Una nave da crociera di medie dimensioni brucia almeno fino a 150 tonnellate di carburante ogni giorno: ecco la lista delle navi più inquinanti.
Navi da crociera, giganti colossi davvero inquinanti. Proprio così, se si considera che una nave di medie dimensioni dedicata alle crociere brucia almeno fino a 150 tonnellate di carburante ogni giorno, emettendo un numero di particelle pari a quasi un milione di automobili. Ma quali sono le navi da crociera più inquinanti al mondo?
Msc, Costa e Royal Caribbean: secondo la nuova classifica sulle prestazioni ambientali delle principali compagnie di navi da crociera stilata da NABU, l’associazione tedesca che, con Cittadini per l’Aria, collabora nell’ambito del progetto “Facciamo respirare il Mediterraneo”, non c’è dubbio: i colossi del settore hanno fatto davvero scarsi progressi in fatto di inquinamento atmosferico e, il peggio, fanno anche orecchie da mercante.
Se vanno benino compagnie come TUI e Hapag-Lloyd, quel che emerge dalla classifica è che comunque tutti gli operatori utilizzano ancora olio combustibile pesante per alimentare le navi, un combustibile sporco e solforoso che emette fumi tossici durante la combustione.
Hapag-Lloyd e TUI hanno installato dei catalizzatori per gli ossidi di azoto, mentre i leader del settore – Costa, MSC e Royal Caribbean – non dimostrono di preoccuparsi per l’ambiente e la salute di persone che vivono nelle città di porto, lavorano o vanno in vacanza sulle loro navi.
“Nonostante si dichiari che sempre più navi da crociera sono più pulite ed ecologiche – dichiara il CEO di NABU, Leif Miller – l’attenzione del settore verso l’ambiente rimane scarsa. La mancanza di interventi da parte di Costa, MSC e Royal Caribbean per migliorare le prestazioni ambientali della loro attività mette a rischio i loro stessi clienti, i residenti delle città di porto e il clima. Siamo anche delusi dal greenwashing messo in atto da AIDA Cruises. Non sono riusciti mantenere la loro promessa di investire in filtri per il particolato per l’intera flotta”.
“Purtroppo il disprezzo del settore crociere per la salute dei suoi clienti e dei cittadini portuali” sottolinea Anna Gerometta presidente di Cittadini per l’aria “è evidenziato dal fatto che – come riferisce NABU –nessuna delle compagnie di crociera ha risposto al questionario stilato e inviato loro per accertare i progressi ambientali in questo settore mentre CLIA, l’Associazione internazionale dell’industria crocieristica, ha risposto con un commento vago affermando di aver preso in seria considerazione il problema. A riprova, purtroppo, di un atteggiamento di rifiuto del dialogo e scarsa trasparenza”.
Dietmar Oeliger, responsabile della politica dei trasporti di NABU fa notare che “L’anno scorso il settore aveva fatto sapere che 23 navi avrebbero installato filtri per il particolato carbonioso (black carbon), mentre risulta che neppure un singolo filtro sta attualmente funzionando“.
Cittadini per l’Aria, che ha da poco lanciato il concorso fotografico #UNMAREDIFUMO per contribuire a visualizzare il problema delle emissioni nel Mediterraneo e nelle città di porto italiane e che si concluderà il prossimo 30 settembre, è preoccupata per la scarsa ambizione ambientale di questo settore che ha fra i suoi principali componenti tante compagnie italiane.
“Migliorare drasticamente le prestazioni ambientali delle navi deve diventare un obiettivo prioritario per il nostro paese, per la salute dei cittadini e la competitività internazionale di questo settore industriale – conclude Anna Gerometta. – Basti riflettere sul fatto che a Civitavecchia è stato stimato un incremento del 51% del rischio di morte per malattie neurologiche e del 31% per tumore al polmone fra la popolazione residente entro i 500 metri dal perimetro dal porto per comprendere quanto grave sia il problema nel nostro paese, costellato da città di porto di importanza primaria in Europa”.
Le emissioni dei motori diesel come quelli impiegati sulle navi da crociera sono classificate cancerogene dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e non solo: esse causano gravi malattie polmonari, cardiovascolari e danni al sistema neurologico. Inoltre, anche a bordo non ce la si passa meglio: alcune troupe televisive europee hanno infatti, registrato, proprio a bordo delle navi, livelli di particolato ultrafine fino a 200 volte superiori a quello presente nell’aria pulita.
Cittadini per l’Aria chiede un divieto generale di utilizzo di olio combustibile pesante, il passaggio a carburanti più puliti e norme che impongano l’installazione di filtri di particolato e catalizzatori SCR su tutte le navi e, sulla scia del progetto delle due associazioni ambientaliste, il comune di Civitavecchia ha scritto al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiedendo di attivarsi per l’istituzione di una zona ECA (Emissions Control Area) nel Mediterraneo e ha invitato tutti i sindaci delle città portuali italiane a fare altrettanto.
Germana Carillo