Auto prototipo esplosa in tangenziale a Napoli: morta la ricercatrice a bordo

Maria Vittoria Prati è deceduta a causa delle ustioni riportate nello scoppio dell’auto prototipo che guidava. È ancora molto grave il tirocinante che era con lei, con gli inquirenti che stanno cercando di far luce su quanto accaduto

Non ce l’ha fatta Maria Vittoria Prati, ricercatrice di 66 anni del Cnr che guidava l’auto prototipo che è esplosa mentre percorreva la tangenziale di Napoli venerdì 23 giugno. Fin da subito le sue condizioni sono apparse disperate, con ustioni di terzo grado sul 90% del corpo.

Ricoverata presso il Centro Grandi Ustioni dell’ospedale Cardarelli, è deceduta dopo quattro giorni di agonia. Restano invece in gravi condizioni l’altro occupante della vettura, Fulvio Filace, il laureando in Ingegneria Meccanica all’università Federico II e tirocinante del Cnr che era con lei a bordo del veicolo.

La vettura era stata realizzata nell’ambito di un progetto sperimentale per convertire le auto convenzionali in ibridi-solari. La ricercatrice era un nome di spicco nel campo dello studio delle emissioni e dell’utilizzo di combustibili alternativi.

Le cause dello scoppio restano da stabilire: c’è il dilemma di quelle bombole a bordo

Cosa sia successo è ancora da stabilire. La procura di Napoli ha avviato un’indagine per chiarire le circostanze di quanto accaduto, affidandola ai magistrati della sesta sezione (lavoro e colpe professionali). Contestualmente è anche stato ascoltato un dirigente del Cnr.

Inoltre è stato disposto il sequestro di un’auto gemella a quella andata distrutta, una Volkswagen Polo Tdi prototipo utilizzata nell’ambito del progetto “Life-Save”. Questo mirava a capire se fosse possibile abbinare un motore elettrico con batterie alimentate da pannelli solari a vetture dotate di un propulsore termico per ridurre le emissioni ambientali.

Secondo i primi accertamenti, le cause della deflagrazione – che solo per un caso non ha coinvolto altre vetture – sarebbero da additare ad alcune bombole ritrovate in auto, il cui contenuto per il momento è sconosciuto.

Sarà compito dei vigili del fuoco fare luce sulla tipologia di gas contenuta al loro interno. Gli inquirenti puntano a capire perché le bombole si trovassero a bordo della Polo, se la loro presenza fosse o meno legata al progetto e se il trasporto stesse avvenendo in condizioni di sicurezza.

Fonte: ANSA

Ti potrebbe interessare anche: 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook