Cala il sipario sull'ExpoGreen 2009, il Salone internazionale dell'Outdoor, che richiama ogni due anni i maggiori esperti del mondo per descrivere le tecnologie più avanzate nella progettazione e realizzazione degli spazi verdi, sia in edifici singoli che nelle città. Tra le tantissime iniziative aperte ad esperti del settore e non, abbiamo seguito, per gli appassionati di architettura, bioenergetica e design l'High Green Tech Symposium, l'evento internazionale dedicato al verde verticale.
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Cala il sipario sull’ExpoGreen 2009, il Salone internazionale dell’Outdoor, che richiama ogni due anni i maggiori esperti del mondo per descrivere le tecnologie più avanzate nella progettazione e realizzazione degli spazi verdi, sia in edifici singoli che nelle città. Tra le tantissime iniziative aperte ad esperti del settore e non, abbiamo seguito, per gli appassionati di architettura, bioenergetica e design l’High Green Tech Symposium, l’evento internazionale dedicato al verde verticale.
Venti gli interventi che hanno coperto tutti gli aspetti della progettazione legata al verde: giardini pensili di ieri e oggi, il verde urbano, il progetto francese di Claude Figureau con “L’arbre aux hérons” e quello italiano di una vertical farm a Dubai. Ed inoltre gli effetti salutari delle sinergie tra piante ed esseri umani, la vera natura dei vegetali e l’importanza di una strutturazione responsabile del green urbano.
L’evento, patrocinato da Nemeton Magazine, Promoverde e Sistemi Editoriali ha presentato l’elemento verde in tutti i suoi aspetti e utilizzi quale componente principe nello sviluppo di società sostenibili. Sostenibilità data da diversi elementi: il rimescolamento dell’aria dei centri urbani per l’abbassamento della concentrazione di smog, la possibilità di creare zone relax indoor e outdoor, l’assorbimento del calore atmosferico contro il Climate Change e i benéfici campi di energia emessi da alberi e piante su malattie come l‘Alzheimer.
ROOF LIVING: IL BELLO DI VIVERE SUL TETTO
Se togliamo suolo al Pianeta edificando, perché non restituirglielo con un tetto verde?! La panoramica generale sulle tendenze dei giardini pensili nel mondo di Manfred Koeler – Presidente World Green Roof Infrastructure Network – mostra il verde pensile dalla storia a oggi senza tralasciare le possibilità future. Dall’Africa al Giappone diversi sono gli esempi positivi di going green, urban forestry e living wall systems in grado di adattarsi e/o riprodurre climi boreali, temperati e tropicali.
In Australia molte sono le abitazioni totalmente integrate nel verde, in Canada e USA la filosofia prevalente è “green roofs for healthy cities“. In Brasile i roof gardens sono low cost, vista la situazione economica, e ci sono soluzioni semplici e flessibili per integrare il verde in città come i boxes da inserire nella struttura abitativa.Cile, Germania, Giappone e Grecia si uniscono alla tendenza naturale mentre in Messico nel 2010 si terrà il World Green Roof Congress.
Sembra che i tetti verdi inizino una colonizzazione mondiale e il fenomeno è più che comprensibile. Se pensiamo alle sempre crescenti difficoltà nel potersi godere un lembo di giardino in città, l’immagine di una famiglia che cena sul tetto potrebbe diventare il simbolo di un nuovo benessere urbano.
VERDE INDOOR: PIANTE E DESIGN
La professione del futuro? L‘indoorlandscaping, lavoro che sta portando l’architetto tedesco Andrea Schmidt in tutto il mondo.
Pareti fatte di vegetali, soffitti di foglie e rami, angoli che profumano di natura per creare veri e propri paesaggi per interni. Schmidt però ci tiene a precisare che il suo lavoro non è solo estetica ma anche benessere, riprodotto in zone relax ottimali per la salute. Comfort nel rispetto dell’ambiente e quindi una scelta oculata di piante idonee ai diversi contesti e studi mirati su parametri quali l’evaporazione, la ventilazione, il microclima, l’irrigazione e la luminosità necessari alla vita di queste strutture.
Nessuna pianta è scelta a caso e il sistema di illuminazione deve adattarsi alle esigenze della vegetazione oltre che dell’ambiente antropico. Se il metodo classico nella distribuzione del verde da interni consiste nella collocazione a terra di piante e vasi ora, la vegetazione trova spazio anche sul soffitto e lungo le pareti.
Ed ecco che nasce un green wall nell’aeroporto di Mexico City, un rivestimento verde per il Parkgate di Dubai e un green campus in Germania.
