Fare la spesa differenziando: First, l’Ecopunto di Niscemi

Qualche tempo fa vi abbiamo raccontato le battute iniziali dell’avventura di First, un esercizio commerciale decisamente ecosostenibile, che ha aperto i battenti lo scorso 30 gennaio a Niscemi, Comune di 26 mila abitanti nella provincia di Caltanissetta. A tre mesi dal lancio, come sta andando?

Qualche tempo fa vi abbiamo raccontato le battute iniziali dell’avventura di First, un esercizio commerciale decisamente ecosostenibile, che ha aperto i battenti lo scorso 30 gennaio a Niscemi, Comune di 26 mila abitanti nella provincia di Caltanissetta.

First è stato fondato dalla cooperativa siciliana LiberAmbiente ed è un Ecopunto, un negozio in cui è possibile fare la spesa barattando i rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata casalinga (vecchi giornali, bottiglie di vetro, contenitori di plastica…) con beni di consumo di prima necessità. Una soluzione intelligente che mira a trasformare un problema cronico delle nostre città in un’opportunità, rendendo tangibile l’importanza del recupero e del riciclo dei rifiuti e dimostrando come differenziare non sia soltanto un onere ma sia soprattutto una pratica virtuosa, da cui possono derivare numerosi vantaggi, ambientali ed economici.

Come il nome “First” lascia intendere, l’Ecopunto di Niscemi è un esperimento ancora unico in Italia, anche se si spera che possa essere esportato e replicato al più presto in altre realtà, diffondendosi mano a mano in tutta la Sicilia e, perché no, anche nel resto del Paese. Il suo funzionamento è estremamente semplice: la conversione dei rifiuti viene fissata con una raccolta punti che dipende dal tipo di materiale riciclato: ad esempio, 100 gr di carta o di ferro equivalgono ad 1 punto, mentre 100 grammi di alluminio o di lattine fruttano ben 5 punti. Raggiunti i 70 punti si matura il diritto a ricevere 25 centesimi o una determinata quantità di pasta, riso o legumi.

A poco più di tre mesi dall’apertura di First abbiamo sentito la dott. ssa Silvia Coscienza, medico e Presidente della cooperativa LiberAmbiente, per un bilancio e una riflessione sulle prime settimane di attività del negozio. E, dati alla mano, l’Ecopunto di Niscemi sembra davvero godere di ottima salute, tanto da aver conseguito risultati importanti in pochissimo tempo. Basti pensare che la raccolta differenziata nella cittadina siciliana è quasi triplicata, passando dal 4,7% di gennaio all’attuale 12%: ciò significa che la formula sperimentata funziona e che è in grado di dare risultati tangibili. La prima scommessa, insomma, è stata vinta.

L’Ecopunto di Niscemi è riuscito anche ad ottenere un importante riconoscimento istituzionale, pervenendo ad una convenzione con l’ATO (Ambito Territoriale Ottimale). Grazie a tale convenzione, i rifiuti “barattati” presso l’Ecopunto vengono poi gestiti dall’ATO e portati prima al centro di raccolta comunale di Niscemi e quindi al Kalat Ambiente di Caltagirone. Come spiega la dott. ssa Coscienza, il riconoscimento istituzionale e il raggiungimento di una sinergia costruttiva con ATO rappresentavano per noi un primo obiettivo fondamentale, che siamo riusciti a centrare con successo.

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Il secondo obiettivo, spiega ancora la Presidente di LiberAmbiente, consiste nell’aumentare e potenziare i mezzi per la raccolta differenziata dei rifiuti, istituendo dei presidi in luoghi strategici, come ad esempio le scuole. In questo modo, si potrebbe creare un sistema di recupero dei rifiuti più capillare, intensificando nello stesso tempo il contatto con i cittadini, che diventerebbe quotidiano e costante. Ciò permetterebbe di sensibilizzarli ancora di più sul tema della raccolta differenziata.” Una dichiarazione di intenti che è pienamente in linea con gli obiettivi fondanti del progetto: educare la cittadinanza al recupero dei rifiuti, diffondendo una cultura della sostenibilità e della legalità.

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L’Ecopunto di Niscemi è nato senza ricorrere a sovvenzioni pubbliche, grazie all’autofinanziamento, alla sensibilità e all’intraprendenza di un gruppo di privati cittadini. Il progetto è oggi seguito da 15 persone che si sono dimostrate capaci di sognare in grande: la vera scommessa, infatti, è quella di creare una rete virtuosa di Ecopunti in tutte le province siciliane, puntando su referenti territoriali per replicare l’esperimento (riuscito) di Niscemi in altre località. I promotori del progetto sperano di poter aprire anche in Comuni più grandi e popolosi, come Catania e Palermo: si tratta di realtà più complesse da gestire, che implicano un investimento economico più cospicuo e in cui bisogna superare ostacoli burocratici più fastidiosi. Per ovviare a queste difficoltà, LiberAmbiente punta a sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica: la speranza è di trovare degli investitori pronti a scommettere su un progetto imprenditoriale originale, in grado di creare concrete opportunità di impiego e che potrebbe contribuire a sconfiggere non solo l’inquinamento urbano, ma anche gli interessi clientelari che troppo spesso si annidano dietro alla gestione dei rifiuti.

Come abbiamo anticipato, l’Ecopunto di Niscemi funziona come un vero e proprio esercizio commerciale ed è aperto mattina e pomeriggio, dal lunedì al sabato. Il negozio ha fatto talmente tanto presa sulla cittadinanza che nei giorni della chiusura pasquale i cittadini sono andati ugualmente a depositare il loro sacchetto di rifiuti differenziati da barattare, lasciandolo sul retro della struttura, con tanto di etichette con i loro nomi e cognomi. Ciò significa che, in poco più di tre mesi di apertura, First è riuscito a diventare un vero e proprio punto di riferimento per la comunità.

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Con l’obiettivo di perfezionare il servizio, LiberAmbiente ha deciso di condurre uno studio mirato sul territorio per verificare quale fascia di popolazione, per età, sesso, titolo di studio ecc., sia più sensibile e attiva nella raccolta differenziata e nella partecipazione al progetto. In questo modo, si potranno valutare correttivi mirati per ampliare il bacino di persone coinvolte e cercare di raggiungere anche quelle fasce di cittadinanza che hanno fino ad oggi risposto in modo più debole. Una volta raccolti e analizzati, tali dati saranno divulgati e sottoposti anche all’attenzione delle istituzioni e del Ministero.

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L’insieme di queste iniziative, uniche nel loro genere, contribuisce a fare di Niscemi un vero e proprio laboratorio sperimentale per la raccolta differenziata, per la gestione dei rifiuti e per l’educazione alla sostenibilità: una piccola realtà virtuosa da cui si spera che molte altre possano prendere esempio.

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