Condivere l’appartamento in affitto: solo necessità o anche nuova pratica?

Aumenta la percentuale di trentenni e quarantenni che condividono appartamenti, specie nelle grandi città. In realtà, la notizia non ci coglie di particolare sorpresa. Chiunque abbia amici o parenti incastrati in quella fatidica età in cui un tempo ci si sarebbe definiti adulti fatti e finiti, conosce direttamente o indirettamente le vicissitudini che si affrontano per compiere quei piccoli passi verso la presa in carico di responsabilità. Fosse anche una stanza per sé, da gestire, pulire, custodire e arredare. Un monolocale di 35mq circa a Roma può costare cifre che partono da 700 euro al mese. E Milano non se la cava meglio, se per un bilocale di circa 60mq si può arrivare a spenderne 900. Spese escluse, ovviamente. E allora? E’ facile dirottare verso scelte abitative più flessibili, poco impegnative ed economiche.

Aumenta la percentuale di trentenni e quarantenni che condividono appartamenti, specie nelle grandi città. In realtà, la notizia non ci coglie di particolare sorpresa. Chiunque abbia amici o parenti incastrati in quella fatidica età in cui un tempo ci si sarebbe definiti adulti fatti e finiti, conosce direttamente o indirettamente le vicissitudini che si affrontano per compiere quei piccoli passi verso la presa in carico di responsabilità. Fosse anche una stanza per sé, da gestire, pulire, custodire e arredare. Un monolocale di 35mq circa a Roma può costare cifre che partono da 700 euro al mese. E Milano non se la cava meglio, se per un bilocale di circa 60mq si può arrivare a spenderne 900. Spese escluse, ovviamente. E allora? È facile dirottare verso scelte abitative più flessibili, poco impegnative ed economiche.

Nel corso degli ultimi tre anni la percentuale dei professionisti disposti a vivere in un alloggio in comune è aumentato del 14% (da 38% a 52%). Nello stesso periodo, gli over 35 sono passati dall’essere un 8% dei coinquilini all’attuale 15,3%. Non è il caso ancora di parlare di un cambiamento di rotta rispetto alle classiche dinamiche di una società fondata sulla proprietà del mattone, come da sempre si definisce il sistema italiano. Un fenomeno unico in Europa dove la percentuale media di case in affitto è del 35% – contro il 18% dell’Italia. La crisi in corso, però, costringe a mettere in moto processi che a volte aiutano a mandare forzatamente in pensione il senso comune.

La condivisione propone numerosi vantaggi al coinquilino disposto ad accomodarsi in qualche metro quadro in meno. E non si tratta soltanto della possibilità di sobbarcarsi costi di affitto minori, ma anche quella di rendere maggiormente efficiente lo spazio e le modalità con cui si vive.
Una casa piena, magari anche spaziosa, in cui tutte le stanze sono abitate e vissute in modo equo ed equilibrato consente di sfruttare al meglio la distribuzione del calore e l’uso dell’energia. Esistono dei costi fissi poi per le utenze che il single in un appartamento per sé è costretto a pagare per intero e che un coinquilino potrebbe aiutare ad alleggerire. La spesa alimentare poi è un altro fattore da considerare: sostituire i classici monoporzione con più tradizionali confezioni famiglia, oltre a far risparmiare qualche comodo centesimo, riduce notevolmente la quantità di rifiuti. E consente di stringersi attorno al tavolo per trovare conforto nelle parole di un amico, tra una forchettata e l’altra.
Perché spesso la convivenza tra amici in età che si definirebbero adulte non segue più i canoni goliardico-anarchici delle matricole, ma si basa su tipologie di rapporto più profonde, fondate su meccanismi di solidarietà, di cura e di scambio. Come ci dice Alessia Dino, trentenne Event Manager di Torino “Certamente l’equilibrio tra vita privata e vita condivisa è instabile e precario, ma con una buona dose di flessibilità, apertura e dialogo c’è confronto, crescita e un innegabile vantaggio economico, in confronto con gli spazi abitativi utilizzati”.
coinquilini

Parole come solidarietà e flessibilità possono far ricondurre queste pratiche a quelle del co-housing, ma la differenza è che qui ciò che muove le persone non è una vera e propria scelta di vita, bensì una necessità. Di cui si può fare tuttavia virtù.

In una recente intervista rilasciata al Sole 24 Ore, Aldo Bonomi, sociologo e consulente del Cnel, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, afferma che: “i moduli abitativi con cui stiamo costruendo le città, fanno capire che questi fenomeni non sono ancora stati intercettati: si continua a costruire solo per chi è in grado di comprare l’appartamento di un certo tipo, invece bisognerebbe cominciare a ragionare sulle forme di abitazione delle metropoli.

Intanto un universo di servizi legati al cerco-affitto stanza si diffonde e internet ne è ovviamente il maggiore luogo di concentrazione. In Italia sono particolarmente attivi Coinquilini.it, bakeka.it, kijiji.it ed easystanza.it. Quest’ultimo in particolare fa girare ogni anno 30 mila utenti registrati e attivi ( che generano 160 mila pagine viste every day) e 15 mila visitatori al giorno.

Parallelamente nascono però anche servizi più attenti a fornire garanzie agli affittuari. Come Stesso Piano, un servizio di intermediazione immobiliare sociale no profit con sede a Torino che facilita l’incontro tra i proprietari e i coabitanti, ragazzi tra i 18 e i 35 anni. Oltre ad accompagnare l’affittuario alla ricerca dell’alloggio, il progetto prevede anche la presenza di fondi di garanzia per coprire casi di morosità e fondi di rotazione per sostenere le spese di arredo dell’alloggio o caparra . La presenza di professionisti che identificano le esigenze dei coabitanti da un lato e la possibilità di accedere a contratti calmierati dall’altro aiuta a evitare situazioni di illegalità immobiliare e di efficienza delle condizioni abitative. “Un progetto nato per promuovere la legalità e per educare al rispetto delle regole, con il quale si vuole facilitare l’incontro tra domanda e offerta nonché il rispetto di garanzie minime” ci racconta Elisa Gallo responsabile del Front-office. Un’idea per contribuire a far rientrare il modello della condivisione dentro paradigmi economici e sociali inclusivi e di opportunità, viene da aggiungere.

Pamela Pelatelli

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