C'era una volta... e c'è ancora il mistero dell'aumento dei ticket sanitari in Italia. Una giornata come tante quella di ieri, passata a sfogliare il giornale, a guardare RAI news, a chattare con amiche e a curiosare sulla vita degli altri tramite Facebook.
Ed è proprio sul social network più usato al mondo che ad un certo punto sullo status di una mia amica leggo:
“A chi non compila entro il 30 settembre un modulo in cui dichiara il proprio scaglione di reddito verrà automaticamente applicato il TICKET più alto per farmaci e visite. Bisogna rivolgersi ai Caf! Questa notizia passa sotto silenzio ed è poco pubblicizzata, forse perché ci sono le solite persone pronte ad arricchirsi a danno delle persone meno informate?”.
Subito scatta l’allarme informazione. Perché la mia Regione non mi ha detto niente? Perché il mio medico curante, che ho visto proprio ieri non mi ha informata? Penso quindi che sarà sicuramente la solita bufala che corre sul web. Ma accertare non fa mai male visto che un aumento ulteriore delle spese sanitarie non mi va di subirlo. Nel pomeriggio quindi mi reco subito il Caf della Cgil più vicino a casa. L’ufficio è chiuso. Da fuori la serranda chiamo. Mi risponde una gentilissima signora che mi comunica che loro di questo non sanno niente e non è neanche loro competenza, mi devo rivolgere alla mia ASL di zona. Ne approfitto per chiedere se si occupano delle partite IVA vista la mia ormai condizione lavorativa da quattro anni e lei sempre gentilmente mi risponde che: “No, la Cgil non se ne occupa più, hanno detto che era illegale”.
Perfetto oltre a non avere assistenza su quello che devo pagare a livello sanitario, mi ritrovo anche sguarnita sul lato lavorativo. La giornata si presenta interessante. Comunque non mi do per vinta. Salgo sul motorino e anche se pomeriggio inoltrato mi reco alla mia ASL di riferimento. Anche qui trovo del personale molto gentile, ma del tutto ignorante. L’ufficio informazioni è chiuso, ma mi dicono che sono l’ennesima persona che viene a chiedere delucidazioni sull’aumento del ticket e che loro non sanno niente. Se voglio possono darmi i moduli per l’esenzione totale, su quello si che sono informati. Li ringrazio ma, anche se single, per una differenza di 1000 euro non posso accedere all’esenzione e ogni volta che guardo quei moduli mi viene un nervoso. Per cui li restituisco con un sorriso forzato, insisto e alla fine ottengo il numero di una dirigente che posso chiamare la mattina seguente.
Ormai esausta e con un grosso punto interrogativo sul sistema sanitario nazionale, torno a casa. Riprendo le telefonate questa mattina. Decido infatti di rivolgermi direttamente al Ministero della Sanità. Il sito è giù, ma riesco comunque ad accedere a dei numeri. Però le risposte sono sempre le stesse: “non sappiamo nulla chiami quest’altro numero”. Ma è il Ministero della Sanità!!! Chiedo aiuto ancora ad internet e nell’archivio dell’Ansa trovo questa datata 13 settembre: “Ipotesi di nuovi ticket per il settore della sanità? ”Non mi risulta”. Così il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, a margine dei lavori al Senato dove è giunto in Aula il ddl sulle professioni sanitarie, risponde in merito all‘ipotesi dell’istituzione di nuovi ticket sanitari avanzati oggi da alcuni organi di informazione”. Grazie Ministro ora non mi sento più sola!
Alla fine trovo una funzionaria che mi spiega che la riforma c’è stata a luglio nella Manovra Finanziaria Bis con l’introduzione del pagamento di 10 euro per le ricette e di 25 per il pronto soccorso bianco, ma che già diverse regioni hanno fatto ricorso tipo il Veneto e che si è vero i ticket per fascia di reddito ci sono ma ogni regione può fare una scelta autonoma e che però loro non hanno una lista di quelle che lo stanno applicando per cui mi conviene chiamare ad ogni assessorato. Ma siete il Ministero, le chiedo, possibile non avete una lista?. “Queste le informazioni in nostro possesso, arrivederci”. Chiamare tutte le regioni d’Italia non se ne parla proprio comunque su internet riesco a scoprire quello che faranno dal 1° ottobre Emilia Romagna e Basilicata: “È la prima volta che in Emilia-Romagna viene applicato un ticket sulla farmaceutica. Questi i ticket e le relative fasce di reddito: 0 euro fino a un reddito di 36.152 euro; 1 euro a confezione (con tetto di 2 euro per ricetta) per un reddito compreso tra 36.153 e 70.000 euro; 2 euro a confezione (con tetto di 4 euro per ricetta) per un reddito tra 70.001 e 100.000 euro; 3 euro a confezione (con tetto di 6 euro per ricetta) per redditi superiori ai 100.000 euro. Inoltre, il ticket per le viste specialistiche aumenta di 5 euro per tutti, indipendentemente dal reddito”.
Della mia Regione, il Lazio non trovo niente. Chiamo l’Assessorato e mi dicono che loro di queste fasce di reddito non sanno nulla e comunque il Lazio non ci rientra. Ecco grazie, finalmente. Ma questa in realtà non è una buona notizia perché a quello che ho capito io c’è l’aumento di 10 euro sulle ricette senza distinzione di reddito. La conferma la trovo anche in un articolo del Movimento dei Consumatori che con un’indagine approfondita spiega molto bene regione per regione. Penso di mandare il link anche al signor Ministro così pure lui dipana la nebbia, ma la domanda mi rimane: “perché il suo ministero non sa nulla e soprattutto non informa i cittadini?” Mi rammarico di non vivere in Emilia Romagna o in Basilicata e ancora una volta di constatare un apparato burocratico che rema contro e galleggia grazie all’ignoranza. E voi siete a conoscenza di come aumenteranno i ticket nella vostra Regione?