Ponte sullo Stretto, aperta la procedura di VIA: avanti tutta con il progetto più insostenibile di sempre

Il 14 marzo è stata aperta la procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) per il Ponte sullo Stretto di Messina, l’opera faraonica e di dubbia sostenibilità che punta ad essere definitivamente approvata con il progetto esecutivo a fine luglio. Ma ancora sono molti gli interrogativi e questa stessa procedura, così come è partita e congeniata, potrebbe essere un ulteriore tentativo di forzare la mano

Ponte sullo Stretto, dal 14 marzo è aperta la procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), con osservazioni aperte fino al 13 aprile. Per il WWF tutto questo è un altro modo di forzare la mano su un progetto di dubbia sostenibilità. Secondo il WWF, infatti, potrebbe essere fortemente limitata la partecipazione di associazioni e cittadini.

A febbraio il Consiglio di Amministrazione della società Stretto di Messina ha approvato la relazione del progettista di aggiornamento al progetto definitivo del 2011  relativo al ponte sullo Stretto e la documentazione progettuale finalizzata al riavvio della realizzazione dell’opera, come previsto dalla legge.

Come abbiamo detto più volte, il progetto progetto è tutt’altro che sostenibile, definita da Legambiente “un’inutile opera faraonica”, che costerà davvero tanto sia in termini economici che ambientali. Per un vantaggio pratico decisamente discutibile.

Leggi anche: Il ponte sullo stretto non è affatto sostenibile: 5 validi motivi per dire (di nuovo) no

Ma tutte le argomentazioni sembrano non scalfire le intenzioni e i lavori potrebbero iniziare prima del previsto. Tanto che è stata già aperta la procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), prevista per legge. Che però solleva non pochi dubbi.

Come scrive il WWF, infatti sono passati più di 5 anni senza che l’opera sia stata realizzata dopo il Parere del 2013 della Commissione VIA, per cui la VIA doveva essere fatta da capo su tutta la documentazione. Inoltre si fa ancora riferimento alle procedure accelerate e semplificate della legge Obiettivo (legge 443/2001) che però ha subito non poche modifiche legislative che la rendono in realtà almeno parzialmente inapplicabile.

Ma soprattutto, si dimezzano i tempi (da 60 a 30 giorni) per la redazione e presentazione delle osservazioni da parte del pubblico nell’ambito della VIA e i cittadini così saranno costretti ad esaminare nell’arco di un mese decine di migliaia di pagine di documenti.

The last but non the least, i Comuni, partecipanti alla Conferenza di Servizi, che si concluderà in 90 giorni, potranno proporre solo richieste di adeguamento, di prescrizioni o varianti migliorative del progetto che non modifichino le localizzazioni e le caratteristiche essenziali delle opere.

Così, di fatto, la partecipazione del pubblico e delle associazioni appare molto limitata e la sensazione è che si voglia realmente forzare molto la mano.

È inaccettabile – sottolinea il WWF – che si pongano dei limiti alla partecipazione del pubblico alla VIA su un’opera dagli impatti così devastanti per l’ambiente e le tasche dei cittadini: il costo stimato del ponte varia dagli 11,6 ai 14,6 miliardi di euro. Per questa ragione siamo pronti ad adire tutte le sedi, anche quelle giudiziarie

E noi ci domandiamo: ma tutto questo, perché?

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Fonte: WWF

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