Perché le compagnie aeree europee stanno facendo volare aerei vuoti, inquinando inutilmente

Aerei semivuoti o senza alcun passeggero solcano i cieli europei, tutto questo per non perdere gli slot negli aeroporti in cui operano

Il volo degli aerei fantasma nei cieli d’Europa sta diventando un caso al quale si guarda con crescente preoccupazione. Da quando il Covid si è diffuso il numero dei voli è in costante oscillazione. Anche questa quarta ondata ha contribuito a fiaccare un settore già indebolito che però non può fermarsi: le compagnie aeree non possono perdere gli slot negli aeroporti in cui operano perché il danno in termini di fatturato e occupazione sarebbe enorme.

I riflettori su questa situazione sono stati accessi dal quotidiano belga Le Soir che ha riportato il caso dei 3000 voli vuoti o semi vuoti operati della Brussel Airlines. La compagnia belga fa parte di Lufthansa Group, proprietaria anche dei vettori Lufthansa, Swiss International Airlines, Austrian Airlines ed Eurowings, che si accinge a cancellare moltissimi voli entro febbraio.

Il ministro della mobilità federale belga, Georges Gilkinet, ha sollevato il problema con la commissaria europea per i Trasporti, Adina Vălean che, dalle pagine dei Financial Times, ha spiegato come le normative vigenti nell’UE sono sufficientemente flessibili per non far partire voli vuoti. L’Airports Council International Europe, l’associazione commerciale a tutela degli interessi collettivi degli aeroporti europei, è sulla stessa posizione e sottolinea come le regole comunitarie prevedono una disposizione che permette di derogare alla soglia del 50% in caso di restrizioni alla mobilità anche dovute a quarantene.

Le parole del direttore generale Olivier Jankovec non lasciano dubbi “Alcune compagnie aeree affermano di essere costrette a gestire grandi volumi di voli vuoti per mantenere i diritti di utilizzo degli slot aeroportuali. Non c’è assolutamente alcun motivo per cui questa dovrebbe essere la realtà” e conclude “Riteniamo che la Commissione europea abbia ragione. Parlare di voli fantasma, e del loro impatto ambientale, sembra alludere a uno scenario apocalittico che non trova spazio nella realtà”. Peccato però che circa il 2,4% delle emissioni globali di CO2 arriva proprio dal traffico aereo, come riporta l’International Council on Clean Transportation (ICCT).

E proprio sul tema ambientale, in relazione al problema ai voli fantasma, arriva un asciutto tweet di Greta Thumberg “L’UE è sicuramente in una modalità di emergenza climatica”. Nonostante la Commissione Europea si sia impegnata a ridurre le emissioni nocive del 55% entro il 2030 e l’impegno sia contenuto anche nel Green Deal, la realtà però sembra essere diversa, regolata dalla cosiddetta regola “use it or lose it”, ovvero se non lo usi, (lo slot) lo perdi.

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Fonti: Le Soir; Commissione europea;

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