I ministri Cingolani, Giovannini e Giorgetti hanno definito la tempistica per il cosiddetto "phase out" dei motori a combustione.
Il cosiddetto phase out delle automobili nuove con motore a combustione interna dovrà avvenire entro il 2035, mentre per i furgoni e i veicoli da trasporto commerciale leggeri soltanto entro il 2040
Decisi i tempi entro i quali si dovranno sostituire i veicoli con motore a combustione interna: lo stop alla produzione delle automobili nuove con motore a combustione interna dovrà arrivare entro il 2035, mentre per i furgoni e i veicoli da trasporto commerciale leggeri entro il 2040.
Lo ha stabilito il Cite, il Comitato interministeriale per la Transizione ecologica, insieme con i ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.
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La nota del ministero dichiara di essere “in linea con la maggior parte dei paesi avanzati“, ma non sembra esattamente così: per i furgoni e i veicoli da trasporto commerciale leggeri il phase out è previsto entro il 2040, così come per i van. Mentre nella proposta della Commissione anche lo stop alla vendita di furgoni e di veicoli da trasporto commerciale leggeri a combustione interna è fissato al 2035.
Secondo il pacchetto Fit for 55, infatti, composto da 13 iniziative legislative – otto delle quali sono revisioni di meccanismi e modifiche di direttive già esistenti – e che ha l’obiettivo di ridurre entro il 2030 le emissioni del 55%, per raggiungere questo taglio la Commissione Ue prevede che dal 2035 potranno essere immatricolati solo veicoli elettrici ricaricabili o alimentati a idrogeno con tecnologia delle celle a combustibile. La proposta, infatti, punta già entro il 2030 a far scendere del 55% (rispetto ai livelli del 2021) i valori emissivi per le auto (95g Co2/km) e per i furgoni (147 g CO2/km), per arrivare a emissioni zero entro il 2035, con una modifica al regolamento 2019/631 che oggi fissa la riduzione delle emissioni auto e veicoli leggeri entro il 2030 al 37,5%.
E noi a che punto siamo? Se possibile ci inventiamo ancora ulteriori rinvii (si vorrà difendere il settore?).
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Fonte: Mit
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