L’Africa si ribella all’inquinamento e agli incidenti: nasce il primo Piano d’azione per una mobilità più sicura

L'Africa lancia un importante progetto per contrastare l'alto tasso di incidenti stradali e l'inquinamento atmosferico causato dal traffico veicolare. Promosso da UNEP, UN-Habitat e OMS, il piano incentiva la camminata e il ciclismo, con l'obiettivo di creare città più sicure, sane e sostenibili

L’Africa si trova a un bivio. Da un lato, la rapida urbanizzazione e la crescita economica spingono verso una motorizzazione incontrollata, con gravi conseguenze per la salute pubblica e l’ambiente. Dall’altro, la necessità di garantire una mobilità sostenibile ed equa per tutti, in un continente dove milioni di persone dipendono da spostamenti a piedi e in bicicletta.

I numeri parlano chiaro: con solo il 3% della flotta veicolare mondiale, l’Africa registra il 19% dei decessi per incidenti stradali, di cui un terzo sono pedoni. Un dato allarmante che evidenzia la fragilità degli utenti della strada più vulnerabili, in un contesto dove le infrastrutture dedicate a pedoni e ciclisti sono spesso carenti o inesistenti.

Basti pensare che il 74% delle strade africane non dispone di marciapiedi e il 92% è privo di attraversamenti pedonali. Più di un miliardo di persone cammina o va in bicicletta per quasi un’ora al giorno, esposte a rischi elevati. Come ha sottolineato Saul Billingsley, direttore esecutivo della FIA Foundation, “milioni di persone in Africa camminano e vanno in bicicletta ogni giorno, ma le strade spesso non dispongono di dispositivi di sicurezza essenziali, come marciapiedi e attraversamenti pedonali”.

Ma le implicazioni della mobilità in Africa vanno ben oltre la sicurezza stradale. L’inquinamento atmosferico, legato in gran parte al traffico veicolare, rappresenta una minaccia crescente per la salute pubblica. Nel 2019, ha causato oltre 920.000 decessi nel continente, di cui quasi la metà per malattie respiratorie. Un problema che colpisce in modo sproporzionato le fasce più povere della popolazione, che vivono in aree congestionate e prive di spazi verdi.

In questo scenario, il Piano d’azione panafricano per la mobilità attiva (PAAPAM), lanciato di recente al World Urban Forum del Cairo e promosso da UNEP, UN-Habitat e Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), piano mira a incentivare la camminata, il ciclismo e altre forme di trasporto non motorizzate, con l’obiettivo di creare città più sicure, sane e sostenibili.

“Questo piano d’azione rappresenta un passo cruciale verso città più sane e sicure”, ha affermato Li Ailan, direttore generale aggiunto per le popolazioni più sane dell’OMS. “Promuovendo la mobilità attiva, non stiamo solo combattendo il cambiamento climatico, stiamo affrontando una grave crisi di salute pubblica“.

Si tratta di un approccio integrato che coinvolge governi, istituzioni e cittadini nella costruzione di un futuro migliore per l’Africa. Un futuro dove la mobilità sia un diritto per tutti, non un privilegio per pochi. Come evidenziato da Michal Mlynár, vicedirettore esecutivo di UN-Habitat, “un approccio unitario, non solo tra le agenzie delle Nazioni Unite ma anche a livello regionale, nazionale e locale, garantirà che camminare e andare in bicicletta siano pienamente integrati in sforzi di sostenibilità più ampi”.

Il PAAPAM si concentra su tre aree principali: la creazione di spazi sicuri e accessibili, il sostegno alle persone che camminano e vanno in bicicletta e l’integrazione della mobilità attiva nei processi politici e di investimento. Il piano prevede obiettivi ambiziosi in termini di sicurezza, accessibilità, comfort e investimenti, con indicatori specifici per monitorare i progressi.

Ma la vera sfida è tradurre il piano in azioni concrete. Per questo, il PAAPAM prevede un ampio coinvolgimento degli stakeholder a tutti i livelli, dai governi nazionali e locali alle comunità, alla società civile e al mondo accademico. Sono previste task force regionali, gruppi di lavoro e una rete africana per camminare e andare in bicicletta, con l’obiettivo di creare un movimento diffuso che promuova la mobilità attiva in tutto il continente.

A partire dal 2025, UNEP, UN-Habitat e OMS implementeranno il quadro in almeno 10 Paesi africani, con programmi di rafforzamento delle capacità già previsti per Ghana, Malawi, Camerun, Marocco e Kenya. Ma il successo del PAAPAM dipenderà dalla capacità di coinvolgere e mobilitare l’intera società africana, trasformando la mobilità attiva da una necessità a una scelta consapevole e condivisa.

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