Se ci priviamo dell'udito corriamo il pericolo di essere investiti perché siamo meno coscienti dell'ambiente circostante. I risultati di un recente esperimento
Ascoltare musica con gli auricolari mentre si passeggia in città o si guida una bici, uno scooter o una moto è molto pericoloso. Perché? Perché in questo modo ci priviamo di un senso, l’udito, che ci permette di percepire quello che succede intorno a noi meglio ancora della vista, anche se per lo più non ce ne accorgiamo.
E va da sé che ad aggirarsi, sebbene parzialmente, “alla cieca” in città si corre il rischio di essere investiti perché si è molto più lenti a prevedere una minaccia e reagire al pericolo improvviso.
Un esperimento recente condotto da Ford ha quantificato quanto ci rallentano le cuffiette: chi indossa gli auricolari impiega in media oltre 4 secondi in più nell’identificare potenziali pericoli sulla strada rispetto a coloro che non li indossano.
«Il suono gioca un ruolo fondamentale nella nostra capacità di comprendere l’ambiente circostante – molto spesso percepiamo i segnali di eventi importanti che accadono intorno a noi prima ancora di vederli. Anche se gli auricolari possono rivelarsi utili in molte circostanze, sulla strada possono impedirci di sentire alcuni riferimenti importanti, come i veicoli in avvicinamento o suoni emessi da altri utenti della strada, mettendo potenzialmente loro e noi in una situazione di pericolo», sottolinea Maria Chait, professoressa di neuroscienze cognitive dell’udito dell’University College di Londra che ha coordinato lo studio.
Il test è stato condotto su oltre 2.000 persone provenienti da Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito.
I partecipanti sono stati poi invitati a scaricare sui loro smartphone un’applicazione sviluppata ad hoc (che si può scaricare a questo indirizzo: https://fordsharetheroad8d.com) per misurare l’impatto dell’utilizzo degli auricolari sulla loro capacità di reagire agli stimoli acustici.
L’app utilizza la tecnologia audio spaziale 8D ed è sviluppata per coinvolgere i partecipanti in una vera e propria strada aperta al traffico ricreata attraverso la realtà virtuale. L’applicazione è in grado di creare segnali sonori altamente realistici come, per esempio, il sopraggiungere di un veicolo di soccorso.
I tempi di reazione dei partecipanti alle varie simulazioni sono stati misurati in tre diversi scenari, sia con la musica, sia senza. In media, i partecipanti con la musica in riproduzione sono stati più lenti di 4,2 secondi nell’identificare e reagire al pericolo. La quasi totalità delle persone che hanno partecipato ha deciso che non indosserà più le cuffie per ascoltare musica durante gli spostamenti.
In alcuni paesi guidare con le cuffie è giustamente vietato. Anche in Italia, dall’articolo 173 del Codice della Strada: «È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all’articolo 138, comma 11, e di polizia. È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani)».
La multa prevista va da 165 a 660 euro, con sospensione della patente di guida da uno a tre mesi in caso di recidiva nel corso di un biennio. Un motivo in più per farne a meno.
LEGGI anche:
Coast-to-coast in bicicletta: l’ambizioso progetto degli Stati Uniti
Bici elettriche: trucchi e consigli per aumentare la vita delle batterie delle e-bike