Tra cinque anni si dovrebbero avvertire i primi effetti delle politiche UE e del calo del prezzo delle batterie: nel 2027 un'auto elettrica costerà meno di una tradizionale
Le auto elettriche costano ancora un bel po’ di più rispetto alle auto con motori tradizionali a benzina e a gasolio e questo è un freno alla loro diffusione a cui un po’ in tutto il mondo, dagli USA all’Europa, si cerca di porre rimedio con sostanziosi incentivi.
Ma per quanto tempo sarà ancora così? Finché le economie di scala, quel principio cioè per il quale maggiore è la produzione e meno costa un prodotto, non le arriveranno a rendere per i costruttori redditizie tanto quanto le vetture tradizionali. Al momento sul prezzo finale pesano infatti i massicci investimenti effettuati ed il costo della componentistica per chi le auto le produce, insieme ad una domanda al momento relativamente limitata.
Una ricerca di Bloomberg commissionata dalla associazione non governativa Transport&Environment fissa però una data: le auto elettriche costeranno quanto o addirittura meno delle auto con motori a combustione interna già nel 2027.
Si ipotizza che già nel 2025 il prezzo delle auto elettriche calerà di un terzo rispetto ad oggi per effetto soprattutto del costo delle nuove batterie che, prevede lo studio, dovrebbe crollare del 58% entro il 2030 rispetto ai prezzi del 2020.
Nel dettaglio, secondo lo studio di Bloomberg, il primo segmento di veicoli elettrici a diventare più conveniente sarà quello dei veicoli commerciali leggeri nel 2025. Seguiranno, l’anno successivo, le berline elettriche dei segmenti C e D e i SUV di tutte le dimensioni, mentre le ultime a raggiungere la parità, fra sei anni, saranno le auto più piccole, cioè le utilitarie del cosiddetto segmento B.
Tutto ciò a patto che l’UE fissi una volta per tutte una data per l’eliminazione dalla circolazione delle auto a combustibile di origine fossile. L’obiettivo è quello del 2035 ma, avverte lo studio di T&E, senza forti politiche di indirizzo dell’industria e del mercato le auto elettriche a batteria raggiungeranno una quota di mercato dell’85% e i furgoni solo l’83% entro il 2035. I veicoli più inquinanti continuerebbero dunque a essere venduti più a lungo del necessario e questo impedirebbe all’Unione Europea di centrare l’obiettivo di decarbonizzazione che si è posta per il 2050.
Al momento sono sette le Case automobilistiche e dieci gli Stati europei che hanno annunciato piani per eliminare gradualmente le auto convenzionali. In Italia il dibattito è ancora aperto, ma una proposta in Parlamento c’è ed è allineata alle posizioni di Bruxelles: se passasse non si potrebbero commercializzare più auto a benzina e gasolio a partire dall’1 gennaio del 2035.
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