Prendere la bici in inverno richiede una dose aggiuntiva di volontà che la calda stagione ci solleva dal trovare. Per i primi cinque minuti, il freddo assale il viso e sembra che tante sottilissime dita pizzichino le guance, il mento e il naso. Le gambe intanto iniziano a muoversi, il corpo si flette leggermente a destra e sinistra al ritmo della pedalata mentre le mani si aggrappano come artigli al manubrio. Si parte.
Prendere la bici in inverno richiede una dose aggiuntiva di volontà che la calda stagione ci solleva dal trovare. Per i primi cinque minuti, il freddo assale il viso e sembra che tante sottilissime dita pizzichino le guance, il mento e il naso. Le gambe intanto iniziano a muoversi, il corpo si flette leggermente a destra e sinistra al ritmo della pedalata mentre le mani si aggrappano come artigli al manubrio. Si parte.
Gli automobilisti, sotto l’effetto dell’aria calda sputata dalle bocchette, guardano in modo sospetto i ciclisti che sfrecciano accanto ai loro finestrini. I pedoni, fermi ai semafori, nel frattempo, invidiano la velocità con cui essi arriveranno a destinazione, tonici e rianimati dalla corsa.
L’ultimo Osservatorio sulla mobilità sostenibile, realizzato da Euromobility, mostra un’Italia ancora alla ricerca di una modalità di spostamento alternativa. Il nostro Paese conserva i tassi di motorizzazione più alti d’Europa, 62 veicoli ogni 100 abitanti mentre solo sette città su cinquanta possiedono una rete di piste ciclabili superiore ai 100 km.
Eppure d’inverno i bollettini parlano sempre molto chiaro: la congestione del traffico aumenta in modo esponenziale e si trasforma, complice la stagnazione climatica, in smog e alterazioni nocive dell’aria.
Per la maggior parte delle persone, tuttavia, la bici entra nella gamma dei mezzi di spostamento possibili solo con la comparsa dei primi tepori primaverili. Con qualche accortezza in più sul proprio mezzo e sul proprio abbigliamento, però, è possibile muoversi agilmente in città, specie per brevi tratti, godendo di un sano movimento e di qualche soldo risparmiato anche quando le temperature si fanno rigide.
1) Dotarsi di luci e riflettori
Con la riduzione costante delle ore di luce, la probabilità di muoversi quando è buio è molto alta. Sebbene ci si sposti spesso lungo strade ben illuminate, è importante munirsi di un set di luci che ci consenta, non solo di vedere ma soprattutto si essere visti. Quindi è bene assicurarsi di avere una fonte di luce sia davanti sia dentro la bici. Le migliori sono quelle lampeggianti perché consentono di essere distinti da qualsiasi altro mezzo a luce fissa. È buona cosa poi indossare anche strisce catarifrangenti su zaini e giubbotti, precauzione, quest’ultima, diventata obbligatoria nelle strade extraurbane.
2) Indossare i guanti
Non è il caso di provare la sensazione di frenare quando le mani stanno congelando. Per cui è necessario non dimenticare mai i guanti uscendo di casa se si ha intenzione di prendere la bici.
3) Indossare una protezione per le orecchie
Esporre le orecchie al vento freddo può causare qualche disturbo. È bene quindi procurarsi un cappello ben fasciante (una comoda cuffietta di lana può essere perfetta) per aderire bene alla testa e arrivare a proteggere anche le orecchie, mantenendole calde.
4) Coprire il collo
Esistono specifici indumenti a forma di collare che consentono di coprire la fascia delle spalle fino al collo. Forse non sarà l’ultimo oggetto cool della stagione invernale ma vi aiuterà a conservare il calore evitando che le articolazioni si irrigidiscano.
5) Vestirsi a strati
Il consiglio della nonna ci viene in soccorso anche in questo caso. La cara metafora della cipolla non smentisce i propri benefici effetti neanche di fronte ad una passeggiata al freddo. L’uso di una base in pile sopra cui usare un maglione e un giubbotto rappresenta il basic look per affrontare qualsiasi temperatura. Un paio di comodi calzetti di pura lana aiuteranno a salvaguardare il calore dei piedi.
Se l’abbigliamento che vi viene richiesto in ufficio mal si adatta alla mise del perfetto ciclista si può sempre decidere di portare nello zaino le scarpe con il tacco o la giacca dell’impiegato modello. Qualche giorno fa, nella Milano caotica e frettolosa delle nove di mattina, ho visto una lunga fila di distinti signori e signore prendere possesso della propria bici alla torretta del bike sharing. Ho pensato che in fondo allora esistono davverotanti comuni supermen pronti a sfruttare i poteri alternativi che le città mettono a disposizione per farne luoghi migliori.
Pamela Pelatelli
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