L’ESPERIENZA DI NANTES: L’ARBRE AUX HERONS
Una struttura monumentale nel cuore di Nantes. 45 metri di diametro e 28 metri d’altezza, un gigantesco albero d’acciaio in progettazione alle cui estremità verranno posizionati due aironi. I visitatori potranno fare un volo circolare sulle ali degli enormi uccelli e camminare da ramo a ramo sull’albero ammirando la città circondati dal verde.
E si, perché la particolarità della struttura metallica, oltre ai volatili, è l’innesto dei giardini pensili lungo tutto il suo percorso, una meraviglia per gli occhi e lo spirito.
Grazie a dei sacchi metallici collocati sulla struttura dell’albero, sono state sistemate le specie più idonee e resistenti coltivate precedentemente in serre apposite. Uno studio sulle radici e il comportamento delle piante in relazione all’acqua disponibile ha permesso di creare delle vere e proprie aiuole sospese.
Il progetto francese, presentato dal direttore del Jardin des Plantes de Nantes Claude Figureau, rientra nel disegno artistico de Machines de l’Ile, frutto dei mondi fantastici di Jules Verne, dell’universo meccanico di Leonardo Da Vinci e della storia industriale di Nantes.
Arte, verde, turismo e architettura si incontrano.
SERRE SOSPESE: PROGETTO DI SEAWATER VERTICAL FARM A DUBAI
Dall’Italia arriva un nobile nonché prestigioso esempio di architettura al servizio della sostenibilità. Una vertical farm in seno a Dubai dove è sempre più difficile coltivare a causa delle condizioni climatiche e dell’assenza di acqua dolce.
Lo studiomobile Favretto – Girardi ha presentato un ambizioso progetto di serre-bozzolo in grado di sfruttare l’acqua marina per il rinfrescamento e l’irrigazione. Cinque serre che trasportano e nebulizzano l’acqua di mare creando le condizioni climatiche ideali. Da 45°C esterni a 30°C interni alla serra, stile foresta tropicale.
La struttura fa perno su una torre che veicola acqua e aria con un sistema di aspirazione a camino. Moti convettivi che abbassano la temperatura dell’aria calda condensandola per recuperare quanta più acqua possibile da usare nell’irrigazione delle piante della serra.
Una torre simbolo a Dubai emblema di una produzione agricola sostenibile di ultima generazione.
GIARDINI BIOENERGETICI: UNA CURA PER CORPO E MENTE
“Osservando il verde l’uomo in soli 3-5 minuti migliora le sue risposte fisiologiche” con questa frase Marco Nieri – Bioenergetic Landscapes Laboratory – ha introdotto il suo intervento sull’uso del verde a scopo terapeutico.
La Natural Therapy può avere effetti benefici su persone disabili, con Alzheimer e non vedenti grazie alle influenze psicologiche (aspetti cromatici salutari), emozionali, ambientali ed energetiche.
Nel campo della bioenergetica la parola d’ordine è Biofilia ovvero la relazione tra l’uomo e il mondo naturale prodotta attraverso campi energetici.
Siamo delle antenne biologiche che ricevono ed emettono energia anche dalle piante. Usare consapevolmente i flussi elettromagnetici di quest’ultime è la tecnica del Bioenergetic Landscape. Così vengono creati dei giardini ad hoc che diventano delle vere e proprie macchine della salute.
Ed il ruolo sociale di queste oasi bioenergetiche non è da sottovalutare. Nelle carceri che hanno adottato questo strumento, sono stati riscontrati effetti terapeutici a vantaggio del comportamento. Stessa cosa per quanto riguarda l’ufficio.
Le piante sul posto di lavoro depurano l’aria, diminuiscono lo stress e aumentano la produttività del 12%.
CLIMA E VERDE URBANO
Il regime termico di una città, inteso come aumento delle temperature, è inversamente proporzionale alla presenza di verde nella stessa. Le città prive di vegetazione infatti non riescono ad assorbire il calore e trasformarlo in vapore acqueo ma lo rilasciano come tale contribuendo all’innalzamento dei gradi centigradi reali e percepiti. Questo è uno dei motivi per cui l’urban green serve, ma quale verde mettere?
Verde inteso come tanti prati distribuiti in città o alberi ad alto fusto? Teodoro Georgiadis, CNR, ricorda che le grandi concentrazioni di verde servono ma potrebbero fare meno in termini di raffrescamento rispetto a una quantità inferiore di verde distribuita in modo oculato.
No al verde indiscriminato. Meglio tante piccole aree green distribuite in modo coerente. In questa panoramica il verde verticale ha un ruolo importante poiché è in grado di creare correnti di rimescolamento dell’aria urbana, e quindi dello smog, che ne abbassino la concentrazione.
“Per ottenere risultati efficaci – dice Georgiadis – serve una valida regia architettonica per la pianificazione urbana”.
