No all'olio di palma nei biocarburanti dal 2020. La Norvegia sarà il primo paese a dire basta. Lo ha stabilito una decisione del parlamento, che abbandonerà l'utilizzo di questo prodotto alla base della deforestazione del Sudest Asiatico
No all’olio di palma nei biocarburanti dal 2020. La Norvegia sarà il primo paese a dire basta. Lo ha stabilito una decisione del parlamento, che abbandonerà l’utilizzo di questo prodotto alla base della deforestazione del Sudest Asiatico.
In Norvegia, tra 2 anni l’olio di palma sarà bandito dai serbatoi delle auto. La decisione del parlamento è una piccola vittoria nella lotta per salvare le foreste pluviali, prevenire i cambiamenti climatici e proteggere gli oranghi in via di estinzione.
Se la polemica sull’olio di palma che finisce sulle nostre tavole ha ampia risonanza, pochi sanno che grandi quantità vengono usate nei serbatoi delle auto del mondo sotto forma di biocarburante. Solo lo scorso anno, il 51% dell’olio di palma sfruttato in Europa è servito a far muovere macchine e camion. Ciò rende i conducenti i principali (ma inconsapevoli) consumatori in Europa.
Da tempo i politici norvegesi erano al lavoro per limitare al massimo l’uso dell’olio di palma. Tuttavia, finora, questa decisione non era mai stata pienamente attuata visto che il governo lo scorso anno aveva preferito offrire la possibilità di eliminare volontariamente l’uso di olio di palma, quindi in maniera obbligatoria.
Il nuovo voto non solo è stato più forte, con il sostegno della maggioranza, ma è stato anche più completo visto che riguarda l’intero mercato del carburante.
Prevede infatti “di formulare una proposta completa per misure e tasse nella politica dei biocarburanti al fine di escludere quelli con un alto rischio di deforestazione”.
La decisione arriva dopo che il consumo norvegese di olio di palma usato per i trasporti ha raggiunto il massimo storico lo scorso anno, a seguito di misure volte a ridurre il consumo di combustibili fossili.
“La decisione del parlamento norvegese costituisce un esempio importante per altri paesi e dimostra la necessità di una seria riforma dell’industria mondiale dell’olio di palma”, ha detto Nils Hermann Ranum di Rainforest Foundation Norway, che ha accolto con favore la decisione.
Quest’ultima vale ancora di più se si considera che in base agli attuali obiettivi sui biocarburanti, la domanda mondiale di olio di palma aumenterà di 6 volte nel prossimo decennio e con essa la deforestazione selvaggia dell’Indonesia, con conseguenze ormai tristemente note.
Speriamo che presto anche gli altri paesi d’Europa e del mondo ne seguano l’esempio.
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Francesca Mancuso