Auto ad acqua: il progetto della Tata per il carburante del futuro

Altro che auto elettriche, o veicoli a Gpl, o auto a metano. E la tecnologia dell'aria compressa, più volte annunciata (anche su greenMe.it) e mai entrata in una concreta fase commerciale? La mobilità sostenibile ha bisogno di idee sempre nuove. Alcune delle quali arrivano dai Paesi che conoscono uno sviluppo senza precedenti, come l'India. Secondo Ratan Tata, presidente dell'omonimo colosso indiano dell'automobile, la mobilità del futuro utilizzerà l'acqua.

Altro che auto elettriche, o veicoli a Gpl, o auto a metano. E la tecnologia dell’aria compressa, più volte annunciata (anche su greenMe.it) e mai entrata in una concreta fase commerciale? La mobilità sostenibile ha bisogno di idee sempre nuove. Alcune delle quali arrivano dai Paesi che conoscono uno sviluppo senza precedenti, come lIndia. Secondo Ratan Tata, presidente dell’omonimo colosso indiano dell’automobile, la mobilità del futuro utilizzerà l’acqua.

È quanto indica un annuncio, reso noto in questi giorni, secondo il quale il ricchissimo Ratan Tata ha comunicato l’avvio di un progetto, del costo di circa 15 milioni di dollari, da affidare a un’azienda degli Stati Uniti d’America, e finalizzato allo studio di un motore ad acqua, secondo una tecnologia innovativa e “a impatto zero”.

Va detto, per non far sorgere l’idea di chissà quali miracoli tecnologici, che l’acqua in questione, indicata come principale fonte di alimentazione del motore, non sarà il carburante “in senso stretto”. In realtà, l’energia capace dei far muovere la vettura sarà prodotta da un procedimento di catalizzazione dell’acqua, in modo da dividerne le molecole di idrogeno e di ossigeno.

Detta in soldoni, si sfrutterà l’acqua per la produzione di idrogeno, componente da tempo utilizzato – almeno in fase progettuale – per la mobilità eco friendly, e già noto per le ricerche effettuate, in questi anni, dalla Bmw e dalla Honda, e da qualche tempo messo da parte per favorire altre fonti energetiche (elettrico, ibrido, gas naturali).

Il progetto da 15 milioni di dollari, affidato a un gruppo di ricercatori del MIT – Massachusetts Institute of Technology, guidati da Daniel Nocera, consisterà nella realizzazione di un prototipo di autovettura caratterizzata da un sistema “a tutta sicurezza” per lo stoccaggio dell’idrogeno all’interno del veicolo stesso, una questione sempre aperta, dal momento che il nodo principale da sciogliere nel campo dell’alimentazione a idrogeno sta proprio nell’elevatissimo potere detonante di questo gas, altrimenti “a zero emissioni” per l’atmosfera.

Viene da chiedersi, a questo punto, se l’utilizzo dell’acqua per la produzione di idrogeno per autotrazione non comporterà, negli anni a venire, una ulteriore corsa all’accaparramento della preziosissima risorsa naturale. Sarebbe un passo del tutto sbagliato continuare a vedere l’oro blu come il petrolio del futuro e, quindi, far partire dannosi processi di speculazione.

Piergiorgio Pescarolo

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