Sacchetti di plastica addio! Stavolta è ufficiale! Torino saluta finalmente le buste inquinanti grazie alla tanto attesa delibera comunale, votata ieri all'unanimità dal Consiglio. Mentre nel resto d'Italia l'adeguamento alla normativa europea che vieta l'uso dei sacchetti di plastica è stato rimandato al prossimo anno, il Comune di Torino si fa portabandiera di questo importante cambiamento, anticipando i tempi sia a livello burocratico che di abitudini quotidiane.
Sacchetti di plastica addio! Stavolta è ufficiale! Torino saluta finalmente le buste inquinanti grazie alla tanto attesa delibera comunale, votata ieri all’unanimità dal Consiglio. Mentre nel resto d’Italia l’adeguamento alla normativa europea che vieta l’uso dei sacchetti di plastica è stato rimandato al prossimo anno, il Comune di Torino si fa portabandiera di questo importante cambiamento, anticipando i tempi sia a livello burocratico che di abitudini quotidiane.
Dopo aver annunciato la messa al bando dei sacchetti di plastica però dalle amministrazioni si stava facendo attendere il provvedimento che le vietava ufficialmente, anche se tra i commercianti e i cittadini già si cominciava a modificare radicalmente le abitudini. Vi avevamo infatti detto che già il mese scorso le scorte di buste nella maggior parte degli ipermercati del capoluogo piemontese erano state esaurite e che la classica sporta di plastica per la spesa era stata sostituita dai meno inquinanti sacchetti biodegradabili (12-18 mesi per disgregarsi, contro i 400 anni di quelle normali) o, meglio ancora, dalle vecchie sacche di tela riutilizzabili e ormai tornate di moda.
Ora sarà multa (dai 25 ai 250 euro, secondo la nuova norma) per chi, tra commercianti, ambulanti, negozi e bar non si doterà al più presto dei nuovi eco-sacchetti, impegnandosi ad esaurire le scorte il prima possibile: l’ultimo passo di un progetto portato avanti dall’Assessorato all’Ambiente e da quello al Turismo con la collaborazione di cittadini e associazioni di categoria, progetto che ha visto il consenso davvero di tutta la popolazione.
L’unico bastone tra le ruote potrebbe arrivare dai produttori di shopper tradizionali, che potrebbero ricorrere al Tar per modificare la normativa, considerato che i termini per l’entrata in vigore sono, nel nostro Paese, slittati. Ma l’assessore Tricarico, tra i promotori del progetto, si dice fiducioso e confida nella piena autonomia dei Comuni in materia.
Per capire l’impatto che una scelta del genere potrebbe avere sul nostro Pianeta, se adottata in tutta Italia, basta leggere questi dati: nel nostro Paese la produzione delle buste di plastica per la spesa consuma ogni anno 27 milioni di barili di petrolio, dai quali vengono ottenute 260 mila tonnellate di polietilene.
Non ci resta allora che iniziare, anche chi non vive a Torino, a cambiare le nostre abitudini quotidiane e a non farci cogliere impreparati quando tra un anno – si spera! – la normativa europea dovrà per forza essere recepita ovunque.
Eleonora Cresci