Emerald Ace, una nave transoceanica a zero emissioni, dotata di pannelli solari e batterie al litio. Si tratta della "car carrier" ecosostenibile del gruppo armatoriale giapponese Mitsui O.S.K. Lines (MOL), che ieri ha lasciato il cantiere navale della MHI a Kobe, pronta a prendere servizio sulle rotte di tutto il mondo
Emerald Ace, una nave transoceanica a zero emissioni, dotata di pannelli solari e batterie al litio. Si tratta della “car carrier” ecosostenibile del gruppo armatoriale giapponese Mitsui O.S.K. Lines (MOL), che ieri ha lasciato il cantiere navale della MHI a Kobe, pronta a prendere servizio sulle rotte di tutto il mondo.
Il cargo è, infatti, grado di immagazzinare elettricità, grazie a un sistema di pannelli fotovoltaici e batterie, mentre è in navigazione. In questo modo, quando la nave è in un porto, il motore diesel può essere spento, consentendo di raggiungere un livello zero di emissioni durante le soste. Un sistema innovativo, questo, che è stato realizzato grazie alle attività di Ricerca & Sviluppo avviate insieme nel Gennaio 2010 da Panasonic, Mitsui O.S.K. Lines (MOL) e Mitsubishi Heavy Industries (MHI), con l’obiettivo di realizzare una car carrier che sfruttasse energie rinnovabili.
Tutto ciò è stato possibile grazie all’impiego di un impianto Panasonic composto da moduli solari HIT Panasonic (160 KW) e batterie agli ioni di litio (2.2 MWh circa), con l’obiettivo finale di creare un sistema che permetta a una nave di ridurre le emissioni totali di CO2, integrando l’energia elettrica prodotta dal generatore diesel dell’imbarcazione. La corrente generata dai moduli solari e immagazzinata negli accumulatori può essere utilizzata soprattutto quando la nave è in porto: “in questo modo sarà possibile spegnere il generatore diesel e ridurre significativamente sia l’impatto ambientale in porto che le emissioni di CO2 della nave“, spiega una nota.
La realizzazione di Emerald Ace fa parte di un “Progetto per lo sviluppo di tecnologie per la riduzione delle emissioni di CO2 nelle nuove navi“, promosso in Giappone dal Ministero del Territorio, Infrastrutture, Trasporti e Turismo e supportato, come programma cooperativo di ricerca, volto a sviluppare tecnologie che riducano l’effetto serra dovuto alla navigazione internazionale, anche dalla Nippon Kaiji Kyokai (ClassNK), una società di classificazione navale non-profit che si dedica alla protezione dell’ambiente marino.
Per Panasonic si tratta di un risultato prestigioso, “frutto del lavoro di ricerca continuo volto alla creazione di sistemi che uniscano celle solari e accumulatori secondari. Una soluzione innovativa che arricchisce ulteriormente l’esperienza della casa nipponica nel settore di creazione e conservazione dell’energia“.
Roberta Ragni
Leggi anche: 10 barche solari per navigare “nel verde”