambiente.
Da Roma Francesco Tedesco, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, rilascia una dichiarazione esclusiva per la redazione di greenMe.it sulla posizione dell’Associazione in merito al G8.
“Greenpeace crede che questo incontro sia stato più che altro una passerella per aziende e politici che hanno dato una tintarella di verde alle loro dichiarazioni e ai loro propositi. In realtà la strada per giungere ad un accordo concreto “salva-clima” è ancora lunga e diversi sono gli appuntamenti che potranno incidere lungo la strada per Copenhagen, come ad esempio il vertice voluto da Obama a Washington di questi giorni. Di fronte all’immobilismo degli ultimi mesi, serve un impegno concreto sulle risorse finanziarie da versare ai Paesi in via di sviluppo, almeno 110 miliardi di euro all’anno fino al 2020 per stimolare lo sviluppo delle rinnovabili e per altre misure. Occorre, in parole povere, mettere i “soldi sul tavolo”.
La lotta al cambiamento climatico è rinviata a dicembre, sede Copenaghen.