Il Parlamento Europeo ha approvato lo stop alla produzione di auto benzina e diesel in Europa nel 2035. Tuttavia sono ancora molte le incertezze, anche perché sono previste parecchie deroghe per i produttori di vetture di lusso e per i mezzi pesanti. Sarà davvero una svolta?
La decisione era stata annunciata da tempo, con un continuo tira e molla tra i governi in cerca di una proroga. Ora però, è ufficiale: il Parlamento europeo con 340 sì, 279 no e 21 astenuti ha approvato lo stop alla produzione di auto benzina e diesel in Europa nel 2035. Con l’ultimo voto a Strasburgo è arrivata dunque la messa al bando definitiva dei veicoli a motore termico.
L’obiettivo è di portare il Vecchio Continente ad avere zero emissioni entro il 2050. Va precisato che questo stop è ancora in bilico, dato che potrebbe essere riesaminato e riconsiderato tra tre anni. Nel 2026 verrà infatti valutata la possibilità di mantenere motori ibridi o che utilizzano gli ecocarburanti (e-fuels).
Tutto ciò avrà un impatto anche sui nuovi bus urbani che – secondo una proposta di regolamento sui nuovi standard di emissione di CO2 per i mezzi pesanti che sarà presentata nelle prossime ore dalla Commissione europea – dovranno essere, a partire dal 2030, a emissioni zero.
Per quanto riguarda gli autocarri, i rimorchi e i pullman a lunga percorrenza, invece, la data da segnare è il 2040, entro la quale dovranno tagliare del 90% la CO2 emessa.
Una rivoluzione? Non proprio
Va segnalato che ci saranno comunque delle deroghe per tutelare le case di auto di lusso come Ferrari, Maserati e Lamborghini. I produttori di nicchia che realizzano meno di 10.000 auto all’anno o meno di 22.000 furgoni all’anno, infatti, avranno un anno di tempo in più per adeguarsi, con lo stop ai motori termici tradizionali che entrerà in vigore dal 31 dicembre 2035.
Se invece si producono meno di 1000 veicoli l’anno, è prevista un’esenzione totale dalle nuove disposizioni UE. Insomma quella che doveva essere una vera e propria rivoluzione a conti fatti potrebbe non esserlo del tutto.
Ma che succede per chi possiede un’auto benzina o diesel? Essenzialmente nulla: potrà continuare a usarla e fino al 31 dicembre 2034 potrà anche comprarne una nuova. Tuttavia, facilmente, questi veicoli subiranno un’importante svalutazione di prezzo da qui ai prossimi 12 anni.
Ciò significa che chi avesse intenzione di vendere l’auto usata per acquistarne una nuova – magari meno inquinante – si vedrà ridurre notevolmente il valore del proprio veicolo. Le conseguenze sono presto dette: molti faranno due conti e terranno con sé la vettura inquinante, visti anche i prezzi non proprio competitivi delle auto elettriche.
Dove si recupereranno i fondi persi dalle Nazioni con il passaggio alle auto elettriche?
A questi fattori si aggiunge anche l’esborso previsto per le ricariche delle vetture elettriche, che con l’aumento delle bollette spesso arriva a sfiorare il prezzo del diesel. Non dimentichiamo il fatto che l’Italia attualmente incassa 25 miliardi di euro di accise all’anno per la benzina, ricavi che ovviamente con il passaggio all’elettrico scomparirebbero.
Stesso discorso per quanto riguarda il bollo auto dovuto alle Regioni, con le vetture elettriche che sono esentate dal pagamento per i primi 5 anni. Anche questa somma ingente di denaro dal 2035 dovrà essere in qualche modo rimpiazzata. Viste le premesse, dunque, sembra che questa svolta per salvare il Pianeta potrebbe ritorcersi contro i cittadini e il Pianeta stesso.
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Fonte: Open
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