Immortalare New York da un insolito punto di vista, i raggi di una bicicletta. È il progetto fotografico di Tom Olesnevich "New York City By Bike", realizzato con una digital single-lens reflex (DSLR), cioè una fotocamera SLR che impiega un sensore al posto della pellicola convenzionale, legata tramite una cinghia al telaio della sua bici, con il risultato di offire incredibili scatti ad alta velocità della città che non dorme mai.
Immortalare New York da un insolito punto di vista, i raggi di una bicicletta. È questo il progetto fotografico di Tom Olesnevich “New York City By Bike” che sta facendo il giro del web. Realizzato con una digital single-lens reflex (DSLR), cioè una fotocamera SLR che impiega un sensore al posto della pellicola convenzionale, legata tramite una cinghia al telaio della sua bici, con il risultato di offire incredibili scatti ad alta velocità della città che non dorme mai.
Da varie zone della città, da Manhattan a China Town, ecco un nuovo e interessante modo di vedere la Grande Mela. Gli scatti sono stati fatti con una Nikon D40 fissata a un Gorillapod, treppiede portatile, pieghevole e resistente. E innescati da un telecomando. “Sono un fotografo sportivo di professione. I miei amici sanno che sono anche un appassionato ciclista. Ma quando rivelo alla gente che vive a New York che io qui vado in bici, tutti mi osservano con sguardi curiosi“, ha detto Olesnevich.
Proprio per far capire che andare in bici è possibile ovunque, anche nella famosa metropoli nordamericana, la scorsa primavera ha deciso di mostrare cosa vede quando guida la sua due ruote in città. E come ogni singola prospettiva può apparire diversa. “Sono io alla guida della bici in tutti gli scatti,m realizzati con una Nikon D40 attaccata a testa in giù al telaio con un Gorillapod e attivata tramite telecomando a infrarossi“, continua il fotografo.
Il coraggioso ciclista urbano, che affronta ogni giorno autobus, traffico, immense vie con tre o quattro corsie, racconta, infine, un simpatico episodio con protagonista la posizione precaria della sua macchina fotografica: “stavo guidando verso ovest lungo la 42ma strada abbastanza quando ho sentito all’improvviso un rumore sordo. Mi sono subito fermato, giusto in tempo per vedere, girandomi, la mia macchina fotografica ruzzolare giù per la strada sotto un camion. Per fortuna ha continuato a rotolare ed è spuntata fuori dall’altra parte, solo un po’ ammaccata“.
Roberta Ragni
Foto di Tom Olesnevich