Inquinamento: il trasporto su gomma provoca 350mila morti premature

Ogni anno, l'inquinamento atmosferico provoca 3 milioni di giorni di assenza per malattia e 350mila morti premature in Europa. E gran parte della 'colpa', se così può essere definita è delle emissioni prodotte dagli automezzi pesanti dei paesi membri, che ammontano a 43-46 miliardi di euro all'anno, quasi la metà del costo (circa 100 miliardi €) per l'inquinamento atmosferico causato dal trasporto su strada

Ogni anno, l’inquinamento atmosferico provoca 3 milioni di giorni di assenza per malattia e 350mila morti premature in Europa. E gran parte della ‘colpa’, se così può essere definita è delle emissioni prodotte dagli automezzi pesanti dei paesi membri, che ammontano a 43-46 miliardi di euro all’anno (15,5 in Italia), quasi la metà del costo (circa 100 miliardi €) per l‘inquinamento atmosferico causato dal trasporto su strada.

È quanto emerge dalla nuova analisi condotta dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA). Il trasporto su gomma copre lunghe distanze nel Vecchio Continente e su di esso è basato il trasporto di merci dell’Ue. In parte i costi vengono coperti con i pedaggi, ma oltre ai 100 miliardi già citati, secondo il dossier vi sono anche delle voci ‘nascoste’, pagate in anni di salute precaria e vite perse.

Per questo, i pedaggi stradali per gli automezzi pesanti (HGV o autocarri) secondo l’Ue dovrebbero rispecchiare i vari effetti sulla salute relativi all’inquinamento dovuto al traffico in diversi paesi europei. Che nella pratica si traduce nell’aumento del costo dei pedaggi nei paesi maggiormente inquinanti.

Il costo dell’inquinamento atmosferico dovuto ad automezzi pesanti infatti è fino a 16 volte maggiore in alcuni paesi europei rispetto ad altri. Il costo medio dell’inquinamento proveniente da un autocarro Euroclass III da 12-14 tonnellate è più alto in Svizzera, quasi € 0,12 per chilometro. Costi elevati anche in Lussemburgo, in Germania, in Romania, in Italia e in Austria dove ammontano a circa € 0,08/km. Spiega l’agenzia che ciò è dovuto al fatto che gli inquinanti provocano più danni dove vi è una densità di popolazione maggiore o in regioni senza sbocchi sul mare e aree montuose in cui l’inquinamento non può essere disperso così facilmente. All’estremo opposto, lo stesso autocarro che viaggia a Cipro, Malta e in Finlandia provoca un danno di circa mezzo centesimo di euro per chilometro.

Per quanto riguarda l’inquinamento provocato dagli autotocarri in Europa, sulle 33 città esaminate, Milano si è posizionata ahinoi terza, anticipata solo da Zurigo e Bucarest relativamente al costo dell’impatto dei camion per km: 0,107 euro per i mezzi Euro III e 0,064 euro per i mezzi Euro IV.

E in Italia? Nel complesso, l’inquinamento provocato dai trasporti su gomma nel nostro paese ha un costo elevato in termini di salute. Spendiamo 15,5 miliardi di euro, di cui 7,2 miliardi a carico dei mezzi pesanti.

Nonostante l’inquinamento atmosferico sia diminuito negli ultimi anni, in alcune aree europee è ancora un grosso problema, legato anche agli automezzi pesanti e ai combustibili usati. Ad esempio il gasolio, utilizzato dalla maggior parte degli automezzi pesanti, provoca più inquinamento atmosferico per chilometro rispetto ad altri combustibili, benzina inclusa. Non è un caso se le emissioni di scarico provenienti dai motori a gasolio recentemente sono state classificate come cancerogene dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

Più nel dettaglio, scopriamo che gli automezzi pesanti sono responsabili del 40-50% dell’inquinamento da ossido di azoto (NOx) proveniente dal trasporto stradale. Oltre al NOx, la relazione ha considerato anche il particolato sottile (PM2.5), responsabile di malattie respiratorie e cardiovascolari.

Secondo Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’AEA, una soluzione ci sarebbe. Alla luce del fatto che “le economie europee fanno affidamento sulle lunghe distanze per il trasporto di merci“, basterebbe incorporare tali costi nel prezzo delle merci per “incoraggiare metodi di trasporto più salutari e tecnologie più pulite.”

In questo modo si creerebbero anche condizioni di parità, con l’internalizzazione dei costi. Ci sarà tempo fino ad ottobre, periodo entro il quale gli Stati membri dell’Ue dovranno riferire alla Commissione il modo in cui realizzeranno il pedaggio stradale.

Francesca Mancuso

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