Il parco auto europeo deve cambiare, e questa non è una novità ma un nuovo studio condotto da DLR per conto di Greenpeace, ha delineato due scenari per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi
Il parco auto europeo deve cambiare, e questa non è una novità ma un nuovo studio condotto da DLR per conto di Greenpeace, ha delineato due scenari per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi.
Entrambi descrivono gli sviluppi necessari per raggiungere questo obiettivo con una probabilità del 50% e del 66% entro i prossimi 10 anni. Attraverso il software di simulazione VECTOR21 sviluppato da DLR, i ricercatori hanno cercato di prevedere l’evoluzione del mercato dell’auto per raggiungere obiettivi specifici. Essi hanno studiato il modo in cui il parco automobilistico europeo deve svilupparsi per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi sul clima, volto a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
Se l’Europa onorerà i propri impegni, quindi, le vendite di auto a benzina, diesel e ibride vedranno la fine entro il 2028. Secondo lo studio, questi veicoli dovranno essere ridotti dell’80% entro il 2035 e, a meno che non vengano prese misure mirate, le auto convenzionali rimarranno nel parco generale fino agli inizi del 2040.
I due scenari
Per entrambi gli scenari, gli scienziati hanno calcolato il bilancio di carbonio in base alle attuali emissioni del settore dei trasporti, suddividendolo poi per i numeri relativi al settore della mobilità privata.
Il primo scenario inoltre descrive cosa è richiesto per quanto riguarda la flotta di autovetture e il mercato automobilistico al fine di mantenere il riscaldamento globale al di sotto del livello di 1,5°C con una probabilità del 50%. Il secondo stabilisce gli obiettivi da perseguire per avere la probabilità del 66%. Entrambi gli scenari sono basati sui dati dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici.
Secondo lo studio, lo scenario del 50% è ancora realizzabile, dato che si presume che non saranno vendute automobili puramente a benzina o diesel dal 2030 e, dal 2037 si farà lo stesso coi i veicoli ibridi con motori a combustione. Di conseguenza, il numero di queste auto diminuirà costantemente e, entro il 2050, sulle strade europee circoleranno auto alimentate da altre forme alternative di energia, ad eccezione di alcuni veicoli ibridi.
Al contrario, lo scenario del 66% non è raggiungibile nonostante le ipotesi estremamente progressiste sullo sviluppo del parco auto. In base alle previsioni, le ultime nuove auto a benzina o diesel saranno già vendute nel 2025 e dal 2030 dovrebbero esserci solo auto a emissioni zero sul mercato. A quel punto, il numero di veicoli con unità convenzionali diminuirà drasticamente, azzerandosi entro il 2045.
“Entrambi gli scenari evidenziano l’estrema urgenza dell’argomento, nonché la necessità di considerare e attuare tutte le linee d’azione disponibili il più rapidamente possibile”, spiega il ricercatore di DLR Bent van den Adel.
“L’abbandono graduale del motore a combustione interna nelle autovetture non solo favorirà il clima, ma aiuterà anche a risolvere la crisi dell’inquinamento atmosferico e migliorerà la qualità della vita di tutti”, ha aggiunto Barbara Stoll, attivista di Greenpeace Clean Air.
Questo ritiro graduale sarà possibile solo se i governi e l’industria automobilistica si assumeranno la responsabilità di affrontare i cambiamenti climatici. Al momento il Parlamento e i governi europei stanno discutendo sui nuovi standard di CO2 per auto e furgoni.
“Molti importanti produttori di automobili sono ancora disperatamente aggrappati al motore a combustione interna. Tuttavia, se queste aziende desiderano mantenere la loro posizione sul mercato, dovranno passare a nuovi modelli di business sostenibile. Ciò richiederà nuove politiche governative e investimenti per lo sviluppo di veicoli elettrici economici, più piccoli e con un basso consumo energetico”, dice Stoll.
Secondo Greenpeace, oggi sostituire ogni auto sulla strada con un’auto elettrica non è una soluzione sostenibile. In primo luogo, occorre ridurre il numero di mezzi privati, favorendo la diffusione di modi di trasporto alternativi, dal car sharing al trasporto pubblico.
“Greenpeace chiede a tutti i governi europei di agire oggi per garantire che la vendita di auto a combustibili fossili, compresi gli ibridi convenzionali, venga interrotta entro il 2028” è l’appello dell’associazione.
Un traguardo difficile da raggiungere entro i prossimi 10 anni, ma non impossibile.
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Francesca Mancuso
Foto: Greenpeace