Vive tra i boschi, salva i cuccioli e ripulisce ruscelli e laghetti. Per questo è stato rinviato a giudizio (e ci chiede aiuto)

Vi ricordate di Fabrizio Sulli, la guida ambientale che pianta alberi e ripulisce ruscelli e laghetti per ricreare un habitat naturale?

Rinvio a giudizio per aver realizzato tre stagni per anfibi e salvato un cinghialetto, Fabrizio chiede aiuto e lancia un appello

Vi ricordate di Fabrizio Sulli, la guida ambientale che pianta alberi e ripulisce ruscelli e laghetti per ridare a salamandre e rane il loro habitat naturale?

Fabrizio ci ha contattato per raccontarci come è andata a finire la sua Resistenza rurale e aggiornarci sulle sue vicende giudiziarie.

Abruzzese di Pescara, il trentaquattrenne, da dieci anni vive ai piedi del Gran Sasso in una contrada isolata, senza strade, ma solo sentieri. “Ho scelto di vivere così per sperimentare e ricreare un ponte tra uomo e natura, rispettando e proteggendo l’ambiente che mi circonda, con l’obiettivo di creare attività naturalistiche ed una comunità diffusa”, ci spiega Fabrizio.

Il naturalista in solitaria a mani nude scava e pulisce ruscelli e laghetti, ma quella è una zona protetta, lui non segue l’iter burocratico, e finisce sotto processo.

“Grazie alle vicende giudiziarie in cui sono coinvolto, abbiamo la grande opportunità di riuscire a slegare le nostre scelte ecologiche da burocrati e speculatori ambientali, i quali inaspriscono il divario economico tra i cittadini imponendo progetti e cantieri “a norma di legge” per azioni che sarebbero invece un diritto inalienabile dell’essere umano”, spiega.

Il suo intento, quindi, non è quello di speculare, né quello di riurbanizzare nuovamente la zona ma di preservare le dinamiche naturali, di assecondare la rinaturalizzazione dei luoghi e di vivere in contatto con la natura in maniera profonda e coscienziosa. Per sostenersi, infatti, lui fa altro: giardiniere, operaio, pastore e guida.

“Si potrebbe pensare che, per chi come me compie simili scelte consapevoli, i problemi da affrontare siano legati all’isolamento, al prodursi il cibo, al lavoro precario, alla mancanza di comfort, alla fatica, alle stagioni avverse o alla fauna selvatica; invece, la vera difficoltà è legata alla burocrazia e a chi frequenta la montagna (persone del luogo e non) che non accoglie e rispetta i forestieri come me e li vede come una minaccia”, dice ancora.

Per questo, Fabrizio ci scrive per condividere il suo appello.

“Se mi aiuterete, potremmo creare insieme al mio avvocato un precedente sul territorio nazionale per il riconoscimento del diritto a vivere e rispettare la natura come persone libere, in un contesto statale che attualmente crea ogni pretesto per scoraggiare una coscienza ambientale autonoma, a meno che non sia economicamente conveniente per terzi che non siamo noi, e quindi ricattabile”, spiega.

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2800782080139812&id=100006241427677

Come sappiamo, in Italia non sono riconosciute né le comunità intenzionali, né i diritti dei contadini espressi nella dichiarazione ONU.

“Bisogna unirsi ora affinché vivere in contesti rurali e in ecovillaggio, non rappresenti solo un’esclusiva per ricchi (se puoi permetterti di fare tutto in regola), o un rischio nella speranza che non passino a controllarti”.

fabrizio sulli

@fabrizio sulli

Nella sua petizione, Fabrizio racconta i reati che gli sono stati contestati:

‘l’autocostruzione in legno ove era preesistente un fabbricato crollato, contiguo alla mia casa in pietra, senza alcun aumento di volumetria, realizzazione di 3 stagni per anfibi; possesso e introduzione di armi nel parco, ovvero 2 machete usati per tagliare la legna, ed un arco e frecce portati da una ragazza che ospitavo, usati per tirare contro un materasso, la cui sagoma disegnata sopra di esso è stata considerata, in mia assenza, come una minaccia a pubblico ufficiale; un cinghialetto femmina trovato in una cunetta stradale e salvato dopo averlo portato in casa e rifocillato; una passeggiata di 750 m. con meditazione gratuita, denominata “bagno di foresta” organizzata nel bosco con un amico, perché “esclusiva” di guide alpine ed accompagnatori di media montagna”.

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2795808743970479&id=100006241427677

L’appello di Fabrizio è dunque quello di aiutarlo, firmando la sua petizione, a creare un precedente per il riconoscimento del diritto a vivere e rispettare la natura come persone libere.

E’ possibile contattare Fabrizio tramite la pagina della petizione oppure sui social

FIRMA QUI LA PETIZIONE

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook