Una metrovia per salvare i trasporti di Roma: utopia o realtà?

Roma, bella sì, ma anche tanto trafficata. La soluzione potrebbe forse essere la Metrovia, che punta a utilizzare la rete ferroviaria regionale già esistente. Il risultato? Sei linee di superficie ben integrate con la metropolitana

Roma, bella sì, ma anche tanto trafficata. Muoversi nella Capitale è davvero impegnativo e anche se si vuole lasciare a casa l’auto, la rete di mezzi pubblici non è adeguata a una città di questo calibro. Ma le alternative potrebbero esserci. Una di queste potrebbe forse essere la Metrovia, una soluzione che punta a utilizzare la rete ferroviaria regionale già esistente. Il risultato? Sei linee di superficie ben integrate con la metropolitana.

Il progetto Metrovia punta a creare un sistema integrato fra la metropolitana esistente e le tratte ferroviarie ma lavorando su concetti a noi cari, come “trasformazione”, “riuso”, “riadattamento”. Se pensare di realizzare sottoterra nuove linee metropolitane sembra un sogno, perché non pensare di spostarsi sulla superficie?

Va detto che Roma presenta delle naturali difficoltà:

“È il centro storico più grande del mondo, una miniera di conoscenza per studiosi e ricercatori, ed è per questo una fabbrica di vincoli e di carte bollate, di sovrintendenze e di burocrati. Non si può pensare di traforarla come un groviera senza pagare il pegno di progetti frustrati, di complesse procedure, di tempi biblici e costi esorbitanti” spiega l’ideatore del progetto, l’architetto Paolo Arsena. “È da tutte queste premesse che muove i passi il “progetto Metrovia”, un’idea nata e sviluppata dal mio studio di progettazione, che ha l’ambizione di rivoluzionare, senza interventi particolarmente invasivi, la mobilità capitolina”

Il progetto prevede di creare a Roma sei nuove linee di metropolitana di superficie, ben collegate alle tre sotterranee che già esistono senza differenze tra ciò che accade sopra e ciò che accade sottoterra. Stessi mezzi, stessa frequenza delle corse e stessi biglietti.

Senza spendere una fortuna ma basandosi su ciò che già esiste, in tempi brevi si potrebbe rivoluzionare il sistema dei traporti pubblici romano e ridurre il gap che lo separa dalle altre capitali europee.

Oggi sui binari delle ferrovie che attraversano la città si muovono quattro tipi di treni: l’Alta Velocità, i treni nazionali, i treni merci e i treni regionali. Questi ultimi, secondo l’idea di Arsena, dovrebbero arrivare fino a Roma ma senza addentrarsi all’interno dell’anello ferroviario. Al loro posto circolerebbero le metropolitane di superficie: linee completamente indipendenti ma con le caratteristiche del metrò.

metrovia

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“Riorganizzando il traffico ferroviario con la già prevista chiusura dell’anello e senza significative modifiche dei restanti tracciati, si può immaginare di fermare i treni regionali alle porte di Roma, nelle stazioni cosiddette “di interscambio”, capolinea cioè delle FL e della Metrovia. Le stazioni di Olgiata, Montebello, Nuovo Salario, Lunghezza e Ciampino diventerebbero dunque dei nuovi hub esterni, dotati di parcheggi adeguati, che i pendolari raggiungerebbero in treno o in macchina, per poi salire immediatamente sulla Metrovia e muoversi dentro Roma, contando su una rete metropolitana più capillare, frequente e ramificata di quella odierna”.

Senza contare che sarebbe anche comodo cambiare mezzo, passando dal treno alla Metrovia visto che i binari sarebbero affiancati.

I nodi di scambio e gli snodi

A completare il tutto, sarebbe un aumento dei nodi di scambio fra le tre metropolitane esistenti (sottoterra) e le nuove linee della Metrovia. Oggi gli unici snodi che funzionano sono Valle Aurelia e Flaminio. Termini, Tiburtina, Piramide-Ostiense ci sono ma non sono sfruttati al meglio.

Il progetto Metrovia prevede di triplicare anche gli snodi tra le linee: Ponte Lungo-Tuscolana, Libia-Nomentana e infine la creazione di una nuova fermata sulla linea per Ciampino, in grado di allacciarsi alla metro A per favorire il raggiungimento dell’aeroporto.

nodi scambio

Non si tratta di un sogno, per il progettista, ma di qualcosa di fattibile. In termini di costi, i soldi spesi per la metro C basterebbero a completare l’intero progetto.

A conferma di ciò anche l’esperienza di sucesso di Firenze con la sua metrotranvia. Lunga 7,4 km, conta 14 fermate compresi i capilinea e collega la città con Scandicci. Nel 2015, a 5 anni dalla sua attivazione i viaggiatori avevano superato i 13 milioni annui contro i 10 milioni stimati inizialmente (fonte Legambiente). Numeri che così non dicono nulla, ma si tratta di 3 milioni in più di persone che lasciano a casa l’auto.

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