Sviluppo sostenibile e urban green infatti sono fattori collegati. Francesco Ferrini del Dipartimento di Ortoflorofrutticultura dell’Università di Firenze parla di una ricerca italiana nel campo del verde urbano ancora troppo limitata, “molto arriva dagli Stati Uniti – dice – ma non sempre sono tecniche applicabili al territorio e al clima mediterraneo“.
In una pianificazione corretta la selezione delle piante è un elemento di primaria importanza. La scelta non può essere casuale e, per farla, le domande da porci sono tante.
Alcuni esempi:
- Quali sono gli alberi più adatti contro il Global Change?
- Quali gli alberi migliori per trarre vantaggio dall’aumento della CO2?
- Quali specie sopporteranno meglio l’aumento della temperatura?
- Come cambieranno le interazioni tra le specie?
- È realmente necessario piantare qui un albero? Il suolo com’è? E i costi di manutenzione relativi?
Niente può essere lasciato al caso perché le piante potrebbero creare problemi di gestione. La manutenzione infatti è l’attività più onerosa dopo aver pianificato e realizzato un’area verde. Questo perché le aree verdi sono coltivazioni e non popolamenti spontanei.
Un esempio, un platano dovrà essere collocato ad almeno 6m dalle abitazioni altrimenti la potatura sarà continua con notevoli costi per il comune.
Analoga considerazione per il problema irrigazione. L’Italia è un paese in costante deficit idrico, bisogna risparmiare acqua (xeriscaping), pianificare e progettare per ridurne l’evaporazione.
Tanti alberi singoli circondati da un misero lembo di terra nei nostri parcheggi sono un errore in termini di risparmio idrico ma progettare un parcheggio sostenibile sembra richiedere troppo tempo ed energie. Meglio una gettata di cemento e non se ne parla più.
Chateaubriand sosteneva quasi due secoli fa “La foresta precede l’uomo, il deserto lo segue”.
PIANTE INTELLIGENTI, LO SAPEVATE CHE …
Le piante sono esseri viventi evoluti.
Nell’albero della vita la nostra specie è vicinissima al mais e non è un caso. Noi dipendiamo dalle piante e se pensiamo che il 99% della biosfera è composta da vegetali (gli esseri più longevi e più grandi in assoluto), possiamo dire che da specie a specie il mondo verde è più evoluto di quello antropizzato.
Innanzitutto le piante rispetto ai nostri ritmi abituali sono più lente, ecco perché non le comprendiamo. Siamo abituati a riconoscere i fenomeni rapidi, di forte impatto e immediati e non percepiamo i lenti mutamenti di Madre Natura.
Un problema che ci impedisce di dare la giusta rilevanza a fenomeni di grave impatto ecologico sui lunghi termini come i disastri ambientali provocati dal surriscaldamento globale.
Le piante si muovono.
Grazie alla tecnica del Time Laps che velocizza il movimento, si è potuto constatare che le piante non sono ferme. Fototropismo, fioritura, attività diurna e notturna, studio dell’ambiente che le circonda e percezione della gravità sono solo alcuni dei movimenti del mondo vegetale.
Le piante comunicano.
Trasmettono segnali, hanno comportamenti parentali come prendersi cura dei piccoli e riconoscersi tra famiglie.
Le piante, come l’uomo, possono essere disoneste.
L’orchidea ad esempio promette sesso e nettare agli insetti grazie al mimetismo per farsi impollinare anche se in realtà non ha niente da offrire.
Il lupino invece è una pianta onesta. Ha tanti fiori che se già impollinati da blu diventano bianchi evitando agli insetti una notevole confusione.
Le piante combattono.
L’esempio delle acacie nel cuore della Tanzania è emblematico. Per difendersi dalla presenza eccessiva di gazzelle costrette a rimanere in quella zona perché chiuse in una riserva protetta, le foglie hanno aumentato il loro tasso di tannino portandolo ad un valore superiore all’8% così da ucciderle tutte.
Se l’intelligenza di una specie fosse connaturata alla vita e quindi alla capacità di risolvere problemi e adattarsi al cambiamento, allora potremmo dire che si, le piante sono intelligenti.
Ma se così fosse, quanto la loro intelligenza supera o si discosta dalla nostra? Sono le piante a manipolare noi o viceversa?
Sicuramente non siamo in grado di farne a meno e gli interventi del High Green Tech Symposium lo dimostrano. Il verde ci serve e stiamo cercando in tutti i modi di riportarlo in città.
L’esposizione all’aperto del Green Expo 2009 ha proposto diversi spunti artistico architettonici per valorizzare il proprio giardino.
Aree relax, case essenziali con apposite strutture per i giardini pensili, casette coibentate con l’aiuto della vegetazione ed esempi artistici di com’è possibile giocare con le piante.
Foto e testi: Serena Bianchi