Sta per partire l'avventura di P1, l'auto elettrica che percorrerà in tre mesi il tragitto Italia-Cina senza conducente
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Si chiama P1, è elettrica e viaggerà… senza pilota dall’Italia alla Cina. Telecamere come occhi, sensori che “avvertono” la strada e comandano un sofisticatissimo sistema elettronico. Il risultato è un’auto robot che… si muove da sola, si guida da sola, ha una trazione elettrica e le avanzatissime tecnologie che nasconde al proprio interno sono alimentate da dei pannelli solari. Dunque: una vettura a emissioni zero, che non ha bisogno del conducente, ed è eco sostenibile. Finora, un pensiero del genere sarebbe stato valido per un racconto di fantascienza.
Tuttavia, è sufficiente dare un’occhiata a Parma, per scoprire che tutto questo è realtà. Ed è merito di un gruppo di tecnici universitari tutti italiani, che hanno realizzato un veicolo completamente automatizzato, per giunta eco friendly, che nei prossimi mesi sarà messa alla prova in un lungo viaggio, il VIAC Project Intercontinental Challenge, dall’Italia alla Cina.
Attraverso mezzo mondo… E non guida nessuno
Bye bye, Italia… La P1 il prossimo 10 luglio saluterà il nostro Paese e si incamminerà, solitaria (per forza, date le sue caratteristiche) attraverso l’Europa dell’est, la Russia, il Kazakistan, la Steppa siberiana, la Mongolia, fino a Shangai, dove il termine del lungo viaggio – 13 mila km – è previsto per il prossimo 10 ottobre. Da notare la ripetizione, in tutte le date, del numero “10”, considerato “perfetto” dalla tradizione cinese.
Un tour che si preannuncia estremo quanto inconsueto per questa auto-robot, laboratorio, chiamiamola come vogliamo. Ma, in ogni caso, del tutto inconsueta, come “novità” è il percorso che intraprenderà fra due mesi giusti. Il consuntivo della spedizione sarà reso noto, subito dopo l’arrivo, al Padiglione europeo dell’Expo di Shangai, evento che parlerà anche un po’ italiano, grazie alla presenza del VisLab accanto alle aziende italiane che esporranno i primi scooter ibridi.
“Vogliamo dimostrare che anche un’auto dalla tecnologia così avanzata da poter viaggaire senza essere comandata da un conducente, è in grado di portare a termine un viaggio di questo genere”, osserva Alberto Broggi, responsabile del team di tecnici, ingegneri e ricercatori del VisLab di Parma, che ha sviluppato la P1.
Cuore elettronico, tanta ecologia
Una verità, in ogni caso, va ammessa. Non è vero che l’abitacolo della P1 (ma che nome “freddo”! Non a caso, presto sarà ribattezzata con una nuova sigla, magari meno “tecnica” e più… alla moda: vedremo) è completamente vuoto. In realtà, nei due sedili posteriori della vettura – grande, più o meno, come una citycar – si accomoderanno due tecnici del VisLab che, a turno, avranno il delicato compito di tenersi pronti nel caso occorra intervenire sulle complesse apparecchiature elettroniche.
Queste, nel dettaglio, comprendono un articolato sistema di guida automatica composto da telecamere laser collegate con dei sensori, calcolatori, monitor e sistemi di navigazione satellitare Gps. Il tutto alimentato da dei pannelli solari, per garantire alla P1, oltre all’autonomia di guida, anche l’autonomia energetica.
Cinque anni di lavoro
Per arrivare al prototipo circolante, sono stati necessari 5 anni di lavoro della squadra tecnica guidata da Broggi. Il VisLab, diramazione tecnica dell’Università di Parma, ha ricevuto dall’Erc (il Consiglio di ricerca europeo) un finanziamento di 1,8 milioni di euro, con l’obiettivo di compiere il primo, importante passo in avanti di un cammino che conduca a una più efficace autonomia dei veicoli.
Lo sviluppo di questa auto elettrica e “driverless”, infatti, non si fermerà dopo il termine del viaggio Italia – Cina. Fra gli elementi che saranno immediatamente migliorati, la “visuale” offerta dalle sette telecamere, che costituiscono gli occhi della P1. “Finora, l’auto ‘vede’ a 50 metri – spiega Alberto Broggi – Ma sappiamo già che, presto, questo traguardo sarà ulteriormente spostato in avanti.
La vedremo sulle nostre strade?
Ci si augura che l’esperimento non si esaurisca con il pur sorprendente tour Italia – Cina. Lo stesso auspicio è stato espresso, lo scorso inverno, dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, al momento della presentazione in anteprima della P1. In quell’occasione, il primo cittadino della Capitale aveva mostrato dell’interesse verso un futuro utilizzo della P1 per servizi di pubblica utilità.
La vettura, infatti, potrebbe essere impiegata per il trasporto di merci, o la raccolta dei rifiuti. Col fatto, poi, di non avere persone a bordo, la sua attività potrebbe essere svolta senza soste, di giorno come di notte. Del resto, è elettrica, e problemi di benzina non ne ha. Inoltre, sarà già stata “collaudata” a districarsi nel caotico e disordinato traffico delle maggiori città orientali (pensiamo a Shangai), e avrà attraversato alcune delle zone più impervie della Terra. Il “lavoro” in mezzo alla viabilità romana sarà un giochetto.
E i tecnici che si siederanno dentro la P1? Per la prima volta, si spera che… resteranno disoccupati. “Ci auguriamo che la loro opera sia solo di supervisione, che non ci sia bisogno di loro dal punto di vista operativo – anticipa Broggi – Nemmeno a parlarne che sia necessario, per loro, mettersi ai comandi della P1. Questo significherebbe il fallimento dell’operazione”.
Appuntamento, dunque, al prossimo 10 luglio, per il “via” a un viaggio che si preannuncia epocale.