Esattamente come la pubblicità in sé di settori come quello dell’automotive e quello dell’aviazione alimentano la crisi climatica e ci allontanano dagli obiettivi di riduzione delle emissioni, così quegli stessi annunci pubblicitari che le stesse aziende sfruttano in realtà nascondono le loro responsabilità riguardo al loro impatto ambientale ed enfatizzano un presunto impegno per il clima
È greenwashing, abbiamo imparato a riconoscerlo e lo sottolinea a lettere cubitali l’ultimo studio commissionato da Greenpeace Paesi Bassi secondo cui le pubblicità delle aziende di auto come Fiat non fanno altro che alimentare la crisi climatica.
È il report “Words vs. Actions, the truth behind the advertising of the car and airline industries”, realizzato dal gruppo di ricerca DeSmog, a snocciolare i dati e ad analizzare ben 1127 annunci pubblicitari su Facebook e Instagram di alcune tra le più grandi aziende europee dei settori auto e aviazione, fra cui Fiat, Renault, Jeep, Lufthansa e Air France.
Secondo lo studio, il 68% degli annunci analizzati delle aziende automobilistiche promuove auto elettriche a batteria o auto ibride, ma la quota di vendite di questi veicoli da parte delle aziende è in realtà molto più bassa. In questo modo si fa credere ai consumatori che il loro business aziende sia basato su veicoli a zero o basse emissioni molto più di quanto non lo sia davvero.
Ad esempio, il 51% delle pubblicità analizzate di Fiat riguarda auto elettriche a batteria o ibride, ma le vendite medie di questi veicoli della compagnia madre Stellantis (che non pubblica dati disaggregati per marchio) sono appena il 12,8%, quattro volte di meno. Un quinto degli annunci di Fiat serve inoltre a sponsorizzare i SUV, veicoli inefficienti da un punto di vista energetico – anche quando elettrici – per via del loro peso e dei materiali usati nella produzione.
Ancora una volta assistiamo al tentativo di aziende inquinanti e con un grande impatto sul clima di promuovere se stesse come attente all’ambiente quando la realtà è ben diversa. Da questo punto di vista le multinazionali del settore trasporti non fanno eccezione – dice Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia. Per mettere fine all’inganno che si cela dietro le pubblicità di auto e voli aerei, e costringere le compagnie a una vera transizione energetica, serve una legge europea che vieti pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende responsabili della crisi climatica, così come da anni sono vietate quelle delle aziende del tabacco.
Due terzi del petrolio consumato in Europa viene usato nel settore trasporti ed è in gran parte importato da Paesi come la Russia, che impiega i profitti per finanziare il conflitto in corso in Ucraina. La pubblicità di automobili e aerei non fanno altro che aggravare la nostra dipendenza dal petrolio, con effetti devastanti per il clima e per la sicurezza delle persone. Ne avevamo parlato qui: Crisi climatica, le pubblicità di automobili e di voli aerei ci allontanano dagli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Greenpeace promuove a questo proposito una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) per vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende legate ai combustibili fossili, come quelle dei trasporti. Se entro ottobre la petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti”, sostenuta da più di trenta organizzazioni internazionali, raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione europea sarà obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine alla propaganda ingannevole dell’industria fossile, inclusi i settori automotive e aviazione.
La petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti” si può firmare QUI.
QUI il rapporto completo.
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Fonte: Greenpeace
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