Graziano Delrio, il Ministro in bicicletta. Chissà se grazie al suo lavoro sarà ricordato così. Da ieri è il nuovo titolare del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ha giurato nelle mani del Presidente della Repubblica. Ma chi è Delrio?
Graziano Delrio, il Ministro in bicicletta. Chissà se grazie al suo lavoro sarà ricordato così. Da ieri è il nuovo titolare del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ha giurato nelle mani del Presidente della Repubblica. Ma chi è Delrio?
Ex sindaco di Reggio Emilia e Ministro per gli affari regionali e le autonomie nel governo Letta, ha fatto parlare spesso di se in relazione al mondo della mobilità sostenibile. E il fatto che oggi, per la prima volta, si sia recato al Ministero in bici è emblematico.
Torniamo per un attimo indietro nel tempo, al 2012. Allora Reggio Emilia ospitò un evento molto importante per le due ruote a pedali: gli Stati generali della Bicicletta, manifestazione nata sulla scia del movimento dal basso che aveva portato a maggio prima a Roma #salvaclistici: oltre 50.000 bici. Tenendo conto della forte mobilitazione Delrio, allora anche presidente dell’Anci, convocò nella sua città una tre giorni di riflessione con Legambiente, #salvaiciclisti e Fiab.
“L’Italia è il Paese in Europa con la più alta densità di automobili. Il traffico veicolare, che si concentra nelle città, assorbe l’1% del Pil in inefficienza. La qualità dell’aria è un bollettino negativo. Serve cambiare strada, il tempo è maturo: ce lo dicono i cittadini che lasciano a casa le macchine e scelgono la bicicletta, e le tante città che già sperimentano quotidianamente progetti di mobilità innovativi ed azioni di governance che si rivelano efficaci” aveva detto allora sottolineando il fatto che la mobilità sostenibile e la ciclabilità devono essere “scelte portanti in Italia”.
E di scuola, da questo punto di vista, il Ministro ne ha fatta se si considera che ha amministrato un comune come Reggio Emilia, considerata la città della bicicletta e oggi in vetta alle classifiche nazionali per la rete di piste ciclabili, pari a 180,7 km (1,053 km pro capite). Qui l’utilizzo della bici che supera il 20% del totale della mobilità urbana.
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— Graziano Delrio (@graziano_delrio) April 3, 2015
Un ministero importante il suo, da poco associato allo scandalo “Grandi opere” e che ha visto le dimissioni del Ministro Lupi.
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Non a caso il suo insediamento è stato accolto con una serie di appelli, come quello di Green Italia: “Ci auguriamo che il ministro Del Rio voglia realmente imprimere una svolta alla stagione degli sprechi e degli scandali delle opere pubbliche italiane, perché il Governo Renzi con Lupi al Ministero delle Infrastrutture è stato in perfetta continuità con il sistema opaco e ad alto tasso di corruzione scoperchiato dalla magistratura” ha detto Monica Frassoni, coordinatrice di Green Italia e Co-presidente del Partito Verde europeo.
Anche Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha inviato un messaggio a Delrio, invitandolo a essere autore “di un cambio di passo decisivo che serve all’Italia nel settore delle infrastrutture, che non sono solo autostrade, e possa dire basta a opere e progetti inutili al Paese puntando su legalità e trasparenza. In questa direzione deve andare un cambio radicale di rotta, attraverso una programmazione che punti alla realizzazione di infrastrutture davvero utili per tutti e che guardi alle città, dove attuare una rigenerazione urbana e incentivare una mobilità nuova, efficiente e sostenibile a partire dal miglioramento del trasporto pendolare”.
Infrastrutture significa infatti anche piste ciclabili e soluzioni per favorire l’uso delle due ruote a pedali per disincentivare quello dei mezzi privati.
Graziano Delrio sarà davvero il primo vero Ministro della Bici?
Foto: Twitter