Il panorama delle auto elettriche si delinea sempre più, settimana dopo settimana. Restano, tuttavia, alcuni dubbi, che in molti si fanno: le auto elettriche sono davvero convenienti rispetto al prezzo di vendita? Sono adeguatamente veloci, in termini di ricarica e di velocità su strada? Ci sarà abbastanza litio da assorbire un possibile futuro boom della mobilità elettrica? E la sicurezza, per gli occupanti e per i pedoni, è adeguata?
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Renault ha pronta la propria gamma di auto elettriche. Nissan è Auto dell’anno con la Leaf. Mitsubishi e PSA Peugeot – Citroen propongono la citycar (in tre… versioni: C-Zero, iOn e i-MiEV, ma è la stessa cosa); Opel scende in campo con Ampera. E dalla Cina si attende l’offensiva, che non tarderà ad arrivare.
Il panorama delle auto elettriche si delinea sempre più, settimana dopo settimana. Restano, tuttavia, alcuni dubbi, che in molti si fanno: le auto elettriche sono davvero convenienti rispetto al prezzo di vendita? Sono adeguatamente veloci, in termini di ricarica e di velocità su strada? Ci sarà abbastanza litio da assorbire un possibile futuro boom della mobilità elettrica? E la sicurezza, per gli occupanti e per i pedoni, è adeguata?
Abbiamo pensato a queste “Faq” e abbiamo dato una risposta a ciascuna di esse.
Faq 1: le auto elettriche sono davvero troppo costose?
Ecco una domanda alla quale si fa riferimento sempre più spesso. In effetti, spulciando nei prezzi richiesti per i modelli di imminente arrivo, si può dire che il costo è ancora elevato. Dai 30 mila euro per Nissan Leaf, ai 42900 euro per la ibrida extended range Opel Ampera, 36mila euro per Citroen C-Zero, Peugeot iOn (tanto per indicare le novità più ghiotte), le cifre appaiono elevate. Poco da dire. Certo, Renault propone Twizy a 6990 euro, Fluence ZE a 27mila euro e Kangoo ZE a 20mila euro. È già qualcosa. E continuiamo a invitare i rappresentanti politici a formulare nuovi incentivi, per il futuro: non solo per l’acquisto dei veicoli elettrici. Ma anche, ad enti locali e utility di energia, per l’installazione delle necessarie stazioni di ricarica.Sarebbe già un ottimo passo avanti. E sì, perché non va dimenticato che, se da una parte le auto elettriche costano care, l’altra faccia della medaglia è tutta a loro vantaggio: eco friendly al 100%, molto più economiche nell’uso quotidiano rispetto agli automezzi “tradizionali” (pensiamo solo al costo dell’energia per una ricarica “media” di 4 – 5 ore per garantire 150 km di autonomia) e dalle esigenze di manutenzionenotevolmente inferiori.
Faq 2: le auto elettriche sono davvero “lente”?
La velocità massima non è elevatissima nelle auto elettriche: questo per motivi tecnici. Si preferisce garantire più autonomia senza ingombrare l’auto di batterie, si tende a una via di mezzo nel rapporto peso – potenza. Insomma: meglio la velocità o l’economia di esercizio? Ma proprio il fatto di non poter garantire autonomie lunghissime (a parte il caso di Opel Ampera, dove il motore a scoppio funge da alimentazione per le batterie) le rende adeguate agli spostamenti di corto – breve raggio, spesso metropolitani, dove la velocità assume un’importanza relativa. Tuttavia, noi stessi, nelle nostre prove su strada di auto elettriche (un esempio su tutti: Renault Fluence ZE e Kangoo ZE al Salone di Parigi) abbiamo sempre apprezzato le ottime qualità di accelerazione, date dal fatto che i motori elettrici sviluppano coppia costante a qualsiasi regime di giri.
Faq 3: la ricarica delle batterie richiede davvero lunghe soste?
Questo dipende da quale tipo di alimentazione si utilizza. Se non si ha fretta (e non si vuole consumare anzitempo la batteria), la “cara, vecchia” presa domestica è sempre adeguata. Certo, ci vogliono anche 8 ore. Se si ha più fretta, le prese a 380V dimezzano questo tempo, o anche meno. Siamo, tuttavia, dell’idea che con una efficace rete di stazioni di ricarica (nelle aree di sosta pubbliche, nei parcheggi dei posti di lavoro, presso le abitazioni) la questione del tempo necessario alla ricarica delle batterie sarà più marginale. E non dimentichiamo che proprio Renault ha in serbo il programma di sostituzione rapida delle batterie con QuickCharge: pochi minuti per ripartire con il “pieno”.
