Il cemento avanza sulle spiagge italiane. La baia di Calenella, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, un'area naturale protetta istituita nel 1991, è in pericolo. Il comune di Vico del Gargano, infatti, ha approvato la nuova pianificazione urbanistica che prevede dieci lottizzazioni localizzate fra Vico del Gargano, San Menaio e la piana di Calenella.
Il cemento avanza sulle spiagge italiane. La baia di Calenella, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, un’area naturale protetta istituita nel 1991, è in pericolo. Il comune di Vico del Gargano, infatti, ha approvato la nuova pianificazione urbanistica che prevede dieci lottizzazioni localizzate fra Vico del Gargano, San Menaio e la piana di Calenella.
Su quest’ultima, come spiega anche il deputato M5S D’Ambrosio, che sulla questione ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente, dovrebbe sorgere una struttura ricettiva da 300 posti letto in costruzioni tutte da un piano, disposte come un quarto di luna con un edificio centrale a due piani. Il complesso turistico verrebbe edificato sul lato sinistro della baia, impedendo la visione del mare.
Non solo: l’area destinata alla costruzione del villaggio turistico è a ridosso di due importanti aree archeologiche del parco: l’insediamento di Macchia di Mare, un insediamento capannicolo di età neolitica risalente al IV – III millennio a.C., e la necropoli di Monte Pucci, cavità naturali all’interno delle quali si trovarono sepoltura comunità nei primi periodi del cristianesimo dell’età Costantiniana all’VIII secolo d.C. Come se tutto questo non bastasse, l’area interessata è ad alto rischio idraulico nel cuore di una piana alluvionale con elevatissimo valore paesaggistico.
IL PARERE NEGATIVO DEL PARCO DEL GARGANO – Anche il Parco Nazionale del Gargano, che abbiamo contattato, ha espresso, attraverso il suo Comitato Tecnico, parere negativo sul PUG di Vico del Gargano sull’area di Calenella, “considerando anche l’area in questione ricade in zona 2 della perimetrazione del Parco Nazionale del Gargano e, preso atto della totale incompatibilità ed inadeguatezza degli interventi qui esaminati rispetto ai valori perseguiti da questo Ente”, si legge nel documento che greenMe.it ha potuto consultare.
Lo Studio di Incidenza su habitat e specie, contenuto nel Rapporto Ambientale trasmesso all’Ente, già evidenzia un impatto potenzialmente irreversibile a seguito della realizzazione della lottizzazione prevista su Calenella (DPP11 – ricettività turistica). Gli impatti esaminati attengono principalmente al rischio di frammentazione degli habitat, precisando che tale rischio è potenzialmente maggiore per la fauna terrestre e meno significativa per la fauna in grado di volare.
Lo studio propone quindi alcuni interventi di mitigazione consistenti nella creazione di sottopassi ferroviari e/o stradali per la fauna e nella concentrazione del verde in posizione parallela al mare, tale da connettere facilmente il SIC Pineta Marzini con la piana agricola e, attraverso questa, con il resto del territorio protetto.
Il Comitato ricorda, però, che la piana di Calenella rappresenta una connessione naturale tra i due promontori (la pineta Marzini a ovest e Monte Pucci a est) e tra l’entroterra e il mare. E ritiene che gli impatti realisticamente attesi dalla realizzazione della lottizzazione sono ben maggiori rispetto a quanto illustrato nella relazione, “nonché non sono superabili con le misure di mitigazione proposte”:
“non si tratta di mitigare la semplice realizzazione di un’infrastruttura viaria (a cui le mitigazioni proposte potrebbero meglio essere indirizzate), ma si tratta, più precisamente, dell’antropizzazione ed urbanizzazione di un’area sostanzialmente naturale, con tutte le conseguenze negative in termini di disturbo sulla fauna e di emissioni inquinanti (si pensi ad esempio alla gestione dei liquami e alle emissioni degli automezzi)“.
Questo tipo di impatti investirebbe quindi tutto il complesso eco-sistemico della piana di Calenella e dei due adiacenti siti Natura 2000, senza possibilità di riduzioni significative con interventi che non siano quelli dell’opzione zero. L’area interessata, conclude il Parco, dalla prevista lottizzazione, di notevole estensione, localizzata in prossimità di una piana alluvionale e nei pressi di un corso d’acqua ad alto rischio idraulico, determinerebbe altresì, se concretata, una rilevante impermeabilizzazione dei suoli.
LA MOBILITAZIONE CITTADINA – I residenti, preso atto dell’impatto ambientale del progetto, stanno provando a difendersi con una petizione destinata al sindaco del comune di Vico del Gargano, per chiedergli di preservare il patrimonio naturale della Baia di Calenella.
“Non permettiamo all’indifferenza e alla non curanza di prendere il sopravvento, Baia di Calenella è l’ultima grande piana nel cuore del Gargano, quella che per vent’anni è sfuggita al cemento e alle lottizzazioni e che ora rischia di cambiare per sempre. Con questa petizione chiediamo con forza di bloccare il progetto previsto dal Piano con lo scopo di tutelare una delle baie più belle del Gargano dal fascino particolarmente selvaggio in quanto priva o quasi di strutture turistiche”, si legge nel testo.
In effetti, come ci ha spiegato Gianfranco Pazienza di Legambiente Puglia, “Calenella è nel cuore degli abitanti del Gargano, è un luogo magico e probabilmente l’ultimo rimasto integro dal punto di vista naturale. Ha una valenza culturale e sociale importantissima, come dimostra anche l’amore che Andrea Pazienza provava per questo luogo splendido, in cui passava le sue giornate per ispirarsi. Non è solo il cemento ad offendere tutta la sua bellezza, ma anche una cattiva gestione e degli insani appetiti. Sarebbe assurdo che uno dei pochi scorci ancora intatti nella loro bellezza venga ferito con un residence”.
IL CAMPEGGIO ABBANDONATO – Calenella, quindi, andrebbe governata nella genuinità dell’ospitalità del Gargano. Anche perché potrebbero esserci ipotesi diverse a questo ulteriore consumo del suolo: nella zona esiste già un campeggio, di proprietà comunale, che attualmente è chiuso e per il quale non c’è nessun progetto di utilizzo. Abbandonato dal 1989, ultimo anno di gestione comunale, per l’Ente Parco, che, ricordiamo, parla di “opzione zero”, non è una soluzione, perché “giunto ad un buono stato di rinaturalizzazione che dovrebbe essere rafforzato“.
Ma, se proprio si vuole aprire la baia al turismo di massa, perché, quantomeno, non iniziare da qui? Cioè da una gestione corretta, da un piano di utilizzo certamente meno dannoso per il territorio? A questo proposito, Pazienza lancia proprio dalle nostre pagine un appello al Sindaco di Vico del Gargano, Michele Sementino, che non siamo riusciti a raggiungere per una replica:
“Il comune avrebbe potuto almeno decidere di riqualificarlo e recuperalo, invece che pensare a cementificare da zero. L’appello al sindaco è quello di ragionare su una riqualificazione di quell’area in termini di servizi, pensando a un progetto di accoglienza e ospitalità che lasci integra la baia”.
Per firmare la petizione al sindaco clicca qui
Roberta Ragni