Ha vissuto un’avventura lunga sei anni percorrendo oltre 86mila chilometri. Per lui Europa, America, Asia e Africa non hanno più misteri o quasi. E’ tornato a casa nei giorni scorsi, ovviamente in sella alla sua compagna di viaggio, la bicicletta.
Ha vissuto un’avventura lunga sei anni percorrendo oltre 86mila chilometri. Per lui Europa, America, Asia e Africa non hanno più misteri o quasi. È tornato a casa nei giorni scorsi, ovviamente in sella alla sua compagna di viaggio, la bicicletta.
Stephen Fabes è un medico londinese che nel gennaio 2010, all’epoca 29enne, ha salutato la sua famiglia e i suoi colleghi all’angolo del St Thomas’s hospital e ha iniziato a pedalare. Ha attraversato 75 Paesi, macinando chilometri su chilometri e utilizzando altri mezzi di trasporto solo se costretto dalla necessità.
Con dieci dollari al giorno (circa 7 euro) Fabes ha dormito ovunque: in tenda, nelle scuole, nei monasteri, nelle stazioni di polizia, nelle chiese e nelle moschee, mangiando e bevendo grazie alla generosità delle persone incontrate nella sua strada.
Ho constatato che il mondo è il posto più amichevole e più accogliente di quanto pensassi. Ciò rafforza la mia fede nell’umanità. Quando si viaggia in bicicletta l’universo è dalla tua parte, ho avuto un sacco di ospitalità, ha detto il medico alla BBC.
Venticinque pneumatici, 12 catene per biciclette e due selle. Durante il suo viaggio Fabes ha riparato più di 200 forature nelle sue gomme e a seconda della stagione ha percorso tra i 40 e i 100 chilometri al giorno.
All’inizio la sua missione era quella di raccogliere fondi per il British Charity Merlin ma poi, nei vari paesi che ha visitato, ha aderito a diverse organizzazioni non governative prestando la sua assistenza negli ospedali. Fabes è stato coinvolto in progetti sanitari no profit in Cambogia, in Thailandia e Myanmar.
Mi sono reso conto che solo cercando e aiutando le persone che vivevano ai margini della società sarei riuscito a capire quei luoghi sperduti, ha spiegato Fabes
È così che la sua bicicletta l’ha portato tra i malati di Hiv, tra i giovani narcotrafficanti, tra i bambini vittime dello sniffing da colla.
A Kathmandu, c’è una clinica mobile che si occupa di questi bambini, la maggior parte sono orfani che vivono in strada. Ci sono poi i malati di lebbra che vivono ogni giorno aspettando la morte. Una delle esperienze più spaventose l’ho vissuta però in Perù. In piena notte, un ragazzo è entrato nella mia tenda e mi ha puntato una pistola, pensava fossi un ladro. Sono stati momenti brutti ma una volta chiarita la vicenda, siamo andati a mangiare una zuppa assieme, ha aggiunto.
Ma Fabes durante il suo viaggio ha visitato anche luoghi meravigliosi, deserti, steppe, praterie, ghiacciai, luoghi impervi e suggestivi che ha visto trasformarsi a seconda delle stagioni.
Quando ero a Londra, preso dalla routine quotidiana, non avevo tanto tempo per riflettere. Durante questo viaggio in bici e in solitaria, ho trovato le risposte che cercavo, ha concluso il medico londinese.
Adesso che è rientrato a casa Fabes tornerà al suo lavoro in ospedale e racconterà in un libro il suo bellissimo viaggio lungo sei anni.
Dominella Trunfio
Foto: Stephen Fabes
LEGGI anche:
GIRO DEL MONDO IN BICI: L’INCREDIBILE AVVENTURA DI UNA COPPIA GIAPPONESE