I soccorritori che aiutarono i sopravvissuti dell'attentato pagano ancora le conseguenze dell'esposizione ai fumi e alle sostanze chimiche
I tantissimi soccorritori e vigili del fuoco che aiutarono i sopravvissuti dell’attentato al World Trade Center pagano ancora le conseguenze dell’esposizione ai fumi tossici e alle sostanze chimiche che si sprigionarono nell’incendio
Sono passati ormai vent’anni dal tragico attentato alle Torri Gemelle, ma le conseguenze di quell’11 settembre si fanno ancora sentire. Non solo sul piano politico, o nel crescente odio raziale fra le popolazioni, o nella perenne diffidenza nei confronti dell’altro, ma anche nella salute dei primi soccorritori (vigili del fuoco, ma anche moltissimi volontari accorsi da ogni parte del paese) che respirarono fumo e particelle tossiche nel tentativo di strappare vite alle fiamme.
Un recente studio condotto dai ricercatori della Grossman School of Medicide dell’Università di New York ha dimostrato quello che per molto tempo si era soltanto ipotizzato: l’attacco al World Trade Center ha condizionato per sempre la salute di migliaia di soccorritori, compromettendo la loro attività metabolica ed inficiandone di conseguenza l’abilità polmonare (molti soccorritori hanno iniziato ad avere attacchi di asma già nei primi mesi successivi all’attentato).
Molti di loro, a vent’anni dall’evento, presentano ancora i sintomi della cosiddetta sindrome metabolica (pressione alta, resistenza all’insulina, eccesso di grasso nel corpo, alti livelli di zucchero e di colesterolo nel sangue): questi sintomi aumentano il rischio di incorrere in patologie più gravi – quali diabete, ictus o infarto. Contemporaneamente la sindrome metabolica, unita alle sostanze chimiche respirate a seguito dell’esplosione, hanno compromesso la funzionalità dei polmoni.
Per fortuna, una diminuzione anche piccola del peso corporeo, ottenuta seguendo una dieta, ha dimostrato di ridurre il rischio di patologie polmonari del 20% – malgrado siano passati vent’anni da quel giorno. Lo studio è stato condotto su 100 vigili del fuoco in sovrappeso, che hanno preso parte ai soccorsi alle Torri Gemelle: questi sono stati invitati a seguire un regime alimentare basato sulla dieta mediterranea (a base di cereali integrali, olio di oliva, frutta e pesce). Dopo soli sei mesi i segni di patologie polmonari registrati sono stati inferiori a quelli registrati prima dell’inizio dello studio.
Oltre a questo ‘esperimento’, i ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 5.700 vigili del fuoco attivi l’11 settembre – dei quali 1.475 hanno poi sviluppato patologie respiratorie – registrando se avessero l’abitudine di fumare e se avessero partecipato ai soccorsi nella mattina dell’attentato, quando l’esposizione alle sostanze tossiche aveva raggiunto il suo picco.
Ovviamente le conclusioni degli scienziati non valgono solo per i soccorritori, ma anche per i milioni di abitanti della Grande Mela che hanno subito l’intossicazione di sostanze nocive a seguito dell’attentato.
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Fonte: American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine
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