Se vi trovate a Napoli, concedetevi una visita all'incantevole stazione della metro Toledo. Vi sembrerà di essere negli abissi dell'oceano!
Se vi trovate a Napoli, concedetevi una visita all’incantevole stazione della metro Toledo, nel quartiere San Giuseppe. Vi sembrerà di essere immersi negli abissi dell’oceano!
La fermata Toledo della metro di Napoli è sicuramente lontana anni luce dal concetto di metropolitana a cui siamo abituati, almeno in Italia. Nessuno spazio angusto, ma un ambiente marino in cui predominano i colori del blu e del bianco.
Dopo essere stata dichiarata la metropolitana più bella del mondo prima dal Daily Telegraph e la più bella d’Europa dalla Cnn, è poi arrivato un altro riconoscimento per la stazione Toledo di Napoli: l’ITA, l’International Tunnelling Association (Associazione Internazionale Gallerie), l’Oscar delle opere sotto la superficie, per la categoria ‘Uso innovativo degli spazi di sotterranei’.
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In lizza assieme a Gerusalemme e Sidney, la metro progettata dall’architetto spagnolo Óscar Tusquets Blanca è stata premiata a Hagerbach vicino Zurigo.
Un riconoscimento internazionale che regala a Napoli un biglietto da visita importante. L’arte creativa dei mosaici e la struttura architettonica innovativa sono state le carte vincenti dell’opera partenopea.
Un vero e proprio capolavoro d’ingegneria
Inaugurata nel 2012, dopo un anno era già la costruzione pubblica dell’anno con l’ Emirates Leaf International Award, oggi la stazione di Toledo si riconferma un vero e proprio capolavoro di ingegneria e non solo. Già, perché chi percorre il tunnel sotterraneo viene proiettato automaticamente in un itinerario artistico.
Al suo interno ci sono, infatti, due grandi mosaici Kentridge realizzati dal mosaicista Costantino Aureliano Buccolieri: il primo raffigura una tipica scena napoletana, con persone in movimento, tra cui lo stesso autore e San Gennaro, di contorno riferimenti a Pompei e al Vesuvio; il secondo vede un gatto e due uomini che trainano un carretto carico di simboli repubblica napoletana del 1799.
I colori sono quelli del mare di Bob Wilson, ci sono poi mosaici a motivi marini e riferimenti acquatici. Le luci ricordano le onde e il pilastro colorato lo zampillo di una fontana. Nel corridoio c’è da un lato, il mare increspato dalle onde, dall’altro le fotografie di Oliviero Toscani che immortalano i napoletani in giro per la città.
Un mix vincente che mostra ancora una volta come gli spazi funzionali possono e devono essere in linea con il contesto urbano perché al cemento si può unire anche la creatività.
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