Sono impressionanti i numeri relativi ai voli “fantasma”, ovvero agli aerei quasi vuoti che hanno continuato a viaggiare dall’inizio della pandemia ad oggi
L’isolamento della pandemia ha limitato i nostri spostamenti, la nostra possibilità di viaggiare e visitare il mondo, mutando profondamente anche il nostro utilizzo dei mezzi di trasporto. Meno automobile privata, meno treni, meno crociere, meno aerei…o forse no. Purtroppo, se da una parte la maggior parte di noi ha messo la propria auto in garage (contribuendo così a limitare le emissioni di gas inquinanti e particolato nell’aria), gli aerei hanno continuato a volare sopra le nostre teste – anche se erano praticamente vuoti.
È il fenomeno dei “voli fantasma”, ovvero aerei per trasporto passeggeri che viaggiano con meno del 10% dei posti occupati. Si calcola che, dai 32 aeroporti del Regno Unito, siano più di 15.000 gli aerei decollati nel periodo compreso fra marzo 2020 e settembre 2021 – con una media di 760 decolli al mese. L’aeroporto londinese di Heathrow ha registrato il numero più alto di voli fantasma (4.910), seguito dagli aeroporti di Manchester e Gatwick.
L’aereo rappresenta il mezzo di trasporto più inquinante che esista, poiché rilascia ad alta quota nell’atmosfera enormi quantità di carbonio e altri gas inquinanti. Venire a sapere di tutti questi voli effettuati “a vuoto”, con ciò che comporta in termini di danneggiamento dell’ambiente, fa molta rabbia.
(Leggi anche: Crisi climatica, le pubblicità di automobili e di voli aerei ci allontanano dagli obiettivi di riduzione delle emissioni)
Ma a cosa servono i voli fantasma? Le compagnie aeree li hanno programmati, nel momento in cui il traffico aereo era interdetto ai passeggeri civili, per tenere attivi gli slot – ovvero la possibilità di atterrare in un certo aeroporto a data e ora ben definite. Secondo le norme in vigore per il traffico aereo, le compagnie aeree perdono gli slot se non ne fanno uso sufficiente – da qui la necessità di far volare e atterrare gli aerei, anche se vuoti.
C’è da dire tuttavia, come era prevedibile, che le regole degli slot sono state riviste al ribasso nei mesi difficili della pandemia, proprio perché il mondo intero si è trovato di fronte ad una situazione senza precedenti: dall’ottobre dello scorso anno, dopo un periodo di annullamento dell’obbligo di atterraggio per la conservazione degli slot, è di nuovo richiesto un utilizzo dello slot al 50% per la sua conservazione (l’utilizzo dovrà passare al 70% entro il prossimo marzo).
Ma questo allentamento delle regole non ha fermato i voli fantasma: anziché sfruttare l’occasione del blocco aereo per interrompere le emissioni legate a questo mezzo così inquinante, le compagnie hanno continuato a affollare e inquinare il nostro cielo.
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Fonti: The Guardian / Greenpeace
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