In occasione della riunione plenaria del 4-7 febbraio, il Parlamento Europeo ha deciso che è giunto il momento di ridurre i rumori prodotti dai veicoli che percorrono le strade del Vecchio Continente
Inquinamento Acustico. In occasione della plenaria del 4-7 febbraio, il Parlamento Europeo ha deciso che è giunto il momento di ridurre i rumori prodotti dai veicoli che percorrono le strade del Vecchio Continente. Era ora, è il primo pensiero. Oggi l’assemblea parlamentare ha votato i nuovi limiti di rumore tollerabili per le auto, che andranno rafforzati per tutelare la salute pubblica all’interno di un nuovo progetto di legge.
L’esposizione persistente a livelli elevati di rumore legati al traffico è dannosa per i cittadini, a livello fisico perché altera le funzioni degli organi e favorisce le malattie cardiovascolari, ma anche psicologico perché genera disturbi cognitivi e del sonno. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente il traffico espone la metà della popolazione urbana dell’Unione a livelli di rumore superiori a 55 decibel. Secondo uno studio commissionato da Transport & Environment all’istituto di ricerca indipendente TNO e riportato dal dossier Mal’Aria 2013, l’inquinamento acustico prodotto dal traffico causa danni al 44% della popolazione dell’Unione e costa 326 miliardi alla sanità europea. Ma l’introduzione di standard più restrittivi sul livello di emissioni sonore dovute ai trasporti avrebbe vantaggi elevati con un potenziale risparmio dei costi sociali associati pari a circa 80 miliardi di euro cumulati al 2030.
Per questo occorrono norme più severe e limiti più rigidi. Il progetto di legge si propone per questo di elevare i nuovi limiti sei e otto anni dopo che le nuove regole entreranno in vigore. Tali norme in un primo momento verranno applicate solo ai nuovi modelli di veicoli, ma in una seconda fase saranno estese a tutti i veicoli immessi in circolazione.
Cosa cambierà?
L’attuale limite per le auto standard sarebbe ridotto da 74 a 68 db. Ai veicoli più potenti sarebbe consentito un margine supplementare da 2 a 6 decibel. Non cambierà nulla invece per i mezzi pesanti (oltre le 12 tonnellate), il cui limite resta di 81 db visto che secondo gli eurodeputati il rumore del veicolo dipende anche dalla superficie stradale e dal rumore dei pneumatici.
“L’impatto dannoso di rumore del traffico è stato scientificamente provato, ma la proposta legislativa è interamente concentrata sul rumore generato dal motore del veicolo. La mia idea era più completa fin dall’inizio, dobbiamo affrontare altri fattori, come qualità di catrame delle strade, aerodinamica e pneumatici“, ha però precisato il relatore Miroslav Ouzký, dopo che il progetto di legge è stato approvato con 401 voti a favore, 228 contrari e 20 astensioni. Egli ora dovrà negoziare l’accordo con i vari paesi dell’Ue.
Tra le novità potrebbero esserci anche le etichette informative destinate ai consumatori che riportano le prestazioni sul rumore. Sistemi di etichettatura simili esistono già per l’efficienza del carburante, per il rumore dei pneumatici e per le emissioni di CO2.
Intanto, alcune associazioni tra cui Transport&Environment e Amici della Terra Italia sono scese in campo chiedendo ai deputati europei dei rispettivi Paesi di votare per l’approvazione di un regolamento che non solo preveda limiti di emissioni sonore non superiori a quelli proposti dalla Commissione Ambiente del Parlamento ma che favorisca una rapida entrata in vigore del regolamento.
Ma all’interno di questa politica di riduzione del rumore, c’è una tendenza opposta legata alle auto elettriche e ibride, considerate troppo silenzione. Gli eurodeputati infatti hanno sollevato qualche preoccupazione riguardo ai motori silenziosi dei veicoli ecologici, perché “possono mettere a rischio i pedoni“, per questo potrebbero valutare, come è accaduto negli Usa, un regolamento obbligatorio che imponga un suono a questi veicoli.
Francesca Mancuso
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