Una sorta di pub su due ruote. È la Beerbike, detta anche "pedal pub" o "mobile conference table", una bicicletta attrezzata per ospitare fino a 16 turisti e festaioli pronti a scatenarsi a bordo, ma anche un fusto con oltre 20 litri di birra, chili di ghiaccio, per assicurarsi che la bevanda arrivi bella ghiacciata nei bicchieri, vani porta pizza, in caso di leggeri languorini, e un impianto stereo sul tettuccio per sparare musica a tutto volume.
Una sorta di pub su due ruote. È la “Beerbike“, detta anche “pedal pub” o “mobile conference table”, una bicicletta attrezzata per ospitare fino a 16 turisti e festaioli pronti a scatenarsi a bordo, ma anche un fusto con oltre 20 litri di birra, chili di ghiaccio, per assicurarsi che la bevanda arrivi bella ghiacciata nei bicchieri, vani porta pizza, in caso di leggeri languorini, e un impianto stereo sul tettuccio per sparare musica a tutto volume.
Anche se inventato in Olanda alla fine degli anni ’90, il mezzo è diventato famoso in Germania e ormai si sta diffondendo in tutta Europa, soprattutto in Spagna, e nel Nord America, ma non a tutti piace la stravagante e divertente idea di una bici che consenta di esplorare vie e quartieri e al tempo stesso di bere in compagnia. Questo passatempo, divenuto molto popolare, ha infastidito residenti e automobilisti in molte città, che ovunque si lamentano degli schiamazzi e dell’eccessivo ingombro del mezzo. Ma anche della potenziale pericolosità e della sua lentezza.
Anche se esistono delle variazioni, come l’ “Äpplerbike” di Francoforte, su cui viene servito sidro di mele, o il mezzo della città meridionale di Friburgo su cui si trova del vino, come sempre l’efficacia di un progetto, che a prima vista sembra simpatico e carino, può essere vanificata dall’uso che se ne fa. Basta guardare qualche video su YouTube per capire come un giro in bici in compagnia di amici che sorseggiano una bevanda tipica possa trasformarsi in una corsa selvaggia di individui che hanno alzato il gomito, che se ne vanno in giro a cantare a squarciagola canzoni oscene e a infastidire le ragazze. Ecco perché non tutti ne sono divertiti.
Sono contrarie alle Beerbike le città di Monaco e Düsseldorf, ad esempio, impegnate in un duro giro di vite sull’abuso di alcol, che hanno così deciso di optare per il pugno duro, dando seguito a divieti e restrizioni. I funzionari ci hanno provato e ci riproveranno, anche se per ora i provvedimenti restano bloccati per via di una causa contro il tour operator che offre questo servizio ai turisti. Purtroppo, infatti, per molti loro scopo non è quello di fornire un mezzo di trasporto umano alternativo, ma solo un pub mobile. In altre parole, del “beerbike” non resta che la prima parte della parola composta.
“Siamo esseri umani. Ci piace il divertimento“, ha invece detto Karsten Ard, che ha iniziato a costruire bierbike e a offrire tour ad Amsterdam a partire dal 2005. “Tutti devono pedalare. Non si offre birra ai passanti. Non rallentare. Non urlare e gridare“, urla ai suoi ospiti mentre è al timone del mezzo, che dovrebbe sempre essere guidato da un accompagnatore, cosa che spesso, invece, non accade. Per il signor Ard, la bici serve per far vedere ai turisti la città in un modo nuovo, non per abusare della birra. Perché quando ci si ubriaca, si sa, tutto può sfuggire di mano e diventare pericoloso. Soprattutto andare in bicicletta.
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