Faq 4: ci sarà abbastanza litio in futuro?
La risposta a questa domanda contiene una buona parte del futuro delle auto elettriche. Il motivo principale sta nel fatto che il litio è il componente preferito dalle aziende per la realizzazione delle batterie. In realtà, la superficie del Pianeta garantisce litio in abbondanza. Secondo un recente sondaggio, condotto dall’osservatorio statunitense US Geological Survey, la Bolivia garantisce un apporto di 5,4 milioni di tonnellate di litio; il Cile 3 milioni; laCina 1,1 milioni. Varie fonti ne indicano una relativa abbondanza negli USA. Se un accumulatore di media potenza (diciamo: 24 kWh per Nissan Leaf) pesa sui 4 kg, i conti sono presto fatti: da un milione di tonnellate di litio si ottengono oltre 250 milioni di tonnellate di batterie per le auto elettriche. Si obietterà che esistono anche i telefoni cellulari, i computer portatili e tutti i device che utilizzano batterie al litio. Vanno considerati due aspetti, in questo senso. Primo: la quantità di litio, in questi ultimi esempi, è molto inferiore. Secondo: l’evoluzione tecnologica delle batterie per auto elettriche ne diminuirà le dimensioni, negli anni a venire. Tutto questo dimostra che la disponibilità di litio, almeno per diversi anni, non sarà un problema. Ah, e va considerato il riciclo delle batterie: anche da qui c’è speranza per il futuro.
Faq 5: le auto elettriche sono abbastanza sicure?
Qualcuno si fiderebbe ad accomodarsi all’interno di un veicolo pericoloso? Che rischi di incendiarsi in caso di incidente o di urto? Le Case sarebbero disposte a correre questo rischio? Diamoci una risposta. Scherzi a parte: la sicurezzaderivante dall’impiego di auto elettriche è fuori discussione. Anzi: affrontiamo la questione. Perché non c’è solo la protezione agli occupanti in caso d’urto (le recenti norme Euro NCAP in materia prescrivono la totale protezione del modulo batterie, all’interno di “vani” appositi e isolati, e la presenza di sensori che blocchino all’istante l’invio di elettricità per il funzionamento del motore in caso di incidente). Un secondo problema, non meno importante, riguarda la protezione dei pedoni, dei ciclisti. E, in senso lato, di tutti gli utenti della strada. Di questo argomento ci siamo occupati nei mesi scorsi. A luglio 2011, è stata resa nota una proposta, da parte di Nhtsa (l’Ente federale USA per la sicurezza e il traffico) di introduzione di “Regole per la protezione dei pedoni – in particolare non vedenti – da incidenti con auto elettriche e ibride”. Detta in soldoni: da fine 2014, indica Nhtsa, le auto elettriche dovrebbero essere equipaggiate con dei segnalatori acusticiche avvertano i pedoni dell’arrivo di un veicolo. Qualcosa, in questo senso, si muove: Nissan, per Leaf, ha già provveduto all’equipaggiamento di un cicalino dal sound “elettronico” differente per la marcia avanti e la marcia indietro; Ford, dal canto suo, indica nella propria pagina Facebook dedicata alle future auto elettriche Ford quattro differenti suoni.
Per concludere…
Le domande non si esaurirebbero qui: le auto elettriche potranno davvero essere impiegate sulle lunghe distanze? qual è il posto giusto per comprarle?, Riusciranno davvero ad andare ad energia pulita ed azzerare così le emissioni?Tutte domande che da tempo ci si pone, e che ancora per un po’ resteranno sulla bocca di tutti gli interessati, fino a quando l’evoluzione tecnologica delle auto elettriche e delle infrastrutture non giungerà a un livello tale da renderne più conveniente l’impiego rispetto alle auto “tradizionali”. Il fatto da tenere in considerazione è che finora la tecnica “zero emissioni” si trova in una fase di sviluppo, che se la deve vedere con le auto a benzina, a gasolio, e quelle alimentate con carburanti più “puliti”, come Gpl e metano. I passi verso una maggiore evoluzione, tuttavia, si stanno già facendo.
Piergiorgio Pescarolo