La prova su strada della berlina ibrida di casa Ford venduta per il momento in America e della ibrida per antonomasia in versione plug-in
Salito in macchina non ho dubbi: ecco la futura Auto blu in dotazione ai corpi diplomatici e per le funzioni pubbliche di rappresentanza. Parlo di una berlina, nel caso del Test Drive presso la decima edizione dell’H2Roma 2011, la rassegna sulla mobilità sostenibile aperta ieri nella capitale presso il Salone delle Fontane all’Eur, rossa fiammante.
Ford Fusion Hybrid
La Ford Fusion Hybrid: cinque porte, e veicolo, appunto, a propulsione ibrida, è dotata di un motore elettrico e di un motore termico che si “alternano” durante la guida.
Ad oggi vanta due primati importanti, dato che al record di velocità per auto fuel-cell a idrogeno (333,612 km/h) si è già aggiunto il record di chilometri percorsi con un pieno per una berlina alimentata a benzina: ben 1.445,7 miglia complessive (2.326 km). Intanto allaccio la cintura, mi guardo intorno e per la prima volta metabolizzo il significato della parola Hi-tech. “La Fusion è l’avvenire“, penso, posizionando lo schienale del sedile mentre premo un piccolo bottoncino elettronico. Ma mi sbaglio. Perché, macchina dell’anno 2010, “è già in vendita negli States” al prezzo di 28.675 dollari. Mani sul volante, e il copilota mi da il Via!
A bordo della Fusion, come ogni ibrida, frenare si traduce nell’ottimizzazione dei consumi attraverso il recupero di energia, che invece di perdersi in decelerazione viene restituita alla batteria. Due i motori: un 2.5 a quattro cilindri da 156cv unito ad un propulsore elettrico da 106cv. Combinati offrono una potenza invidiabile al veicolo, erogata a 191 cv, capace di raggiungere una velocità massima pari a 170 Km/h. Fino ai 76 km/h, tuttavia, la trazione è elettrica. Dopo di che è compito del termico.
Dal canto mio, mentre guido un’ibrida respiro una sensazione più realistica rispetto ad una convenzionale auto elettrica. Tranne quando mi fermo ad un semaforo ed un ragazzo di vent’anni si accosta col motorino al mio specchietto. Si accende una spia laterale, sento un segnale di allarme. “È il sensore – mi spiega il copilota -. Ti avverte quando un altro mezzo si accosta troppo alla tua vettura“. Rientro ai box. Ma prima di posizionare il cambio su P, Parking, imposto la retromarcia. Si accende un altro sensore, e sullo specchietto retrovisore compare un’interfaccia grafica che riproduce la distanza che mi separa dagli ostacoli dietro l’automobile. Uno scalino, una colonnina per ricaricare, un semplice pedone. Ottantacinque centimetri, cinquanta, ventidue. “Fermati, sei arrivato!“.
Quel record delle 1.445,7 miglia percorse con un solo pieno è un ricordo indelebile. Una speranza possibile. Partita alle 8:15 da Mount Vernon (Virginia), la Ford Fusion Hybrid si fermò priva di carburante alle 5:37 del 28 aprile sulla George Washington Parkway di Washington, D.C, dopo 69 ore di guida continuata.
“Il segreto – mi suggeriscono nei pressi di uno stand – è l’hypermiling, una tecnica di guida sempre più in voga negli Stati Uniti, e che presto probabilmente raggiungerà anche l’Europa“. Le regole base: rallentare lentamente; accelerare a poco a poco e frenare senza bruschi strappi; mantenere la distanza di sicurezza ed anticipare l’andamento del traffico; procedere in folle all’approssimarsi dei semafori e degli stop; ridurre al minimo l’uso di riscaldamento ed aria condizionata; tenere i finestrini chiusi quando si viaggia ad alta velocità per conservare la spinta aerodinamica della macchina alla sua efficienza massima; ridurre al minimo l’eccessivo carico di lavoro del motore utilizzando la spinta cinetica del veicolo in avanti nei movimenti in salita ed utilizzare le discese per velocizzare il veicolo; evitare sobbalzi e buche che possono ridurre lo slancio.
Il nostro inviato ai microfoni di Omniauto.it
Toyota Prius Plug-in: il test drive
Lo stesso vale per l’ibrida per antonomasia, la capostipide firmata Toyota: la PriuS che nel frattempo è diventata Plug-in, incorporando l’evoluzione più recente della tecnologia Hybrid Sinergy Drive. Si tratta del primo veicolo ibrido elettrico con tecnologia plug-in (PHEV) della casa giapponese destinato alla produzione in serie.
Apro la portiera e mi accomodo in un’auto apperentemente spaziosa. Che ha abbandonato la tradizionale chiave e si accende con una pulsantilla. “Provi a frenare bruscamente – mi consiglia il copilota – e guardi il simbolino della batteria sul display di fronte a lei“. Su un rettilineo raggiungo gli 80 Km/h in più o meno 8 secondi, freno bruscamente, ed è ossigeno per le batterie agli Ioni di Litio che si ricaricano con intensità. L’ibrida della Toyota consente un’accelerazione 0-100 km/h in 10,7 secondi, con una velocità massima di 180 km/h ed ha un’autonomia in modalità elettrica (EV) di circa 23 chilometri. La ricarica può avvenire tramite la tradizionale colonnina o in solo 1 ora e 30 minuti mediante una normale presa elettrica domestica da 230V.
Il sistema si basa, come nella classica Prius su un motore termico 1.8 IVVT-i e un potente motore elettrico, capaci di generare complessivamente 136 cv. L’omogenea trasmissione a variazione continua CVT del sistema di guida viene controllata dalla tecnologia Shift-by-Wire.
Con un peso di circa 1.420 kg, la Prius Plug-in è solo 50 kg più pesante rispetto al modello standard, al pari di qualsiasi altro veicolo diesel o benzina appartenente allo stesso comparto, e “può ottenere un’efficienza di consumi davvero eccezionale, pari a soli 2.2 l/100 km, abbassando le emissioni di CO2 fino a 49 g/km“.
Dopo aver sperimentato i tasti Ev ed Ev city sulla plancia che permettono di selezionare la marcia in modalità esclusivamente elettrica per i tragitti nei centri urbani, io e il mio copilota completiamo il test. Lui mi offre una scheda di valutazione. Io, soddisfatto, compilo ogni voce con “ottima prestazione”.