Greenpeace porta auto nere petrolio a Bruxelles per dire basta alle trivellazioni offshore

Con una ‘protesta oleosa’ a Bruxelles, Greenpeace ha lanciato oggi il rapporto “ Steering Clear of Oil Disasters” (Alla larga dai disastri petroliferi).

Auto imbrattate di finto petrolio, hostess vestite di rosso e sporche di olio nero, pellicani dalle penne vischiose, banner con la scritta “Driving Oil Spills!” davanti agli uffici dell’ACEA di Bruxelles, l’associazione europea dei produttori di automobili. Con questa ‘protesta oleosa’, Greenpeace ha lanciato oggi il rapporto “ Steering Clear of Oil Disasters” (Alla larga dai disastri petroliferi).

Sono trascorsi sei mesi dal disastro ambientale che ha catalizzato l’attenzione dei media di tutto il mondo, l’esplosione della Deepwater Horizon, e gli attivisti verdi hanno parcheggiato tre grosse automobili per ricordare che le 2 auto” >emissioni delle auto e i consumi petroliferi sono direttamente legati.

«Le case automobilistiche – commenta Domenico Belli, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia – stanno deliberatamente rallentando gli sforzi per rendere più ecologiche le nostre automobili. E così facendo si rendono complici di disastri come quello della Deepwater Horizon. L’unica garanzia per evitare nuovi incidenti è di bloccare subito le estrazioni più pericolose».

Il rapporto “Alla larga dai disastri petroliferi” dimostra come grazie alla riduzione delle emissioni di auto e camion a livello europeo sia possibile diminuire i consumi petroliferi dell’8% in più rispetto alle previsioni del 2020.

Il documento, riporta indirettamente l’attenzione sull’ultima azione degli attivisti green al largo delle isole Shetland, quando, rimanendo in alto mare per molte ore consecutive, i ragazzi del team di Greenpeace UK sono riusciti a fermare le azioni di estrazione off-shore programmate dalla nave Stena Carron nel Mare del Nord.

Basta importare petrolio estratto nei modi più pericolosi e costosi come le trivellazioni offshore nell’Artico o da sabbie bituminose, sostiene l’associazione. Mettendo fine alla corsa all’oro nero, dice il rapporto, si risparmierebbero 30 miliardi di euro e 186 milioni di tonnellate all’anno di emissioni di CO2.

La richiesta di Greenpeace al Parlamento europeo, quindi, è di appoggiare, il prossimo 23 novembre, la proposta di riduzione delle emissioni di CO2 per le automobili e di rafforzarla riconoscendo il legame tra l’inefficienza dei veicoli e la dipendenza da fonti petrolifere costose e pericolose.

Serena Bianchi

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