Dock Brompton: a Londra il bike-sharing si fa con le bici pieghevoli

Oggetto di design fra i più conosciuti nel campo delle biciclette pieghevoli per coerenza formale, ergonomia e versatilità d'uso, la inglese Brompton rappresenta la “pieghevole di riferimento”. Di questa marca ci siamo occupati, alcuni mesi fa, in una guida alle bici pieghevoli.

Oggetto di design fra i più conosciuti nel campo delle biciclette pieghevoli per coerenza formale, ergonomia e versatilità d’uso, la inglese Brompton rappresenta la “pieghevole di riferimento”. Di questa marca ci siamo occupati, alcuni mesi fa, in una guida alle bici pieghevoli.

Adesso, Brompton aggiunge un nuovo interessante capitolo alla propria storia. Si tratta di una forma di bike sharing che fa dell’estrema praticità di utilizzo il proprio asso nella manica. In questi giorni, la stazione ferroviaria di Guildford, a sud ovest di Londra, sono stati inaugurati i Dock Brompton, una serie di armadietti dedicati al deposito delle bici Brompton e che possono essere utilizzati dagli utenti attraverso un esclusivo servizio di bicicletta condivisa.

I box (chiamiamoli così) sono dei contenitori, anch’essi eco friendly (sono realizzati con l’impiego di materiali riciclabili al 95%), che vengono aperti dai soci di un servizio di bike sharing ideato dallo stesso costruttore. La bici, infatti, viene ritirata da ciascun utente attraverso una smart card, che gli viene consegnata al momento della stipula del contratto, che può essere giornaliero oppure annuale. Non c’è bisogno di alcuna chiave o serratura: la smart card apre lo sportello del Dock Brompton e permette di ritirare la bici.

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La praticità della “due ruote pieghevole” è nota: può essere ripiegata e infilata nel cofano dell’auto, o in un angolo dell’ufficio, o in sala d’attesa. Una volta riportata al deposito, l’utente conosce in tempo reale la spesa di utilizzo, grazie alla smart card che gli comunica il tempo di impiego e, una volta al mese, addebita la spesa. Questo è vero bike sharing: pratico, rapido e… poco ingombrante. Chissà questa idea potrà trovare terreno fertile anche da noi: siamo la patria della bici, ma di programmi concreti, innovativi e intelligenti di bike sharing se ne vedono ancora pochini.

Piergiorgio Pescarolo

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